SETTE BLOG PER UN AUTORE: ELISA AVERNA - Jessica Ortis

 

Ospitiamo oggi per la rubrica Sette Blog per un Autore Elisa Averna e la protagonista del suo romanzo Jessica Ortis



1)Chi è’ Jessica Ortis? Raccontaci qualcosa di te

Buongiorno, mi chiamo Jessica Ortis. Sono cresciuta in una famiglia abbiente. Mio padre è giudice antimafia e vive sotto scorta da anni. Ho un ottimo rapporto con i miei genitori, nonostante, durante la mia giovinezza, abbia dato loro molte gatte da pelare. Sono stata una ragazza di costumi molto liberi, viziosa e dedita all’alcol, nonostante ciò primeggiavo a scuola. Ho fatto i miei sbagli, ma ora sono una moglie e una madre  soddisfatta. Ho un presente di cui vado orgogliosa. Sono maturata tardi per certi aspetti, ma mi sono riscattata grazie alla mia determinazione nel voler cambiare stile di vita, non rinunciando però alla mia agiatezza. Sono sempre stata edonista e non me ne vergogno, anzi, ritengo che il mio assecondare i piaceri della vita sia un modo per omaggiarla. Non bevo più ormai da anni. Sono una madre attenta e non vorrei mai che i miei figli cadessero un domani nei miei stessi errori. Forse per questo tendo a essere ansiosa e severa.

Claudio, il ko promo marito, è un uomo violento e alcolizzato. A seguito di un mio tradimento, la sua dipendenza dall’alcol è divenuta ingestibile. Claudio mi ritiene ancora oggi responsabile della sua caduta. È molto vile incolpare qualcuno di una propria debolezza.

 

2)Cosa ne pensi della tua storia? Nei limiti dello spoiler, sei contento di quello che ti capita nel romanzo?

No, non potrei mai esserlo. Sono dentro un incubo. Rischio continuamente di perdere tutto ciò che ho costruito. La disperazione mi sta logorando. Ormai sono il fantasma di me stessa. Non so chi mi stia perseguitando e perché. A volte penso che sia un mio amante o un mancato amante del passato o qualche malavitoso per vendicarsi di mio padre.  Purtroppo le mie speculazioni vanno a sbattere contro ogni logica. Non riesco a trovare il filo rosso che lega le prove/indizio assegnatemi dal mio aguzzino telefonico.  Temo per i mie bambini, per ogni familiare che Alpheus potrebbe colpire a causa di un mio fallimento in una delle prove. Che cosa può aver originato in lui tanto odio nei miei confronti? Questa è la domanda che mi pongo ogni santo giorno.  Per quanto in passato io possa aver condotto una vita non cristallina, non credo di meritare una tale persecuzione. Ho paura. La cosa più difficile è dissimulare questo mio stato d’animo davanti ai miei affetti. Non ho più il controllo della mia vita. Ogni volta che sento squillare il telefono, sono assalita dall’ansia e il mio cuore batte accelerato. Non riesco a portare avanti il mio lavoro. E come potrei? Non ho la concentrazione giusta e passo le giornate ad arrovellarmi per capire chi si nasconda dietro il bastardo che mi perseguita.

3)Hai degli hobby di cui il tuo autore parla nel libro?

Gioco a tennis per svagarmi e tenermi in forma e sì, ammetto che, potendomelo permettere, faccio la mia parte per muovere l’economia con uno shopping sfrenato. Inoltre mi diletto in cucina per assecondare le voglie di mia figlia Marta, la quale è sempre più esigente. Di recente mi ha chiesto il seitan al cognac. Lo ha assaggiato a casa della sua migliore amica. Grazie a Marta sto diventando una cuoca provetta.  Di certo non ho preso da mia madre. Lei non ha mai cucinato, perché ha sempre avuto la cuoca in casa.  

4)Che personaggio sei? Un protagonista amato sin da subito o no?

Credo che la situazione in cui mi trovo non renda difficile empatizzare con me. Tuttavia, non so se io possa risultare una donna viziata, frivola e quindi antipatica.  Ho quasi la certezza che risulterò antipatica più in questa intervista, che non nella storia che mi vede protagonista. Chi mi conoscerà nel romanzo spero che possa avere un occhio di riguardo nel giudicarmi, soprattutto perché ritengo di essere oggi una mamma e una moglie rispettabile.

5)Pensi che qualche lato del tuo carattere possa appartenere al tuo autore?

No, io e la mia autrice siamo agli antipodi. Per esempio, la mia autrice detesta lo shopping. Per lei fare shopping è come sottoporsi a una tortura. Inoltre, io mi sono sposata due volte, lei invece è refrattaria al matrimonio. Ha un senso della libertà tale che le impedisce anche di vivere  sempre nello stesso posto e con le stesse persone. Io, al contrario, sono ben ancorata alla mia Milano e alla mie abitudini. Ogni tanto però, ora che ci penso, la sua presenza si fa sentire, soprattutto in cucina quando mi fa preparare piatti vegani. Uh! E poi entrambe siamo areligiose. Come lei non mi riconosco in alcuna religione. Abbiamo un’etica laica, sebbene molto diversa.

6)Tre aggettivi che ti descrivono.

Edonista, amorevole e, forse sì, dai, lo ammetto, viziata.

7)Parlaci della città dove è ambientata la tua storia.

Chi non conosce Milano? È il principale centro finanziario e la più prospera città commerciale d'Italia, nonché anche capitale dell’editoria. Via Monte Napoleone è l’ideale per fare shopping. Tuttavia, nella storia che mi vede protagonista non porto i lettori in giro per la mia città, essendo essa ambientata all’interno di casa mia.

Sono una di quelle persone che sostiene che Milano sarebbe dovuta diventare la capitale dell’Italia unita. Insomma, Roma sarà pure la capitale politica, ma Milano è riconosciuta coram populo come la capitale morale ed economica, la capitale dell’innovazione, centro dell’industria e della finanza. Milano è una città vitale e operosa. Non potrei mai sostituirla con un’altra città. A pensare che la mia autrice è insofferente a tutti quegli aspetti che a me affascinano di Milano, a cominciare dalla movida. Tuttavia, ammetto che molti artisti, scrittori e intellettuali possano preferire Roma a Milano. L’immagine poetica di Roma è indiscussa, ma non mi piace che sia usata contro il carattere prosaico attribuito a Milano. Anche  Milano ha una sua dignità storica. Mi piace ricordare che nel XIX secolo Stendhal, uno dei grandi della cultura francese, ha voluto proclamarsi “milanese” nel suo epitaffio, segno evidente che Milano esercitava anche allora grande fascino.

8)Che rapporto hai con gli altri personaggi del romanzo? Ti va di presentarceli?

Matthias è il mio primogenito. Ha undici anni. Va molto bene a scuola. É molto goloso, come mia sorella Giulia, e tende a ingrassare. Per questo motivo l’ho stimolato a fare sport. Studia karate. Nel caso saprà difendersi dai bulli. Si sa, a quell’età i bambini sanno essere molto crudeli tra loro.

Marta ha otto anni. Mi assomiglia fisicamente. È una bimba dolcissima. Studia danza classica. Matthias e Marta hanno un ottimo rapporto e spesso giocano insieme. Ciò mi rende molto felice, perché io non ho mai avuto un buon rapporto con mia sorella Giulia. Mentre Matthias è battezzato, per volere di suo padre Claudio, Marta non lo è. Sono riuscita a evitare che le fosse imposto un rituale non scelto. Per questo motivo Alpheus l’ha presa di mira nella prima prova, minacciandomi di spedire mia figlia nel Limbo. Matthias invece, in quanto goloso, è stato preso di mira da Alpheus al momento di giungere nel giorno destinato al cerchio dei golosi.

Mauro è un marito straordinario, attento e premuroso. Ci amiamo molto. Inoltre è un padre meraviglioso con i miei figli. Non avrei potuto avere in sorte uomo migliore. Gli unici attriti che ci sono tra di noi si riferiscono al mio passato di dipendente dall’alcol. Vorrei che avesse più fiducia in me sotto questo aspetto. Per il resto, davvero non mi posso lamentare di nulla. Ritengo Mauro il risarcimento che la vita mi ha dato dopo il primo matrimonio fallimentare.

Alpheus, il mostro che mi perseguita, è semplicemente un mostro. Ha una mente malata e perfida e il suo cinismo non ha eguali. È una persona spregevole. Riconosco in lui un’ottima cultura e una memoria pazzesca. Non credo che nella vita abbia conosciuto una persona così, ecco perché davvero non riesco a capire chi lui sia veramente. Io non sono dotata di grande memoria, almeno non come lui. Cercare di scoprire la sua identità mi richiede uno sfrozo mnemonico eccessivo, perché mi costringe a tornare con la mente a un passato che per me non ha più agganci con il presente. Perdonatemi, ma non voglio più parlare di lui, anche perché già sono costretta a parlare con lui ogni giorno.

9)La tua storia avrà un seguito?

Potrebbe.

10)Cosa pensano di te i lettori nelle loro recensioni?

È prematuro ora parlare di recensioni, almeno di recensioni scritte. La mia storia è stata appena pubblicata. Ad ogni modo, spero che i lettori per giudicarmi diano più importanza al mio presente che non al mio passato.

11)C’è un messaggio all’interno del romanzo che secondo te il tuo autore vuole trasmettere ai lettori?

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo” Primo Levi. Questa frase che cita Alpheus la dice lunga sulla mia storia. Io penso che il passato debba rimanere passato. Non penso mai al passato, anzi, se si tratta di un passato scomodo, tendo a rimuoverlo e a concentrarmi sul presente.  La mia autrice, invece,  a quanto pare, non la pensa così. Il passato per lei non deve essere rimosso, ma semmai elaborato, superato con consapevolezza.

12)Tre buoni motivi per leggere la tua storia.

1) Per lo stile narrativo nuovo

Il sogno della mia autrice è che altri autori possano seguire le sue orme e provare a scrivere un romanzo affidando il racconto interamente ai dialoghi. Lo stile breathless sposa la struttura dialogica delle pièce teatrali, senza però avvalersi di scenografie e di voci e rumori fuori campo, con l'ansia tipica da thriller. È uno stile che la mia autrice ha studiato apposta per incrementare la tensione. La narrazione, proprio perché affidata interamente ai dialoghi, ha lo scopo di catapultare il lettore nella storia, in modo che lui, per così dire, origli il botta e risposta tra i personaggi, in questo caso tra me e Alpheus. Nel caso specifico di Chiamata dall’inferno i dialoghi avvengono per la gran parte  al telefono tra me e Alpheus. Il lettore è come se vivesse un’interferenza telefonica, impotente rispetto a ciò che ascolta.

2)  Per il finale, un finale che spiazzerà il lettore almeno quanto ha spiazzato me. 

3) Perché è una lettura facile, veloce e che ribalta la struttura narrativa classica.

Saluti dell’autrice

Vi saluto con una frase di Elizabeth Hardwick: “Il più grande dono è una passione per la lettura. È economica, consola, distrae, entusiasma, fornisce la conoscenza del mondo e un’esperienza di vasto genere. È una luce morale.”

E dunque vi auguro di fare letture sempre più entusiasmanti.