SETTE BLOG PER UN AUTORE: "ANNALISA CESARETTI"


Oggi per la rubrica Sette Blog per un Autore, ospitiamo Annalisa Cesaretti e il protagonista del suo romanzo Un ago simile: Stefano.



1)Chi è Stefano? Raccontaci qualcosa di te
Stefano è innanzitutto un uomo che ha sbagliato.
Sono finito al Gebella per scontare la pena che mi hanno inflitto per lo sbaglio che ho commesso. Sono siciliano, di Trapani. Quando sono entrato in carcere avevo venticinque anni e pensavo che sarei rimasto dietro le sbarre per diciassette mesi. Sono passati quindici anni e sono ancora qui.

2)Cosa ne pensi della tua storia? Nei limiti dello spoiler, sei contento di quello che ti capita nel romanzo?
Incontrare Abel e Marisol mi ha permesso di riscattarmi, almeno in parte.

3)Hai degli hobby di cui il tuo autore parla nel libro?
Non ci sono tanti hobby che puoi coltivare in carcere. Mi piace ascoltare la radio e sono un fanatico di Lucio Battisti.

4)Che personaggio sei? Un protagonista amato sin da subito o no?
Direi simpatico fin da subito e biasimato poi. E forse, chi lo sa, perdonato sul finale.

5)Pensi che qualche lato del tuo carattere possa appartenere al tuo autore?
Da quello che ne so, la mia autrice ama Lucio Battisti tanto quanto me. Per il resto, non vedo altri aspetti in comune se non l’umanità. A dispetto di quello che si possa pensare, ne ho una anche io.

6)Tre aggettivi che ti descrivono.
Saggio, socievole, tranquillo.

7)Parlaci della città dove è ambientata la tua storia.
Sono nato e cresciuto a Pizzolungo, a Trapani. Subito dopo il “fattaccio”, però, ho fatto il possibile per essere trasferito fuori dai confini della Sicilia. Avevo bisogno di lasciarmela alle spalle e di dimenticare. È così che sono finito al Gebella, a Colmite.

8)Che rapporto hai con gli altri personaggi del romanzo? Ti va di presentarceli?
Da quando sono finito in cella con Amir ho rischiato più volte che la mia pena venisse prolungata, ma ancora oggi resisto all’istinto di fargli ingoiare le pagine del suo dizionario dei sinonimi e dei contrari.

Occhi grigi, al secolo Abel Gadda, è un ragazzo per bene. Ci abbiamo messo un po’ per entrare in confidenza, perché era molto chiuso e introverso quando è arrivato al Gebella, ma poi io e Amir abbiamo capito che ha un cuore grande… forse fin troppo.

Marisol è tale e quale a suo nonno Luigi. Senza di lui non sarei riuscito a resistere qui dentro senza impazzire. Ha fatto molto per noi detenuti e non finirò mai di pregare per lui. Sua nipote ha la sua stessa determinazione.

9)La tua storia avrà un seguito?
Fra due anni uscirò dal carcere e per me avrà inizio una nuova storia. Questa volta, però, preferirei avere poco da raccontare.

10)Cosa pensano di te i lettori nelle loro recensioni?
Al Gebella la connessione internet non funziona da mesi e non abbiamo modo di navigare sul web. Non ho avuto modo di leggerle.

11)C’è un messaggio all’interno del romanzo che secondo te il tuo autore vuole trasmettere ai lettori?
Il mio autore ha cercato di rendere giustizia alla mia umanità, a quella di Amir, Luigi, Valerio, Dario, Yuri, Arturo e tanti altri.

12)Tre buoni motivi per leggere la tua storia.
Farete contento Amir, mi darete modo di spiegare e di chiedere perdono, potrete segnarvi i titoli di buone tracce da ascoltare.