INTERVISTA ALL'AUTRICE OTTAVIA COTENI: "Emofobia: quando le emozioni diventano rivoluzione"


In anteprima assoluta al Salone del Libro di Torino 2025, è arrivato Emofobia, il nuovo romanzo di Ottavia Coteni, una storia che unisce fantascienza, amore, critica sociale e tanta umanità. 

Grazie alla collaborazione che ci ha proposto Claudia, ideatrice e fondatrice di I.d.e.a., abbiamo incontrato l’autrice per farci raccontare la nascita di questo mondo affascinante, i retroscena della scrittura e i personaggi che – pagina dopo pagina – conquistano e spiazzano. Ecco cosa ci ha raccontato.


In un universo dove le emozioni vengono estratte dagli esseri viventi come energia preziosa, un incontro inaspettato tra un generale alieno e una ragazza della Terra cambierà le regole del gioco.


1. “Emofobia" è un titolo che colpisce subito. Come è nato e cosa rappresenta per te questa parola?
Allora, questo titolo in realtà è stato proprio un po’ l’epifania da cui sono partita per scrivere il libro. Insomma, per farla breve, una volta ero a una lezione di psicologia e il mio insegnante stava spiegando la teoria degli umori di Ippocrate. A un certo punto mentre spiegava i vari umori arrivò al sangue. Ci spiegò che per Ippocrate il carattere sanguineo equivale a quello che per noi oggi è un carattere emotivo, un carattere molto passionale, impulsivo, e questa cosa lui l’associava proprio al rossore del sangue (non a caso la parola emoglobina ha una radice simile).

In realtà le radici emozioni/emoglobina sono diverse linguisticamente perché appunto una è una parola greca mentre l’altra latina, però lui ci sottolineò questa chiamiamola similitudine (che secondo il mio professore era uguale ma non mi metterò qui a far litigare i linguisti su questa cosa) e io da lì ho avuto una specie di qualcosa che si è acceso. Non so perché, ma a me questa cosa che il colore rosso del sangue fosse collegato alle nostre emozioni e a ciò che proviamo mi fece venire un’idea che mi appuntai. Piano piano ho cominciato a svilupparla attraverso altre ispirazioni, però diciamo che questo titolo (che allora questo file è stato per anni coso uno nel mio pc) però in realtà era da sempre un gioco di parole che volevo fare. Un giorno l’ho scritto di getto, mi è piaciuto, è il titolo che ho sentito fin dall’inizio che apparteneva a questa storia e poi quando l’ho proposto in ce spiegandogli questo gioco di parole esatto, questo obbrobrio che mi era venuto in mente, anche secondo loro funzionava perché comunque era particolare. Diciamo che l’ostacolo era quello di cercare di levare l’associazione a emo con qualcosa che fosse legato al sangue, tant’è che prendendolo in giro io dico mi sembra sempre un libro sui vampiri. E niente, io sono molto felice che poi abbiano tenuto il titolo originale e sono contenta che poi abbia funzionato anche con le persone e che abbia incuriosito.

2. Il protagonista maschile, Xis, vive un conflitto interiore. È stato difficile scrivere di un personaggio così complesso?
Sì, sì. Allora Xis… che poi soprattutto io con la zeppola mi sono andata a trovare il nome perfetto. È stato sicuramente il più b******** da scrivere, eh però in realtà quasi tutti i miei personaggi principali sono stati complicatissimi, eh cioè magari c’è n’era uno che a un certo punto mi sembrava più semplice per un punto mi mandava in crisi. Ad esempio Xis è stato quello che fin dall’inizio e fino alla fine è stato quello più complicato da gestire perché… (Rosa: voleva fare quello che voleva lui) sì esatto, perché poi io magari delle volte lo volevo un po’ ammorbidire e non riuscivo più a scrivere niente perché non smetteva oppure invece lo volevo rendere un pochino più grigio e no pure là è stato difficile perché dovevo trovare una quadra, proprio un equilibrio tra un personaggio che comunque ha un conflitto con i propri sentimenti e lo stesso tempo fa fatica a capire che sono emozioni, sentimenti, che ha un background pesante e quindi non è stato per niente facile. Però è anche uno dei miei personaggi preferiti, cioè sono molto legata a lui.

3. Iris invece sembra “normale”, ma è proprio questa normalità che cambia tutto. Perché hai scelto proprio una ragazza come lei come “Emotiva Pura"?
Iris, che all’inizio diciamo era la più semplice da scrivere, perché comunque passavo da uno che non lo so, era completamente fuori dalla mia comfort zone da scrittrice, a questa che doveva essere semplice, invece no, pure lei a un certo punto mi si è complicata da morire! E sì, volevo scrivere di una protagonista che non voleva essere una protagonista, una delle altre cose per cui ho scritto il libro e che volevo scrivere di una protagonista normale, semplice, che fa una vita noiosa, che fa difficoltà ad arrivare a fine mese e la vita sentimentale uno sfacelo, vive con la coinquilina, si ritrova immischiata  in una situazione che sarà difficilissima da gestire per lei; poi piano piano però si scopriranno anche altri altarini perché qui  nessuno ha una vita semplice, però anche lei è un personaggio a cui sono molto legata perché diciamo che lei per me rappresenta la bellezza della normalità  insieme alla sua bruttezza e di quanto questa cosa in realtà sia preziosa perché noi diamo tanto per scontato. Adesso dirò una cosa seria: la vita di tutti i giorni, le cose che facciamo, anche che ne so salutare un  proprio caro eh, il momento in cui le perdiamo, qui sembra una cosa deficiente però purtroppo la realtà è proprio così. Nel momento in cui le perdiamo ci rendiamo conto di quanto sono preziose e lei è proprio questo perché fa una vita anche tra virgolette molto, appunto, non dico stupida però rispetto a Xis,, cioè tutto un altro tipo di background, appare veramente come una cosa insignificante invece anche lui scoprirà che in questo è insignificante, c’è un mondo che lui non conosce, che non è solo legato alle emozioni ma è anche a questa quotidianità che lui non ha. Cioè una quotidianità legata al fatto della gratitudine, del fatto che non so se domani devo fare la spesa, all’incertezza, quindi a me pure questa era una cosa che mi piaceva tantissimo.

4. Parlando di emozioni... quanto ti sei emozionata tu scrivendo “Emofobia”? C’è una scena o un passaggio che ti ha particolarmente coinvolta?
Allora, io da tutti i miei personaggi sono stata stracoinvolta, poi ci sono dei punti di un libro in cui sono più legata a un personaggio, non lo so, più a un’altra (sono tutte tue creature). Sono stati tutti difficili da descrivere. anche quello che sembrava più semplice. Allora sicuramente, a parte Xis, a cui sono molto legata per il suo dramma, cioè al suo diciamo conflitto che si porta dentro e sono legata a dei punti e a delle riflessioni che lui fa, al suo senso del dovere, al solo lasciarsi andare. Sicuramente un altro personaggio a cui sono legatissima è Axa, qui ho messo dei punti in cui mi sono emozionata, diciamo poi non vorrei fare spoiler però nella sua ricerca, le riflessioni che lei fa nel suo sentirsi diversa e questo sentirsi diversa la fa star male, e poi a Iris, mi sono divertita tantissimo a scrivere di lei all’inizio, è il personaggio che mi fa più ridere in assoluto però quando andiamo verso l’ultima parte è quello che mi ha fatto piangere perché lei a un certo punto si ritroverà ad avere a che fare con una realtà che la spaventa, la spaventa però allo stesso tempo capisce che la riguarda e li si srotola tutto il suo conflitto. E lì ad esempio io mi sono commossa perché appunto ci sono tanti punti nel libro in cui mi sono commossa. Olwes è un altro a cui ho regalato dei conflitti enormi perché lui pure parte che è un antagonista che sembra che ha tutto sotto controllo e poi (non spoileriamo troppo)…

5. Il libro è uscito in anteprima qui al Salone del Libro: quali emozioni stai provando in questi giorni?
Ah io sono dissociata in questo momento. Io sono qui però ancora non ho capito che sono veramente qui (cioè il tuo fisico è qui ma la tua testa altrove). Non so come definirla questa cosa, però io ringrazio tantissime persone che mi sono venuta a trovare per un saluto, che hanno preso Emofobia e mi hanno fatto le domande. Io sono felicissima e spero che il libro vi piaccia e anche se non vi piace sono stata felicissima di conoscervi.

Emofobia è una storia che parla di potere, controllo, ma soprattutto del coraggio di sentire. Un romanzo che mescola fantascienza, introspezione e critica sociale senza mai perdere il ritmo del cuore. In attesa dell’uscita ufficiale il 26 maggio 2025, noi abbiamo avuto il piacere di leggerlo in anteprima (presto la recensione sul blog) e di conoscere l'autrice al Salone del Libro di Torino.

E fidatevi: sarà un viaggio emotivo in ogni senso.