SETTE BLOG PER UN AUTORE: "NATASCIA LUCCHETTI"


Ospitiamo oggi Mitja Zacharčenko, protagonista del romanzo di Natascia Lucchetti edito Delrai Edizioni.


1)Chi è Mitja Zacharčenko? Raccontaci qualcosa di te
Sono nato a Odessa, in Ucraina, quasi quarantacinque anni fa e la mia vita è stata molto movimentata. I miei genitori sono circensi, perciò io e i miei fratelli siamo stati iniziati a quell’arte sin da giovanissimi. Io sono il maggiore, l’apripista per la mia generazione, quello che preferiva i numeri più difficili e poteva metterli in scena, perché più grande e più esperto. È stato un grande privilegio guardare i miei fratelli che mi invidiavano per questo motivo.

Ho amato tanto, ho perso tanto, ma non ho mai mollato. Ho un bambino, Dorian, ed è la luce della mia vita. Abbiamo vissuto dei momenti molto difficili, ma grazie all’incontro con una persona speciale…

Natascia: Mitja, niente spoiler.

Oh, okay. Niente spoiler, chiedo scusa. Allora rientro nel seminato e vi racconto che cosa so fare. Suono la chitarra, cucino, riparo elettrodomestici rotti abbastanza bene. Sono anche intonato, me lo dicono in molti.

Sono bravo nei trucchi con le carte e ho una passione innata per l’escapologia. I miei fratelli hanno provato a imitarmi, ma con scarso successo. Di solito sono sempre modesto, ma non sulla mia passione.

Sono bravo a cucinare, ma non ho mai tempo o luogo per farlo. Se qualcuno mi invita a casa, però, spesso chiedo di lasciarmi la cucina. Alcuni mi guardano storto, altri sono molto sollevati dalla mia proposta. Ho una collezione mentale di facce entusiaste che mi fa piacere ricordare di tanto in tanto.

Non c’è molto altro da dire.

2)Cosa ne pensi della tua storia? Nei limiti dello spoiler, sei contento di quello che ti capita nel romanzo?
La mia storia?
Devo dire che non è sempre facile, ma se non ci fossero momenti bui, non apprezzerei quelli di luce, perciò sono contento di aver vissuto entrambe le cose. Avrei tolto qualche brutto muso dal mio cammino, ma sono contento di come li ho affrontati. Non voglio lamentarmi. Mi è andata bene.

3)Hai degli hobby di cui il tuo autore parla nel libro?
Suonare, cantare, riparare cose e cucinare. Chi protesterebbe per delle abilità del genere?

4)Che personaggio sei? Un protagonista amato sin da subito o no?
La mia autrice mi amava già da quando ero soltanto un’idea. Voleva riversare su di me le caratteristiche positive di una persona che le era stata accanto per anni e… c’è riuscita. Ci è andata bene anche col pubblico, poi!

5)Pensi che qualche lato del tuo carattere possa appartenere al tuo autore?
Sì. Ce ne sono diversi: la mitezza, per esempio. Entrambi ascoltiamo e cerchiamo soluzioni prima di esplodere in un crescendo di rabbia. Accettiamo compromessi, a patto che portino a qualcosa.

La tendenza a mostrarci allegri anche quando non ci va. Non ci piace parlare del dolore che abbiamo dentro, perciò lo lasciamo macinare per tanto tempo, senza sfogarlo, nella speranza che se ne vada da solo, senza che nessuno se ne accorga.

6)Tre aggettivi che ti descrivono.
Paziente, intelligente, pratico.

7)Parlaci della città dove è ambientata la tua storia.
Townsend.
È un posto discreto e carino. Si trova nel cuore delle Smoky Mountains, un massiccio americano non troppo alto ma di una bellezza indecifrabile. Mi piace salire su una delle cime e guardare il tramonto che affonda oltre l’orizzonte. Le percepisci come un abbraccio, o come una prigione, a seconda dello stato d’animo.

Mi piace anche quella gentile decadenza che trovi lungo le pendici, le vecchie case di legno di chi è venuto qui, a metà dell’Ottocento, a rifarsi una nuova vita, a scapito delle popolazioni locali e indigene. Il Tempo ha consumato quasi tutto, ma ha lasciato gli involucri delle esistenze passate. La natura se l’è riprese, creando uno spettacolo potente. Niente dura per sempre, ma il ricordo resta, neutro, né buono né cattivo.

Il problema di Townsend è che ci sono troppe famiglie che godono della chiusura della società. La gente ha paura delle novità, ha paura delle intrusioni e appena un nuovo ceffo supera i confini della cittadina… inizia una lotta per espellerlo, prima che provi a cambiare le cose, a rovinare l’equilibrio.

8)Che rapporto hai con gli altri personaggi del romanzo? Ti va di presentarceli?
Il rapporto con mio figlio è quello più forte. Dorian è una parte di me, ma al contempo una creaturina se stante che ha bisogno di stabilità. A volte penso di non essere il padre che si merita, ma mi ricredo ogni volta che viene a cercarmi.

Lilian… Lilian è la rinascita. Se qualcuno mi chiedesse che cos’è il buono della vita, io risponderei con il suo nome. Penso che sia una persona ancora più paziente di me, nonostante il peso che ha dovuto portare sulle spalle. Anzi, credo sia proprio quello ad averla resa quella che è. Non so come andrà il futuro, ma mi piace pensare di poterla avere sempre accanto.

Poi ci sono i miei angeli custodi. Sarah che mi ha accolto nella sua pensione, anche se non avevo garanzie da darle. Mi ha aiutato in tutto, mi ha persino regalato una chitarra. Probabilmente nemmeno sapeva quanto mi avrebbe fatto bene quel piccolo gesto.

Il secondo angelo custode è Barbara, la madre di Lilian. Lei, da sola, si è messa contro un paese intero per sostenermi. Ha un’apertura mentale che è troppo avanti per questa piccola realtà. Se fosse stata in una grande città, Barbara sarebbe diventata un pezzo grosso, non so decidere in che campo. Meritava di più, ma ha già avuto una figlia come Lilian e credo che sia una bella benedizione.

Potrei parlarvi anche degli antagonisti di questa storia, ma non mi piace spendere brutte parole nei confronti di qualcuno. Non perché temo di offenderli, ma perché la bruttezza fa male alle persone, ai loro pensieri e io ho voglia di circondarmi e concentrarmi sulle cose buone.

9)La tua storia avrà un seguito?
La mia storia va benissimo così. Avrà un seguito, è ovvio, ma sarà soltanto per me e per Lilian.

10)Cosa pensano di te i lettori nelle loro recensioni?
Mi adorano. L’ho detto prima che sono stato fortunato con le persone. Proprio ieri mi hanno detto che sono quel tipo d’uomo che ispira stabilità e speranza in un futuro insieme. C’è un complimento migliore?

11)C’è un messaggio all’interno del romanzo che secondo te il tuo autore vuole trasmettere ai lettori?
La mia autrice pensa che dalla mia storia si possa imparare a capire che dietro gli occhi di una persona c’è una vita diversa che nessuno può permettersi di giudicare. Bisogna ascoltare e condividere, supportarsi a vicenda quando c’è una situazione difficile, senza sputare sentenze. Non servono a chi le afferma e fanno male a chi le subisce.

12)Tre buoni motivi per leggere la tua storia.
La mia storia è intensa, piena di sentimenti e reale.