VI SEGNALA NADIA 469: "IL TEMPO RUBATO" di Giuseppe Pantano


Segnalazione del romanzo di
Giuseppe Pantano "Il tempo rubato".







Titolo: Il tempo rubato
Autore: Giuseppe Pantano
Editore: Self publishing
Genere: Thriller psicologico
Pagine: 270
Costo: € 14,00 cartaceo - € 7,94 ebook







Mark Spencer è un Manager di successo e attento alle esigenze della sua famiglia. Qualcuno lo ha colpito con 8 coltellate profonde nel salotto della sua abitazione a Parigi. Chi lo ha colpito? Per quale motivo?
Le ombre di un passato agghiacciante si intrecciano con un presente difficile e tormentato, in un’escalation di forti emozioni, di drammi, di delitti e di colpi di scena. L’uomo e il manager si ritrovano al centro di un vortice in cui l’inesorabile passare del tempo appare scandire il ritmo di un’ineluttabile destino che arriverà a chiedere conto del tempo rubato.
L'incessante scorrere del tempo racconta, alternativamente, le opposte fortune dei protagonisti e li mette di fronte alle loro debolezze, alle loro contraddizioni e ai loro difetti. La vita di Mark deve fare i conti con un presente difficile e con un pesante passato, dai quali abissi, la sua coscienza risorge per vendicarsi.
La storia si nutre di sentimenti forti, come l’astio, la vendetta, la crudeltà. Essi sono mossi da atteggiamenti e da comportamenti altrettanto forti come l’invidia, il servilismo e il tradimento.


LA SPARATORIA:
“Il lunedì successivo ero in riunione con i miei collaboratori del Comitato di Direzione. Stavamo discutendo dei risultati ottenuti e Francisco Garodo stava illustrando i numeri brillanti che la nostra filiale avrebbe raggiunto, grazie alle strategie vincenti messe in campo durante l’arco degli ultimi due anni. Avremmo chiuso l’anno come la filiale europea con il miglior fatturato e il miglior profitto.
Mi stavo godendo le parole del direttore finanziario che, per noi, significavano stima e considerazione da parte di Londra, in aggiunta alla riconferma convinta di tutto lo staff e a bonus gratificanti di fine anno. Per gli azionisti inglesi, quei risultati significavano dividendi e crescita del valore delle loro azioni. Mi stavo crogiolando in silenzio per la presentazione di Garodo ma, al contempo, ero sul
chi va là in attesa che Marie mi parlasse della telefonata dell’impostore.
Erano le 11 quando, finita la riunione, mi diressi verso la mia stanza e mi fermai da Marie per rivedere l’agenda dei miei impegni della giornata.
«Buongiorno Capo», esordì Marie.
«Buongiorno Marie, come sta?»
«Tutto bene, si ricorda che alle 11:10 ha un incontro con Monsier Durand, il Presidente del Salon Logistics?» Domandò Marie.
«Assolutamente sì, è arrivato?» Chiesi.
«E’ in Reception che aspetta».
«Lo faccia aspettare una decina di minuti e poi lo accompagni da me».
«Ok, capo. Ah Mark!» Esclamò mentre stavo chiudendomi in stanza.
«Mi dica Marie».
«Ha chiamato un certo Rutherford, Robert Rutherford, chiedendo di lei. Quando gli ho detto che era in riunione e di specificare il motivo della chiamata, mi ha detto che avevate un appuntamento telefonico con lei per stamattina. Mi ha detto  che chiamava per un lavoro e che avrebbe richiamato per parlare con lei. Che faccio se richiama?»
Ecco, ci siamo, l’impostore si è fatto vivo, pensai.
«Si faccia lasciare un recapito telefonico e gli dica che lo richiamiamo noi. Grazie mille Marie. Si ricordi di aspettare dieci minuti e poi vada a prelevare il signor Durand», conclusi prima di chiudere la porta alle mie spalle.
Ero immerso nei pensieri quando mi accomodai sulla poltrona e mi girai, preoccupato, verso i tetti di Parigi. Dai vetri della mia stanza, all’ottavo piano di Palais de l’Hirondelle, godevo di una vista panoramica mozzafiato sulla città. Ero un privilegiato. Me ne rendevo conto ogni volta che mi sedevo su quella poltrona e mi giravo verso quella meraviglia. Ogni tanto mi ritrovavo a pensare a quanta
strada deve macinare un impiegato e quanta polvere deve ingoiare una persona in un’azienda per arrivare dove ero arrivato io. Ma nulla è scontato o garantito.
Arrivare in alto è strettamente dipendente da un’alchimia, spesso venefica. Non bastano gli studi, la preparazione umana e professionale, il bagaglio di esperienze fatte, gli anni sul campo, l’attitudine a capire come muoversi nel tempo e nello spazio dei rapporti umani. Tutto questo era la condizione necessaria ma non affatto sufficiente per il successo. Bisognava avere la fortuna di incontrare le
persone giuste al momento giusto e poi, soprattutto, occorreva un’altra cosa fondamentale. Bisognava saper sfoggiare, all’occorrenza, anche una grandissima dose di cinismo. Le aziende sono piene di manager intelligenti e capaci. Preparati e acuti. Tuttavia sono veramente pochi quelli che, quando serve, sanno rinnegare se stessi, sanno ammaliare e blandire, sanno ammiccare e glissare. Quella è un’arte che o hai innata oppure non arriverai mai ai vertici di un’organizzazione imprenditoriale, per di più di stampo sovranazionale.”


Note dell’autore
Nella vita di ciascuno di noi accadono fatti che lasciano il segno. I fatti sono fattori esogeni inviati dal destino che ci è stato assegnato, oppure sono i nostri comportamenti o quelli di coloro che vivono intorno a noi a determinare gli episodi di cui siamo protagonisti. Il tempo che passa ci appartiene e noi ne siamo completamente padroni fino a quando non diventiamo vittime di situazioni ostili
come l’inganno, il raggiro o il tradimento. Allora ci accorgiamo che quello che pensavamo ci appartenesse, in realtà non è mai stato nostro. Voltandoci indietro ci rendiamo conto che molta della fiducia riposta non è altro che tempo che ci è stato rubato.

Giuseppe Pantano nasce a Roma il 27 settembre 1963. Laureato in Economia e Commercio è Direttore all’interno del gruppo automobilistico Renault-Nissan-Mitsubishi.
E’ separato e ha 2 figli. Oggi vive a Milano con la sua compagna ed è un grande appassionato di tennis, sci e narrativa thriller/giallo.
Nella sua carriera ha avuto l’opportunità di viaggiare molto, scoprire molte città europee e di vivere per 2 anni a Parigi, imparando a conoscere in profondità le dinamiche di una azienda multinazionale di importanza planetaria. Proprio questa profonda esperienza lo ha spinto a scrivere “Il Tempo Rubato”, il suo primo romanzo.