RECENSIONE: "LA FIGLIA DELLA MORTE" di Lexi C. Foss


Moongirl ci racconta le sue impressioni sul romanzo La figlia della morte di Lexi C. Foss edito Triskell Edizioni.


Un cadavere, una ragazza scomparsa e una lama d'argento. Tutti gli indizi portano a una sola persona: me. Mi chiamo Evangeline e sono un ex-assassina che non vuole avere più niente a che fare con la malavita. Un editto di un Signore Demoniaco mi costringe però a tornare dall'uomo e dalla vita che ho lasciato. Ho solo sette giorni per dimostrare la mia innocenza. La mia unica certezza è che chiunque mi abbia incastrato morirà.

Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale omaggio

Angeli celestiali, angeli caduti, angeli oscuri, demoni, una profezia e una maledizione, l'Inferno che sta per riversarsi sulla Terra in tutto il suo orrendo, disgustoso, agghiacciante essere. Morte e distruzione, il preannunciare di una terribile guerra che potrebbe, anzi che sicuramente segnerà le sorti dell'umanità o peggio ancora la sua fine.

Direi che ci sono le basi per una storia avvincente, con qualche colpo di scena, ma anche divertente e passionale.

Abbiamo due protagonisti che fanno scintille, che infiammano i cuori e gli animi.

Evangeline e Xai, due facce della stessa medaglia, due esseri luminosi che si sono persi strada facendo.

Cadendo, sbagliando, ferendosi in ogni modo possibile e immaginabile. Si sono persi e ritrovati, inseguiti e combattuti.

Xai ha un'aura intrigante, magnetica, affascinante ma anche molto pericolosa. Ogni volta che si incontrano, anche se sono passati secoli, lui le fa male. Ogni volta lei perde un frammento della sua anima.

Eppure non riesce a scacciarlo, non riesce a non cedergli, ogni volta lei lo perdona e lo accoglie, ogni volta lo lascia entrare. Anche se una parte di sé lo odia, lo detesta perché lui è l'unico in grado di spezzarla, di annientarla. Eppure… quanto avrei voluto scrollare Eve fino a stordirla. Quanto ho detestato l'atteggiamento di Xai. Così cinico, freddo, scostante, impassibile.

Quando smetterà di amarlo? Quando smetterà di permettergli di ferirla?

Diciamo che far odiare e amare allo stesso tempo addirittura entrambi i protagonisti è un segno della bravura dell'autrice. Non ho compreso né condiviso le scelte e il comportamento di Eve per gran parte della storia, però a un certo punto diventa quasi più "umana" e più simpatica, un essere che ha sofferto molto nella sua esistenza, per mano dell'uomo, pardon angelo, di cui è innamorata, ma che, nonostante tutto, nonostante le batoste ricevute, conserva ancora quel briciolo di speranza che la porta a fidarsi e a credere nell'Amore.

Lei non è solo la figlia della Morte, spietata e letale assassina, ma ha anche un'anima buona, gentile e altruista.

Anche se quando è accanto a Xai sembra perdere la propria razionalità 😅

Sotto quell'aria innocente, dietro quei grandi occhi blu che sembrano risplendere, si cela un angelo vendicatore… e protettore allo stesso tempo. Lei, infatti, ha il compito di proteggere l'umanità, lei è l'assassina più abile che sia mai esistita. O almeno lo era prima di ritirarsi dieci anni prima. Dopo l'ennesima delusione, dopo che per l'ennesima volta si era ritrovata con l'anima a pezzi. Di nuovo. E sempre per colpa di Xai, il suo compagno, la sua metà d'anima, l'unico in grado di farla sentire in Paradiso e l'attimo successivo scaraventarla all'Inferno. Letteralmente.

La figlia del Lord diabolico Zebulon viene uccisa e tutti gli indizi portano a Eve.

Ha solo sette giorni per trovare il colpevole e, per uno strano scherzo del destino, dovrà lavorare al caso accanto a Xai.

Ogni giorno, ogni momento è una tortura. Lo ama e lo detesta. Ma lo desidera da morire. Dentro di lei c'è confusione, c'è il caos. Cosa deve fare? Perché ora lui le sembra diverso, gentile e sincero nei suoi confronti? È una trappola? Oppure è veramente cambiato? O forse c'è qualcosa che le ha nascosto, che non le ha mai detto?

Del resto si sa che a volte non sempre quello che sembra è quello che è in realtà…

Ma come può credergli, fidarsi nuovamente di lui, dimenticando tutte le cattiverie che le ha detto, tutte le volte che lui l'ha ferita, respinta e rifiutata?

Dove risiede la verità?

E chi sta tramando nell'ombra?

Un punto a favore di Eve è che, per lo meno, è consapevole del fatto che la loro sia una relazione tossica. Che, per la cronaca, dura da 2000 anni.

Lui è possessivo, prepotente, autoritario. E lei, sebbene la morte le scorra nel sangue, letteralmente, davanti a lui è così arrendevole, così cedevole. Eppure lei è uno degli esseri più forti che siano mai esistiti. È tenace, determinata, combattiva. Quando non si parla di Xai.

Con lo scorrere delle pagine ho iniziato a comprendere e capire maggiormente la natura della loro relazione. A vedere le sfumature, a sentire un'altra versione. Certi atteggiamenti, da parte di entrambi, mi hanno fatto letteralmente infuriare, ma non sono due protagonisti completamente da buttare via. E sul finale si ha un quadro completo della storia. Soprattutto nel capitolo in cui prende la parola Xai. L'intera storia è narrata da Eve, ma quel capitolo vale tutta la fatica e le maledizioni lanciate contro l'angelo oscuro.

«Non siamo quassù per la pace.» La risposta mi uscì bassa e spezzata. Non potei farci niente. Xai doveva sapere quello che mi stava facendo. «È perché ti rifiuti di accettare il destino.»

Richiuse la mano non ferita attorno alla mia nuca e mi attirò a sé. Io gli afferrai i fianchi per spingerlo via, ma sentii il suo altro braccio insinuarsi attorno alla mia vita e bloccarmi. «Finché non lascerai andare il passato, non abbraccerai mai il futuro.»

«Incomprensibile come sempre, Xai.»
«Testarda come sempre, Evangeline.»

Mentre pronunciava quelle parole, mi sfiorò le labbra con le sue. «Se potessi ridarti le ali, lo farei. Ma non posso.» Catturò la mia bocca prima che io potessi formulare una risposta.
 
Se potessi ridarti le ali…
Se solo tu potessi riavere le ali.
Se solo tu potessi tornare a casa.
In Paradiso.
Perché è quella la sua vera casa, vero?

Evangeline è confusa, mille pensieri che la tormentano. Ha nostalgia di casa, ma al tempo stesso sa che casa è dove è Xai. Lui è la sua kryptonite, l'unico in grado di distruggerla in mille pezzi.

Ma, al tempo stesso, è l'unico che la fa sentire viva. E tutto questo è doloroso.

È doloroso stargli accanto e non poterlo raggiungere veramente. È doloroso amarlo e non riuscire a scorgere oltre il suo freddo distacco. È doloroso baciarlo e volerlo uccidere allo stesso tempo.

Una spirale di passione e dolore.

Ma il tempo stringe e la fine del mondo sembra sempre più vicina. I demoni stanno diventando sempre più forti, l'Inferno sembra sempre più una realtà terrena.

Non c'è tempo per i dubbi, per le domande, per le incertezze. Bisogna agire. Qui e subito. Prima che sia troppo tardi.

Ma per l'amore c'è tempo? L'amore può essere l'arma vincente?

Tra demoni pestilenziali, tradimenti epocali e verità svelate la storia scorre veloce, in maniera molto fluida. Qualche sbavatura forse legata alla traduzione, qualche ripetizione di troppo per i miei gusti, ma quella che ho trovato è stata una storia ironica, divertente e scoppiettante. Proprio come i due protagonisti, che insieme sono una deflagrazione di proporzioni epiche.

Anche i personaggi di contorno hanno il loro perché, sono ben caratterizzati e qualcuno di loro spero di trovarlo nelle storie successive.

«Tu sei la mia unica debolezza, e la mia più grande forza,» mi sussurrò Xai contro le labbra. «Non sono mai riuscito a resisterti, Evangeline, per quanti sforzi facessi.» «Allora smetti di provarci.» Mi sembrava una cosa facile. Il nostro era un incontro voluto dal Cielo, letteralmente. Perché opporvisi?

Ho divorato La figlia della morte in poche sere, mi ha tenuto compagnia e l'ho apprezzata, nonostante mi abbia anche irritato e fatto arrabbiare. Però è anche questo il bello della lettura e la bravura di chi scrive: rendere umano e più simpatico un personaggio che magari fa o dice qualcosa che non ci piace e in cui non ci troviamo. Ed è quello che è successo a me con Eve e Xai. A volte li ho trovati snervanti, a volte così appassionati e appassionanti da, non dico amarli, ma tutto sommato rivalutarli e concedere loro una possibilità. E ora come ora, a distanza di qualche ora dalla conclusione della storia, posso dire di essere curiosa di leggere le loro future avventure.

Alla prossima.

A CURA DI
VOTO