VI SEGNALA NADIA #385: "IL PRINCIPE FELICE E ALTRI RACCONTI. IL FANTASMA DI CANTERVILLE" di Oscar Wilde
Segnalazione sul blog del romanzo tradotto da Isabella Nanni "Il principe felice e altri racconti" e "Il fantasma di Canterville" di Oscar Wilde.
Il Principe Felice e altri
racconti (titolo originale “The Happy Prince and Other Tales”) è una raccolta
di cinque fiabe che Oscar Wilde aveva scritto per i propri figli: Il Principe
Felice, L’Usignolo e la Rosa, Il Gigante Egoista, L’Amico Devoto, Il Razzo
Eccezionale. Pubblicate per la prima volta in un’unica antologia nel 1888, le
fiabe di Wilde tratteggiano con semplicità un mondo fantastico in cui l’autore
fa parlare statue e animali, oggetti e persone, per dipingere le varie
sfaccettature della natura umana commuovendoci con immagini che restano nel
cuore.
Il Fantasma di Canterville
(titolo originale “The Canterville Ghost”) è un’opera giovanile di Wilde che fu
pubblicata per la prima volta nel 1887. La novella è incentrata sulle peripezie
del fantasma del nobile Sir Simon de Canterville che per la prima volta nella sua
pluricentenaria carriera di spettro inglese non riesce a spaventare la famiglia
di strampalati Americani che gli ha occupato il castello ancestrale. Lo
spassoso scontro tra antico e moderno, tra Vecchia Inghilterra e Nuovo Mondo viene
raccontato con leggerezza e ironia, fino all’inaspettato finale.
Il ricavato delle vendite di questa
nuova traduzione verrà donato ai canili e gattili che hanno accolto gli animali
rimasti orfani dei loro padroni vittime dell’epidemia di Coronavirus.
(da Wikipedia) Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde, noto
come Oscar Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900), è stato uno scrittore, aforista, drammaturgo, giornalista
e saggista irlandese dell’età vittoriana, esponente del decadentismo e dell’estetismo
britannici.
Autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma
sostanzialmente molto raffinata e incline alla ricerca del bon mot (ovvero della battuta di
spirito), con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare
l’attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto
soprattutto per l'uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato. Le sue opere, tra le
quali – in particolare – i suoi testi teatrali, sono considerate dai critici
dei capolavori dell’Ottocento.