RECENSIONE: "RE ARTÙ E I SUOI CAVALIERI (VOL.1)" di Howard Pyle


Arya ci racconta le sue impressioni sul romanzo di Howard Pyle Re Artù e i suoi cavalieri edito Fanucci Editore.



In questo romanzo, il narratore e illustratore Howard Pyle ci porta nell'incantevole mondo di re Artù e della sua Tavola Rotonda. Il libro racconta le avventure di Artù mentre estrae la spada Excalibur dall'incudine, dimostrando il suo diritto al trono, e mentre corteggia e conquista il cuore di Ginevra. Successivamente subisce il tradimento della malvagia fata Morgana e assiste al tragico destino del mago Merlino. Nella classica rivisitazione di Howard Pyle, le leggende prendono vita con una vivacità insuperabile. Più potente di qualsiasi incantesimo di Merlino, Re Artù e i suoi cavalieri ha conquistato e deliziato generazioni di lettori, affascinati dai personaggi realmente esistiti, dalla magia dei luoghi e dall'indimenticabile affresco del Medioevo.

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Questo è il primo libro di una serie scritta da Howard Pyle nel 1903 che tratta le gesta di Re Artù dal momento della sua ascesa al trono quando, da ragazzino, riesce a estrarre la spada dalla roccia.

Excalibur diventa sua di diritto e da allora inizia a regnare su Camelot con il prezioso aiuto di Mago Merlino e dei suoi cavalieri.

La storia che ci racconta l'autore è proprio questa; le gesta compiute da Artù durante il suo regno e quella dei suoi cavalieri Sir Pellinore, Sir Gawain, Sir Percival. Come si arriva alla scelta della tavola rotonda e di chi il re ritiene degno di farne parte.

La particolarità rispetto agli altri libri che trattano l'argomento, e di romanzi su Re Artù ce ne sono davvero tanti, è la scelta dell'autore di chiudere ogni capitolo con una massima che fa riflettere.

"Non sapeva infatti che impresa aveva compiuto estraendo quella spada dall'incudine e nemmeno cosa sarebbe derivato da quel semplice gesto, e spesso così capita nel mondo: qualcuno si dimostra capace di grandi cose ma, per umiltà, è completamente all'oscuro del suo valore".

Ho trovato molto originale da parte dello scrittore usare le imprese di Re Artù per dare consigli e spunti di riflessione al lettore che si sente ancora più coinvolto nella storia.

La scrittura è impegnativa, dettagliata, a volte poco scorrevole ma per un romanzo del genere, (e ricordo che è stato scritto nei primi del Novecento) che narra di una leggenda come quella di Re Artù, ci può stare una poca fluidità e un linguaggio più arcaico.

Se amate le storie ricche di avventura, battaglie, e con un pizzico di magia, questo libro fa proprio per voi.

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