SETTE BLOG PER UN AUTORE: "RACHEL SANDMAN"


Ospite di oggi Laure Lennox, protagonista del romanzo di Rachel Sandman Robin.



1)Chi è Laure Lennox? Raccontaci qualcosa di te
Vorrei solo sottolineare una cosa, qui, ora. IN realtà, il protagonista avrebbe dovuto essere Jeremy ma... Ha un po' una reticenza a fare interviste, a parlare di sé. Sì, insomma, ecco... Quindi eccomi qui. Bonjour, sono Laure Lennox, sono francese di nascita ma ormai da qualche anno vivo a Boston. Sono cameriera presso il Dante, un locale fantastico (se capitate nei paraggi, fate un salto) e, nelle ore libere, mi dedico a fare la baby sitter o a dare lezioni di Francese.

2)Cosa ne pensi della tua storia? Nei limiti dello spoiler, sei contento di quello che ti capita nel romanzo?
Donc, ovviamente sì. Credo che in Robin ci sia davvero una parentesi della mia vita, ben descritta e resa. Adoro il fatto che, in alcuni capitoli, sia io stessa a parlare perché così le persone possono davvero entrare negli ingranaggi del mio cervello e comprendere che, talvolta, l'ottimismo non è superficialità ma è, al contrario, un modo diverso di prendere ciò che la vita impone o regala e vederlo sotto una luce nuova.

3)Hai degli hobby di cui il tuo autore parla nel libro?
Oui. Adoro le tisane: in particolare, quella ai frutti rossi, ma anche quella limone e zenzero non mi dispiace (tra l'altro, quest'ultima è molto utile per raffreddori, blocchi del plesso solare e così via). Poi, amo andare in bicicletta, sentire il freddo che mi sfiora la pelle. Adoro gli abiti vintage. Ho un negozietto che ormai è diventato il mio preferito, se vuoi ti ci porto! E poi... Mais oui, adoro le piante: gli alberi, i bonsai. Ho già detto che mi curo di un bonsai al Dante? Forse no.

4)Che personaggio sei? Un protagonista amato sin da subito o no?
Alors, questo dovrebbero dirlo i lettori. Sono una donna che sa quello che vuole, sin da subito. Ho i piedi per terra, nonostante possa sembrare buffa o tendente all'arrossamento. Si dice così? Mon Dieu, ho ancora qualche difficoltà con la lingua. Talvolta non comprendo i giochi di parole e faccio confusione. Comunque, nel complesso penso di essere una persona autentica, che si presenta sin da subito per ciò che è.

5)Pensi che qualche lato del tuo carattere possa appartenere al tuo autore?
Lei sostiene di no, ma secondo me, un po' di queste filosofie orientali che all'inizio trovava superficiali e astruse, ora le ha abbracciate anche lei. Per il resto, come ha detto lei, siamo diverse: potremmo però essere amiche, questo è certo.

6)Tre aggettivi che ti descrivono.
Buffa. Matura. Vera.

7)Parlaci della città dove è ambientata la tua storia.
Boston è fenomenale. Ci muoviamo soprattutto nella parte sud, quella legata al porto e poi ai due quartieri, quelli di Beacon Hill e Black Bay, dove viviamo sia io sia Jeremy. E' un concentrato di possibilità: arte, musica, locali, piste di pattinaggio, parchi. E' una metropoli americana a tratti atipica: non spicca per grattacieli o per uffici di borsa in stile New York City. E' una città accogliente, fatta di mattoni che sanno di casa, di calore propagato da un camino acceso. In inverno sembra una boule à neige tanto è bella.

8)Che rapporto hai con gli altri personaggi del romanzo? Ti va di presentarceli?
Sam, che è la protagonista di Echo, è la mia migliore amica. E' un po' un riccio, tu m'as compris? Lei è ricca di cicatrici ma, al suo interno, racchiude un mondo meraviglioso che i lettori hanno avuto modo di scoprire nella sua storia.
Oltre a lei, nel nostro appartamento vive anche Alex, una giovane ragazza del Maine. E' un po' un piccolo pulcino, più giovane di noi: sono molto protettiva con entrambe, ma con lei, forse, un tantino di più.

Poi c'è Tom, che è il ragazzo di Sam. Lui è un vulcano, sempre in movimento, ironico. Ormai, credo che posso definirlo mio amico.

Aaron è invece il mio capo, il proprietario del Dante e il padre di Philippe, il piccolo di cui mi occupo per un paio di ore a settimana. Con loro il rapporto è stretto, frutto di anni trascorsi fianco a fianco: ormai trascorro le feste con la sua famiglia, qui negli Usa.

Ed infine, Jeremy. Mon Dieu, con Jeremy... Ho sentito le farfalle nello stomaco credo sin da subito. Non è stato amore, non all'inizio almeno. Però è stato subito un legame tangibile: ad esempio, in una sala piena di gente, il mio sguardo finiva su di lui, sempre e comunque. Non credo serva dire altro.

9)La tua storia avrà un seguito?
Mai dire mai. Credo però di no. Jeremy necessita di un po' di privacy, così ha detto.

10)Cosa pensano di te i lettori nelle loro recensioni?
Temevo, inizialmente, che potessero mal interpretare il mio atteggiamento un po' accondiscendente, accogliente. Invece hanno compreso che là dove abbraccio, lenisco, accarezzo, sono tutti gesti fatti per alleviare un dolore che percepisco e che, in un certo senso, mi rimbomba nel mio stomaco. Il mio è un comportamento a cui sono giunta negli anni: a 20, non avrei mai avuto questa maturità, questa pazienza. Ma fortunatamente oggi sono la donna che voglio essere.

11)C’è un messaggio all’interno del romanzo che secondo te il tuo autore vuole trasmettere ai lettori?
I messaggi sono tanti. Innanzitutto, l'amore esiste tra persone diverse e per creare una coppia solida non bisogna necessariamente scendere a compromessi: io sono io, Jeremy e Jeremy, adesso come all'inizio del romanzo, come alla fine. Non importa cosa accada nel mezzo: possiamo smussare qualche lato ma noi restiamo noi.

Inoltre, i temi dell'amicizia che supera anche le incomprensioni; il legame con un bambino che crea una scintilla; la presenza di una figura negativa che, in realtà, non è nemico ma ha solo un attitudine diversa nel vedere le cose, nel vivere.

12)Tre buoni motivi per leggere la tua storia.
Donc... C'est difficile. Alors... 1) Perché c'è Jeremy: io sarò di parte ma è una persona che va scoperta, compresa; che merita di essere conosciuta. 2) Per la musica che accompagna ogni capitolo: ho adorato ballare su alcune tracce, ascoltarne altre a ripetizioni, rivivere scene di telefilm attraverso la mia vita vera. Leggetelo ascoltando tutto questo. E' un'esperienza magnifique. 3) Perché credo che Boston non sia mai stata vivida come tra queste pagine.