RECENSIONE: "BLANKY - SOUR CANDY" di Kealan Patrick Burke


La nostra Dott.ssa Biotech ha letto per noi i racconti di Kealan Patrick Burke Black - Sour Candy edito Nua Edizioni.




Blanky In seguito alla tragica morte della figlia piccola, Steve Brannigan fatica a rimettere insieme i pezzi. Separato dalla moglie, che si rifiuta di vivere nella casa dove è successo l’impensabile, e incapace di lavorare, cerca sollievo in una sequenza infinita di vecchie sit-com e nel bourbon. Finché, una notte, sente un rumore dalla cameretta che era della figlia, una stanza ormai spoglia di qualsiasi cosa la identificasse come sua… a parte la copertina affettuosamente chiamata Blanky. Blanky, vecchia e logora, con il suo obsoleto patchwork di coniglietti cuciti malamente, e i cui bottoni neri paiono tanti occhi che sembrano fissare chi li guarda… Blanky, acquistata da uno strano signore anziano a un banchetto di antiquariato che vendeva “Abittini Bebè” scontati. La presenza di Blanky nella cameretta della figlia morta non preannuncia altro che un incubo ineffabile, che minaccia di spegnere quel poco di luce ancora rimasta nel mondo infranto di Steve. La figlioletta amava così tanto Blanky… Steve aveva seppellito la copertina insieme a lei. Sour Candy A un primo sguardo, Phil Pendleton e suo figlio Adam sono un padre e un figlio come tanti, non diversi dagli altri. Fanno passeggiate insieme al parco, visitano fiere, musei e zoo e mangiano davanti al lago. Si potrebbe dire che il padre è un po’ troppo accomodante, vista la mancanza di disciplina quando il bambino perde le staffe in pubblico. Si potrebbe dire che vizia suo figlio, concedendogli di mangiare caramelle quando gli pare e di andare a letto agli orari che preferisce. Si potrebbe anche dire che tanta indulgenza comincia a pesargli, visto il modo in cui la sua salute è peggiorata. Quello che nessuno sa è che Phil è un prigioniero, e che fino a un incontro fortuito in un negozio, avvenuto poche settimane prima, non aveva mai visto il bambino in vita sua.



“Blanky – Sour Candy” sono due brevi racconti horror accomunati dalla trama inquietante!

“Blanky” racconta la storia di Steve, un uomo distrutto dopo che la sua figlia, Robin, è morta soffocata nel sonno. Dopo la sua morte Lexie, la moglie di Steve, decide di tornare dai suoi genitori poiché stare nella casa dove è morta la figlia per lei è troppo difficile. La vita di Steve da quel momento è diventata monotona e solitaria, si ritrova a vivere da solo in quella enorme casa in cui c’è sempre silenzio, almeno fino alla sera in cui sente dei rumori provenire dalla cameretta della figlia, che è sempre rimasta chiusa dal momento della sua morte. Quando va a controllare e apre la porta, davanti a lui, sul pavimento, giace Blanky, la copertina con cui sua figlia veniva sempre coperta, e da quel momento nella sua vita iniziano a verificarsi una serie di macabre coincidenze. Già, perché Blanky non dovrebbe trovarsi lì, dato che è stata seppellita insieme a sua figlia…

“Sour Candy” ci racconta la storia di Phil, abbandonato dalla donna che ama, e di suo figlio Adam, un figlio che pretende l’impossibile e che, stranamente, viene sempre accontentato dal padre. È come se il padre fosse il suo schiavetto. C’è solo un piccolo particolare: Phil non ha mai visto Adam in vita sua, almeno fino al giorno in cui lo ha incontrato per caso in un supermercato e ha accettato da lui una strana caramella…

“Blanky-Sour Candy” è stata una lettura fulminea, grazie alla costruzione delle trame e all’impostazione che l’autore è riuscito a dare allo sviluppo delle due storie. Dopo una breve introduzione si entra subito nel vivo della storia, il lettore viene travolto dalla successione degli eventi. L’autore non si disperde in descrizioni, ma racconta tutto con un ritmo serrato, il che rende molto difficile staccarsi dalla lettura.

Dai racconti, soprattutto dal primo, traspare un gran senso di inquietudine, e con lo svilupparsi della trama il lettore non riesce a capire fino in fondo se i due protagonisti sono davvero vittime o semplicemente impazziti.

Mi è piaciuto molto di più “Blanky”, perché è il tipico horror con sfumature mistery che regalano ancora più suspence al lettore. “Sour Candy” è partito più lentamente e ci ho messo un po' ad inquadrare la storyline, ma nel compenso un bel racconto anche questo.

Una lettura che si fa tranquillamente in un’oretta, perché una volta iniziata vorrete sapere a tutti i costi come andrà a finire.

A CURA DI
VOTO