SETTE BLOG PER UN AUTORE: "VIRGINIA PANICHI"



Ospite di oggi per la rubrica Sette Blog per un Autore, l'autrice Virginia Panichi e i protagonisti del suo romanzo Levii-Hatan edito Edizioni Open.





1) Chi sono Turi e Dion? Raccontateci qualcosa di voi
TURI: «Il mio nome, almeno quello lo so bene: Turi. Fino a poco tempo fa facevo il guardiano di porci nelle mie campagne, ma mica solo quello. Se t’interessa so anche scrivere sai! C’ho un diario ma quello è segreto e ‘nun te lo posso fare leggere.»
DION: «Il mio nome è fatto per esser pronunciato da labbra di rosa, e come suona bene “Dion” detto da voce femminile… sembra di sentire la parola amore. Sono un canta-verbo, un maestro indiscusso della parola, la penna più fina di tutta Levii-Hatan»

2) Cosa ne pensate della vostra storia? Nei limiti dello spoiler, siete contenti di quello che vi capita nel romanzo?
TURI: «Contento? Mica lo so che gli è passato per la testa a quella che l’ha pensata! Io me ne stavo tranquillo per i sentieri dei porci e d’un tratto mi ritrovo nel Rostro e se proprio te la devo dire tutta, succedono cose parecchio, parecchio strane e a volte c’ho pure paura. Però ho conosciuto quel damerino di Dion e la mia amica Meloria (che è la più bella del mondo) e forse gli devo anche dire grazie a chi ha scritto la storia, perché ora mi sento anche un po’ fortunato.»
DION: «Non credo affatto che qualcuno abbia guidato il mio destino, io solo sono l’artefice delle mie vicissitudini, io solo seguo la strada che mi sono aperto. Ma per l’onestà che mi contraddistingue, devo ammettere che mai e poi mai avrei scelto un compagno come Turi. La sua primordiale semplicità mi ha messo in imbarazzo, ma più spesso ancora m’ha insegnato e di questo non posso che essergli grato.» 

3) Avete degli hobby di cui la vostra autrice parla nel libro?
TURI: «Non sono tanto sicuro di che vuole dire la parola hobby e se per avercene bisogna fare qualcosa di speciale, lo chiedo a Dion che quello sa sempre tutto.»
DION: «Essendo un poeta dovrei forse parlarti della meraviglia della parola, del profumo della carta e via dicendo. Ma la passione quella vera, che accende l’anima e il corpo è la creatura più sublime e astratta: la Donna. Le bionde han pelle di pesco, le rosse sono fiamma danzante e le more cenere ancora ardente. Amale tutte per non far torto a nessuna (e neanche a te stesso)”

4) Che personaggi siete? Dei protagonisti amati sin da subito o no?
TURI: «Mah, io vedo che piaccio più alle bestie che agli ommini, quelli mi guardano sempre un po’ strano, come faceva Dion all’inizio. Ora però va meglio e forse forse se chi legge questo libro mi ‘mpara a conoscere un po’ meglio, gli piaccio di più anche a loro.»
DION: «Questa domanda è irrispettosa e altrettanto fuori luogo. È chiaro che io sia amato fin da subito (soprattutto dal gentil sesso) per la mia arguzia, per l’innata maestria con il verbo e per la mia inequivocabile bellezza.»

5) Pensate che qualche lato del vostro carattere possa appartenere alla vostra autrice?
TURI: «Mmm… mi sa che anche chi scrive è un po’ ‘mbranato a fare delle cose e mica sempre prende la vita sul serio come fa certa gente sempre ingrugnita.»
DION: «Benchè il mio carattere sia unico, suppongo che chi scrive condivida con me l’amore autentico per le parole, il tappeto volante per viaggiare verso vie sconosciute.»

6) Tre aggettivi che vi descrivono.
TURI: «Imbrattato, arruffato, sincero… sono aggettivi vero?»
Dion: «Astratto, affascinate, abile (soprattutto in amore)»

7) Parlateci della città dove è ambientata la vostra storia.
Dal Diario di TURI: “(…) ho scoperto Kētos… è una città sai, come non n’avevo mai viste prima. E le case sono grandi come colline (mica come quelle di fango e pietre ‘ndo sto io) e stanno ‘nmezzo a ‘nammasso di punte storte (come quelle del forcone), che manco i miei occhi vedono la fine. ‘Nzomma ti vorrei dire quanta gente c’era e quanto era bella la locanda ma il putiferio che ha fatto il mio compare mi fa ricordare solo quello. (…)”
Dal Diario di DION: “Le disarmonie dell’Isola di Levii-Hatan sono evidenti sin dal primo sguardo. Sembra il capriccio di un Dio che si sia divertito a tirarla e allungarla all’inverosimile. Al centro la città di Kētos è come un’enorme bocca spalancata nell’eterno sbadiglio; sotto i denti ritorti, le vie s’aggrovigliano tra sublimi edifici e perenne miseria”. 

8) Che rapporto avete con gli altri personaggi del romanzo? Vi va di presentarceli?
TURI: «Ti voglio parlare di Dion, è biondo con un gran ciuffo e c’ha sempre quell’aria a damerino che ti fa storcere il naso tutte le volte che lo guardi. All’inizio mica c’andavo d’accordo, ma poi piano pianino s’è fatto amicizia e anche se pensa sempre alle donne un po’ di bene me lo vuole anche a me… non me l’ha mai detto ma io l’ho capito. 
Poi c’è Meloria, l’ho conosciuta nel Rostro, ha gli occhi come quelli del gatto, del verde che mi sembra di essere nei miei boschi quando sto con lei. È parecchio bellina, e a volte quando mi guarda mi fa abbassare lo sguardo…»

DION: «Ti potrei dire che l’unica degna di nota sia la bellezza brutale di Zaira, l’unica Magistrae donna della nostra bizzarra scuola. La sola (per il momento) musa per le mie poesie. Ma Turi, con quell’unico intrico di barba e capelli, con la sua parlata rustica è la vera scoperta. Siamo l’uno lo specchio distorto dell’altro, ma mai in vita mia ho trovato un animo tanto puro, fanciullesco e in fondo affine.»

9) La vostra storia avrà un seguito?
TURI: «Eccome! Di cose ne devono succede ancora un sacco. Lo scrittore ci ha lasciati nella mer… ‘nzomma nei guai e sarà bene che si sbrighi a tiraci fuori! Io poi son quello messo peggio di tutti… ci vogliono alti due libri, te lo dico io!»
DION: «Ho il sospetto che questa mia storia calcherà i palcoscenici più popolari arrivando all’apice del successo. Avrà un gran seguito e ritengo opportuno immaginare che sarà fatta anche una di quelle che voi, nei tempi moderni, chiamate SERIE TV. Il titolo ovviamente sarà il mio stesso nome»

10) Cosa pensano di voi i lettori nelle loro recensioni?
TURI: «Per ora tutto bene grazie, dicono che sono un grande, che m’adorano e tante altre belle cose… che avrò fatto poi per meritarmi tanti complimenti, non lo so proprio»
DION: «Ho letto cose ambigue, ma è certo che tutti apprezzano (e prendono esempio) questa mia attitudine verso la bellezza femminile. Scommetto che le mie lettrici sono tutte donne, del resto lo spero, gli uomini possono pure cedere il passo.»

11) C’è un messaggio all’interno del romanzo che secondo voi la vostra autrice vuole trasmettere ai lettori?
TURI: «Quello che s’è capito è che l’acqua fa ruggine, il vino è quello che ci vuole! Ah poi c’è anche l’amicizia che quando arriva è come essere sempre a casa»

DION: «Sicuramente è un’ode al femminile nelle sue più svariate forme, l’ho scritto e lo sottolineo. Di seguito arriva un legame ben diverso, che non avevo mai conosciuto e che solo ora apprezzo: l’amicizia nelle sue forme più disparate.

12) Tre buoni motivi per leggere la vostra storia.
TURI: «Ti farà schiattare dal ridere, perché c’ho bisogno che mi presti un po’ del tuo coraggio, perché così lo scrittore continua l’avventura (non ci voglio rimanere dove c’ha lasciati ora)…»
DION: «Il Piacere di leggere i miei versi, le tante e incredibili avventure, la scoperta di una scuola segreta come quella dei Camminatori»