RECENSIONE: "PRODUCO VELENO" di Silvia Temponi

La nostra Dott.ssa Biotech ha letto le poesie di Silvia Temponi "Produco veleno" edito Horti di Giano.





 
 
TITOLO: Produco veleno
AUTORE: Silvia Temponi
GENERE: Poesie
EDITORE: Horti di Giano
FORMATO: Cartaceo
 
Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale omaggio
 
 
 
 
Alcuni ritengono che la poesia, nella sua forma più elevata, sia il frutto dei vissuti e delle esperienze di una vita. Come potrebbe, dunque, chi vive il cuore dell’adolescenza, esprimere le proprie emozioni in modo valido e calzante? Nulla di più sbagliato. Con Silvia Temponi, giovanissima poetessa, siamo di fronte all’espressione di un vivere dalle dinamiche inaspettate, frantumate da un tempo trascorso nella sofferenza e nella continua necessità di rinascere. Il dolore interiore, le ansie generate dal susseguirsi della quotidianità conducono a un esordio complicato, caotico, che viene poi elaborato nel rispetto della fase della vita a cui si appartiene. Quel che colpisce è lo scorgere tra le parole il suono dell’esigenza che si fa spazio tra le spesse e scivolose pareti dell’indifferenza collettiva, tra le quali l’autrice non accetta di stare e nei suoi versi si coglie il disagio e allo stesso tempo l'auspicio del cambiamento. Versi per viaggiare attraverso un punto di vista differente, che stupirà e catturerà con un andamento inatteso. Perché in arte, il Bello non ha età.


 
La poesia riesce a dare vita ai pensieri più profondi del poeta, che scaturiscono da un’intensa riflessione interiore ogni volta che ha a che fare con esperienze che coinvolgono le emozioni, il rapportarsi con gli altri, facendo emergere interrogativi e riflessioni profonde. Tutte le emozioni, incluso il dolore, servono a plasmare la persona, a renderla empatica, ad esprimere solidarietà per gli altri.


Nel corso della vita, crescendo, questi pensieri cambiano, cambia la nostra percezione di alcune emozioni e il modo in cui reagiamo ad esse. Sul bambino, sull’adolescente, sull’adulto e sull’anziano queste emozioni hanno un impatto diverso.

L’uomo è abituato a fingere, tende a mostrarsi sempre sorridente, spensierato, anche quando le cose non vanno bene tende sempre ad indossare una maschera che mostra agli altri.

Ogni persona è un groviglio di cose (esperienze, emozioni, vita vissuta) e l’età non necessariamente corrisponde al grado di saggezza, intelligenza e maturità. Ci mostriamo distaccati e spensierati, ma siamo costantemente legati alle cose frivole, a tutto ciò che è materiale, e lo tratteniamo con tutta la forza di cui siamo capaci.

Ci sono persone che si buttano a capofitto nel loro dolore, e altre che vivono facendosi scivolare tutto addosso, senza pensare però che in questo modo si perdono l’essenza della vita stessa, perché il dolore è comunque un modo per sentirsi vivi.

Il titolo di questa raccolta di poesie, “Produco veleno”, è una metafora che vuole indicare come il dolore si ripercuote sulla nostra persona, non solo in modo psicologico (ansia, depressione) ma anche fisico (aritmia, groppo in gola, iperventilazione,) stringendoci nella sua morsa.

L’elaborazione del dolore viene considerata dall’autrice un pò come l’elaborazione di un lutto, un pò come il dover cedere ad una tentazione per liberarci di essa, il che può sembrare un discorso controverso, ma credo che il messaggio che vuole trasmetterci l’autrice sia chiaro: non dobbiamo aggrapparci agli “è impossibile” e “non ce la faccio”, ma dobbiamo affrontare ciò che ci si pone davanti, poiché, in un modo o nell’altro, anche nell’ipotesi in cui non dovessimo vincere, non avremmo comunque perso del tutto, poiché ogni esperienza, bella o brutta che sia, ci arricchisce di qualcosa.


Ho trovato questa raccolta molto profonda, il tema trattato è, credo, abbastanza universale, e l’autrice nei suoi versi riesce a farci immedesimare per un momento non solo in varie situazioni che possono causarci dolore, ma anche e soprattutto riesce a farci percepire il timore che si prova sapendo di doverle affrontare nonché il bisogno della costante ricerca di una via di fuga da esse.

Credo che la tematica del dolore sia molto vasta, ma sicuramente queste poesie possono essere un buon punto di partenza per arrivare ad una riflessione più profonda. 
 
A CURA DI
 VOTO