RECENSIONE: "IL SETTIMO BICCHIERE. ETERNO OBLIO" di Dario Pezzotti


La nostra Dott.ssa Biotech ci racconta le sue impressioni sul racconto di Dario Pezzotti Il settimo bicchiere edito Edizioni Open.

Ellen cerca di porre fine alla sua esistenza, sperando forse di trovare in un insano gesto la propria redenzione. Geremia, un mendicante, ultimo dei reietti delle Città Vecchia, prova a dissuaderla trascinandola in un viaggio nei vicoli bui della mente e dell’oblio.


ringraziamo la casa editrice per la copia digitale omaggio



Ellen è una donna che si porta dentro un grande dolore, e non riuscendo a trovare pace decide di suicidarsi. Ma proprio mentre è sul punto di farlo, incontra Geremia, un mendicante, che tenta di farla desistere dal suo intento, offrendole sette bicchieri di bourbon per costringerla a ricordare ciò che lei tenta disperatamente di sopprimere.

“Il settimo bicchiere. Eterno oblio” non lo definirei propriamente un racconto horror, piuttosto un racconto mistico e introspettivo.

Buona parte della lettura è un viaggio nei ricordi di Ellen, scopriremo cosa le è successo di così terribile da indurla a compiere un gesto tanto estremo quanto quello di suicidarsi. Solo quando arriveremo all’ultima pagina comprenderemo quali sono le motivazioni che spingono Geremia a tentare di riportare Ellen sulla strada della redenzione.

Nonostante sia molto breve questo racconto cela una morale profonda: nel bene e nel male tutto quello che ci accade nel corso della vita definisce ciò che siamo, e quando ci capitano cose negative non possiamo semplicemente decidere di gettarle nel dimenticatoio, perché sono anche quelle parte di noi, e rifiutarle vorrebbe dire rifiutare noi stessi. In questi casi dobbiamo accettare ciò che ci è successo, trarne insegnamento e andare avanti con la nostra vita, anche se in quel momento ci sembra una cosa impossibile.

La cosa più difficile è proprio affrontare il dolore, viverlo per poi accettarlo, redimerci ed andare avanti, continuando a vivere la nostra vita.

Tutti gli eventi che ci toccano, nel bene e nel male, arricchiscono la nostra anima e la nostra persona, e ci consentono di sopravvivere anche al dolore più atroce. Siamo quelli che siamo grazie all’esperienza, e il dolore forgia una persona più della gioia.

Un piccolo racconto che racchiude un grande insegnamento.

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