RECENSIONE: "BRUTTE STORIE" di Roberto Ciardiello


La Dott.ssa Biotech ci racconta le sue impressioni sul romanzo di Roberto Ciardiello Brutte storie edito Dark Zone Editore.


Una casa sperduta in campagna. Due carcerieri. Bambini rinchiusi in un ripostiglio. Nino ed Eva, unici sopravvissuti ai loro aguzzini, hanno a disposizione soltanto un secchio per gli escrementi e un vecchio mangianastri, da cui sgorgano racconti dell’orrore. Niente luce né finestre, niente letto su cui dormire; solo loro due, schiacciati da una voce registrata che scandisce l’eterna prigionia nel buio totale. Nino ed Eva sono bestie in un macello. E come tutte le bestie mangiano e aspettano. Fuori, un’epidemia di morti viventi fa il resto, narrando una favola nera che aggiunge terrore al terrore. Ma Nino ed Eva lo sanno. Quella non è la storia più brutta.


Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale omaggio


In campagna, in una casa sperduta, si trovano i cadaveri di tanti bambini. Ma non sono tutti morti. Ce ne sono due sopravvissuti: Nino ed Eva, scampati ai due aguzzini autori della strage, quelli che li hanno rapiti, e sono rinchiusi in un ripostiglio buio e puzzolente. In questo ripostiglio c’è un nastro, che scorre senza sosta. Un nastro con incise storie dell’orrore…

“Brutte storie” è una raccolta di racconti horror. Ogni storia è diversa, ognuna macabra a modo suo, ognuna nasconde un orrore diverso.

Sono storie che iniziano normalmente, per poi far nascere ansia man mano che ci si avvicina alla fine.

Lo stile di scrittura è altalenante, alterna la narrazione lenta al ritmo serrato verso la fine.

In definitiva, una buona raccolta, da leggere con un racconto a sera oppure, come me, tutto d’un fiato!

A CURA DI
VOTO