RECENSIONE: "LE BELVE" di Manlio Castagna e Guido Sgardoli

Oggi vi racconto qualcosa sul romanzo di Manlio Castagna e Guido Sgardoli "Le Belve" edito Piemme Edizioni.
Ringrazio l'ufficio stampa che mi ha omaggiato con una copia del romanzo.

Ci sono luoghi che diventano malvagi perché malvagie sono state le persone che ci hanno vissuto... In una sonnolenta provincia italiana. Tre banditi senza un piano. Ventuno ostaggi senza scampo. Ventiquattro ore di orrore puro. Questa è la storia di Lince, Poiana e Rospo, tre criminali dilettanti che fuggono da una rapina andata male. Di una classe di liceali di Ferrara sequestrati durante una gita in un ex ospedale abbandonato. Dell'ex sanatorio Boeri, che nasconde strati di storie maledette, sepolte nei suoi muri fatiscenti e nelle sue viscere oscure. Di una ragazza con un potere extrasensoriale che le permette di percepire il Male. Di un paese di provincia, Tresigallo, sospeso in una terra nebbiosa e silenziosa, e dei fatti occulti che brulicano sotto la sua superficie all'apparenza pacifica. Di animali e di uomini che certi fantasmi della mente e la ferocia dei loro aguzzini trasformano in belve.

Ho appena finito di leggere questo libro e la prima impressione a caldo che posso dirvi Wolves è "Si salvi chi può!". Ma non in senso negativo, sia chiaro. 
Si salvi chi può perché pensavo che questa storia fosse un giallo/thriller e, invece, è un horror sovrannaturale (come spiegano anche gli autori nei ringraziamenti alla fine del libro).
Chi segue il blog, sa bene della mia avversione verso questo genere, quindi cercherò di essere meno soggettiva possibile.

La storia è quella di Giulia, una ragazza che un giorno è in gita con la sua classe e che viene sequestrata insieme al suo professore e i suoi compagni da tre banditi.
La gita all'ex ospedale di Boeri si trasforma in un vero e proprio incubo e non solo per le minacce continue di Lince, il capobanda, ma anche perché la struttura in cui sono rinchiusi nasconde qualcosa di oscuro, di malvagio, un male del passato che continua a esistere nelle mura del palazzo.
 
I due autori hanno saputo creare un'atmosfera cupa, macabra, che sicuramente gli amanti del genere sapranno apprezzare moltissimo.
 
Pagina dopo pagina la tensione cresce, si avverte il senso del pericolo e il lettore si ritrova a combattere insieme a Giulia e ai suoi amici per cercare una via d'uscita. Un senso di claustrofobia ti cattura e ti stringe in una morsa fino a farti mancare il respiro; questa è certamente una sensazione che non manca leggendo la trama che si snoda in modo scorrevole.
 
La paura è il filo conduttore del romanzo.
Non mancano scene violente, descritte minuziosamente e che fanno accapponare la pelle. L'ambientazione cupa, un ospedale psichiatrico abbandonato e lasciato in balia degli eventi, è un cliché negli horror ma sortisce l'effetto desiderato; quello di arrecare ansia e timore in chi legge (e in me ci è riuscito però, come ho accennato prima, io non sono un cuor di leone 😁)
 
Il target a cui si rifa il romanzo è quello Young Adult, ma mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del genere horror, anche agli estimatori di Stephen King a cui si ispirano i due autori.