RECENSIONE: "L'AURORA DI UNA NUOVA VITA" di Enrico Maria Calà


La Dott.ssa Biotech ha letto il romanzo di Enrico Maria Calà L'aurora di una nuova vita.


Federico è un insegnante di trentasette anni al principio di una profonda crisi esistenziale, testimoniata in primo luogo dalla scialba sensazione che, in quell’estate, il mare insolitamente produce in lui. Rivede prima Giovanni, un vecchio collega universitario, e bizzarre coincidenze gli fanno ipotizzare da subito che il suo amico sia già morto al momento dell’incontro. Poi Laura, una sua ex, gli annuncia di essere incinta di un bambino che ritiene sicuramente loro. La notizia sconvolge la monotona quotidianità del protagonista che inizia a nutrire verso la donna contrastanti sentimenti di fiducia e sospetto, amore e rancore, mentre si succedono fenomeni sempre più inquietanti, primo fra tutti la comparsa di un satiro beffardo. Federico sembra convincersi che questi fatti paradossali non siano il semplice frutto della sua mente, ma che l’intera realtà venga governata da forze occulte, a tal punto da far vacillare la sua fede razionalistica. Ciò acuisce progressivamente la sua condizione di avvilimento morale, lo trascina in un grave stato psicotico-depressivo e, infine, in una tragica spirale omicida.

Ringraziamo l'autore per la copia digitale omaggio


Federico ha 37 anni, è un insegnante e la sua vita è ormai un susseguirsi di giorni tutti uguali. Poi qualcosa cambia, e nella sua vita iniziano ad accadere strani episodi. Incontra un suo vecchio amico, sul quale ha una strana sensazione, e improvvisamente la sua ex ricompare dal nulla rivelandogli di essere incinta e che il figlio è suo. Tutti questi avvenimenti e ciò che poi ne consegue sconvolgono Federico a tal punto da non essere più in grado di distinguere verità e immaginazione, non sa più di chi o cosa può davvero fidarsi, gettandolo così in uno stato psicotico.

“L’aurora di una nuova vita” è un breve romanzo che non so propriamente posizionare in un genere definito. Fondamentalmente seguiamo il protagonista durante le sue giornate, che spesso sono giornate posizionate nell’ordinario senza eventi significativi. Questo, purtroppo, unito anche a uno stile di scrittura monocorde (mi ha un po' ricordato lo stile di alcuni testi scritti nell’antichità) ha reso la lettura molto lenta, nonostante il romanzo sia molto breve contando solo 84 pagine, e in alcuni punti ostica.

L’idea che c’è alla base è senz’altro interessante, ma avrei preferito che venisse sviluppata meglio la parte relativa alle misteriose stranezze piuttosto che quella legata alla quotidianità del protagonista.

Ho trovato mancanti molti elementi tipici dei romanzi mistery-thriller, è stata più una lettura per passare il tempo, che purtroppo non mi ha entusiasmata.

A CURA DI
VOTO