BLOGTOUR: L'AMBIENTAZIONE - IMAGO di Alessandra Paoloni edito Delrai Edizioni



Tiepolo osservò il cielo attraverso gli alberi. L’alba lo aveva chiazzato di lunghe striature rossastre, come graffi su una tela. Tiepole è un paese laziale, in provincia di Roma, situato su alcune montagne il cui clima sembra essere mite anche in estate e la stagione che predonima è l'autunno. Un'atmosfera surreale, diremmo. Un paese quasi abbandonato, fatto di case poco moderne, di viuzze strette e pochi negozi. Un paese immobile in se stesso ma dalla natura incontaminata. Il passo che avete letto all'inizio è tratto da Anathema, le appendici di Imago, dove guardiamo per la prima volta Tiepole attraverso gli occhi di Tiepolo Costantini, il suo fondatore.

La natura e il cielo plumbeo
Il cielo plumbeo prometteva ancora pioggia, eppure c’erano dei brevissimi momenti in cui, nel loro lento passaggio, le nuvole permettevano ai deboli raggi del sole di filtrare attraverso di esse. Scordatevi il sole, se mettete piede a Tiepole. Il cielo è perennemente plumbeo, come se la terra maledetta fosse ricoperta dalle nuvole per nasconderla al resto del mondo. Un luogo inospitale, che non offre nulla se non misteri e leggende. Eppure Tiepole è circondato dalla natura, da colline e radure, da quercie e fogliame, come a ricordare che è dalla natura che dipendiamo anche se tendiamo a scordarcelo. Ed è proprio in mezzo alla natura che Marta Vasselli decise di trascorrere gli ultimi anni della sua esistenza. Le mura sembravano sbucare dalla terra come un mostro sotterraneo pronto a divorare chiunque.
E la quercia, immobile, pareva essere in attesa di qualcuno.
La chiesa e il cimitero
Due posti che ricorrono molto spesso, anche in Imago, sono la chiesa e il cimitero del paese. La prima perché sede dell'Assemblea cittadina, e non solo; il secondo perché in questo sequel la parte spiritistica prende ancora più il sopravvento. La linea della vita e della morte, in Imago, si assottiglia notevolmente. E i cimiteri, una volta tanto, non sono soltanto quei luoghi di morte fisica.
Ma diventano posti di ritorno e, infine, risoluzione.
«Mi hai seguita già in un cimitero... ti accontenterò di nuovo.»