ANALISI CRITICA: "IL CONTE DI MONTECRISTO" di Alexandre Dumas


Ritorna la nostra rubrica dedicata ai classici della Letteratura.

La nostra Arya ha letto uno dei classici per eccellenza: Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas e ci lascia le sue impressioni personali.



Ho impiegato circa una settimana per leggere Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas e devo dire che all'inizio non è stato affatto facile. 

I primi capitoli mi avevano quasi fatto decidere di lasciarlo di nuovo, proprio come qualche anno fa, quando avevo già provato a leggerlo senza riuscire a finirlo. La parte iniziale, che racconta la storia di Edmond Dantès e il suo tradimento ingiusto, sembrava un po' troppo lenta.

Tuttavia, una volta superato questo inizio, la vera avventura comincia a prendere forma. La trasformazione del protagonista da giovane ingenuo a uomo consumato dalla vendetta sotto il nome del Conte di Montecristo è davvero interessante. 

La trama diventa più complessa, i personaggi si sviluppano e la tensione cresce man mano che la vendetta di Dantès si fa sempre più precisa.

Ciò che rende questo libro interessante è come i personaggi siano ben caratterizzati e come il destino, il tradimento e la giustizia si intrecciano. Ogni azione di Dantès, anche se motivata dalla vendetta, ci fa riflettere sulla moralità, sul perdono e sulla possibilità di cambiare. 

Nonostante il suo desiderio di giustizia, Dantès finisce per diventare anche lui un uomo segnato dal suo stesso piano di vendetta.

Mercedes, uno dei personaggi principali, non mi ha convinto molto. Anche se all'inizio sembra una donna fedele e affettuosa, che non dimentica Edmond nonostante il tradimento e la sua scomparsa, col passare del tempo mi è sembrata troppo passiva. Mi aspettavo una Mercedes più forte, che fosse in grado di affrontare le sue difficoltà con maggiore consapevolezza. Invece, è un personaggio che sembra subire gli eventi senza mai davvero prendere il controllo della sua vita.

I tre uomini che hanno contribuito all'arresto di Edmond – Fernand, Danglars e Caderousse – hanno ottenuto una posizione più alta nella società, ma questo li ha resi ancora più meschini. 

Fernand, che ha tradito Edmond per gelosia e per conquistare Mercedes, diventa un uomo di successo, ma lo fa usando crudeltà e inganno. 

Danglars, che invidiava Edmond e lo ha fatto arrestare, riesce a diventare un banchiere, ma la sua avidità lo rende ancora più corrotto. 

Caderousse, invece, è il più miserabile di tutti: la sua complicità non gli porta nulla di buono, ma lo condanna alla miseria e alla disperazione.

Questi tre uomini, pur avendo raggiunto una posizione sociale elevata, mostrano che il loro successo è stato ottenuto in modo scorretto, tramite tradimento e inganno.  

Alla fine, il libro ci insegna che la vera grandezza non dipende dal potere o dall’apparenza, ma dai valori come giustizia, onore e integrità, che questi uomini non possiedono.

Maximilien Morrel è uno dei personaggi che ho apprezzato di più. Figlio di M. Morrel, il proprietario della nave Pharaon e amico di Edmond, Maximilien si distingue per la sua onestà, lealtà e un forte senso del dovere. È un uomo di principi, sempre pronto a fare sacrifici per gli altri, anche quando le difficoltà sono enormi. Nonostante viva in un mondo spesso ingiusto, lui rimane fedele ai suoi valori, e la sua devozione al padre e l’amore per Valentine lo rendono un personaggio autentico. Non cerca mai il proprio interesse o vendetta, ma fa sempre ciò che ritiene giusto, anche se questo implica sacrifici.

La sua relazione con Edmond, che lo aiuta nei momenti difficili, è un altro simbolo di lealtà e amicizia. Inoltre, Maximilien non è un personaggio perfetto, ma ha anche delle debolezze e emozioni reali. La sua sofferenza per l’amore non corrisposto di Valentine lo rende ancora più umano e profondo.

In conclusione, Maximilien è uno dei pochi personaggi che rappresenta la bontà e la rettitudine, ed è uno dei motivi per cui il romanzo riesce a mantenere un equilibrio tra vendetta e speranza. La sua purezza e la sua devozione sono tratti che meritano di essere apprezzati, soprattutto in un mondo dove la meschinità sembra dominare.

Alla fine, Il Conte di Montecristo è un libro che richiede pazienza, ma che ripaga ampiamente. La seconda parte della storia mi ha coinvolto molto, facendomi apprezzare la complessità della trama e la crescita del protagonista. Quando la vendetta di Edmond comincia a muoversi, è difficile smettere di leggere.