REVIEW PARTY: LA BIBLIOTECARIA DI NEW YORK di Maria Benedict e Victorya Christopher Muray

 

Anna Rita partecipa al review party de La bibliotecaria di New York scritto da  Maria Benedict e  Victorya Christopher Muray edito Newton Compton Editori

1902. A soli vent'anni, Belle da Costa Greene viene assunta da J.P. Morgan, uno dei più ricchi finanzieri al mondo, per curare la collezione di manoscritti, libri rari e opere d'arte di proprietà del magnate. In poco tempo Belle diventa un punto di riferimento dell'alta società newyorkese e una delle figure più influenti nel mondo dell'arte e della cultura. Organizza mostre ed eventi mondani, è in contatto diretto con commercianti, case d'asta e studiosi sia in America che in Europa. Il suo gusto è considerato impeccabile. Ma Belle ha un segreto, che deve proteggere a tutti i costi: non è nata Belle da Costa Greene, ma Belle Marion Greener. È la figlia di Richard Greener, il primo nero laureato a Harvard, distintosi come attivista per la difesa dei diritti civili degli afroamericani. Il colore della pelle di Belle, quindi, non è legato - come tutti credono - alle sue origini portoghesi, ma africane. Negli Stati Uniti del primo Novecento, ancora profondamente razzisti, anche una donna potente e affermata come Belle sarà costretta a custodire il suo segreto, per continuare a fare quello che ama.

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Belle viene assunta da J.P. Morgan nella sua biblioteca personale per curare l’immensa collezione di manoscritti, opere d’arte e libri rari che ha acquisito nel corso del tempo. 

In poco tempo Belle riesce a conquistare la fiducia dello “scorbutico” signor Morgan e soprattutto riesce a farsi strada nell’alta società newyorkese, divenendo in poco tempo una figura di spicco nel mondo dell’arte e della cultura.

Inutile parlare dello “scandalo” che all’epoca provocò questa ascesa di Belle: ogni giorno era “costretta” a dimostrare il proprio valore in ambito lavorativo, essendo messa spesso a confronto con colleghi uomini, ma questo non era un problema per Belle.

Belle, il suo problema più grande era nascondere la propria identità al mondo intero. Si chiama infatti Belle Marion Greener, figlia del primo uomo di colore laureato ad Harvard.

Non continuo a parlarvi degli eventi per non togliervi il piacere della lettura del romanzo,

A mio avviso è un romanzo storico veramente ben scritto e pieno di spunti di riflessione.

Le descrizioni degli eventi narrati sono dettagliate e molto fedeli alla storia; le autrici stesse nelle note hanno evidenziato “piccoli errori” nelle date, da quanto ho capito è come fossero voluti.

Come scritto sopra il romanzo è pieno di spunti di riflessione: fa riflettere il comportamento di Belle per “farsi accettare” fingendo di essere chi realmente non è, ma ancor più fanno riflettere i vari aneddoti narrati in cui si evidenziano le differenze che spiccavano all’epoca, tra le persone di colore e gli americani.

Differenze che purtroppo, ancora oggi, sono più vive che mai.

Consiglio la lettura agli amanti del genere

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