RECENSIONE: "LA REGINA DEGLI SCACCHI" di Walter Tevis



Arya ha letto per noi "La regina degli scacchi" di Walter Tevis edito da Oscar Mondadori, vediamo insieme cosa ne pensa




Titolo: La regina degli scacchi
Autore: Walter Tevis
Editore: Oscar Mondadori
Formato: Digitale e cartaceo
Genere: Narrativa storica

Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale omaggio



Finita in orfanotrofio all'età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a una vita grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell'orfanotrofio, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi... Perdere, vincere, cedere, resistere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.



Oggi lettori vi racconterò qualcosa sul romanzo La regina degli scacchi di Walter Tevis.

Be', cosa dire. Inizialmente il romanzo si presenta bene raccontandoci la storia della piccola Beth, orfana, che vive la sua infanzia in un istituto insieme ad altri bambini come lei. Per tenerli tranquilli, gli educatori gli somministrano delle pillole verdi e Beth inizia da allora a diventarne schiava.
Nello scantinato dell'istituto un giorno trova il custode alle prese con una partita di scacchi e da quel momento si appassiona al gioco.
Verso l'età adolescenziale viene adottata da una coppia e, insieme alla madre adottiva, inizia a girare un po' l'America partecipando a tornei di scacchi e aggiudicandosi il primo premio in denaro. È una vera e propria ragazzina prodigio, tutti sanno chi è Beth Harmon. Da qui in poi la sua ascesa verso il campionato mondiale. Avrà problemi con l'alcol e con l'abuso di farmaci; la vita in orfanotrofio l'ha segnata, anche se non descritto come un posto pessimo.

Ed eccomi ora a dirvi la mia.
Dal momento in cui Beth inizia a studiare gli scacchi attraverso manuali e saggi, ecco che veniamo catapultati in un vero e proprio insegnamento sul gioco. Non che sia un male, ma per chi non ha mai giocato diventa quasi impossibile seguire l'autore e le mosse sulla scacchiera. Ho provato una sola volta anni fa ad avvicinarmi agli scacchi, con la conclusione di conoscere solo come si muove il cavallo ovvero a L. Stop. Finisce qui la mia carriera da giocatrice di scacchi XD 
Di questo libro però ricorderò a vita una cosa: la Siciliana (leggete per capire).

Mi ha entusiasmato questo libro? Lo rileggerei? Lo consiglierei? No alle prime due, sì all'ultima perché se anche pesante nelle spiegazioni sulle mosse della torre, dell'alfiere e del pedone, è comunque un libro che racconta le vicissitudini di una bambina prodigio, dalla sua vita in orfanotrofio fino all'età adulta.

A CURA DI


VOTO