RECENSIONE: "E' UNA VITA CHE TI STO ASPETTANDO" di Jenny Leotta

Il romanzo di Jenny Leotta "E' una vita che ti sto aspettando" non ha convinto molto la nostra Floor26th.

A voi le sue impressioni

Si può essere «colpiti» da un colpo di fulmine alla tenera età di sette anni? Può un amore andare momentaneamente in letargo, e al momento giusto risvegliarsi più forte di prima? Può bastare uno sguardo per innamorarsi per... sempre? Jennifer e Giordano hanno ventuno anni e non si vedono da tanto tempo. Ma che accadrebbe se il destino decidesse di metterli, di nuovo, nella stessa strada? Lei ha sofferto tanto, a detta sua anche troppo, e non intende assolutamente ricascarci; lui in passato prestava attenzione ad altro e non la vedeva nemmeno. O forse faceva finta di non vederla? Adesso però è arrivato il suo momento di innamorarsi di lei e di dover fare in modo che lei si innamori, di nuovo, di lui. Può l'amore resistere al tempo, alle gelosie e alle incomprensioni? I due ragazzi sono ancora in tempo per essere felici insieme o hanno già avuto la loro occasione e hanno perso il loro treno?

Questa è a storia di due ragazzi che alle elementari sono nella stessa classe e che poi si incontrano all’università, si riconoscono si frequentano e tra loro rinasce l’amore.

Lei è Jennifer ragazza frivola e superficiale attratta solo dalla vita mondana, poco interessata all’università dove sembra solo andare a seguire i corsi e poi con due ore di studio al giorno prende trenta e alla fine si laureerà con 110 e lode (un genio, peccato che non si evinca dal suo modo di fare).

Lui è Giordano, un tipo che viene descritto come bellissimo e a cui le ragazze guardano sbavando ma appena vede lei se ne innamora perdutamente rinnegando ogni essere femminile.

Detto ciò non saprei cos’altro dire, il racconto è ambientato in una città non ben precisata dove c’è il mare, i ragazzi di cui si racconta sono universitari ma si comportano come liceali, superficiali e per niente interessanti. La storia si svolge tra saluti, baci e bacetti e messaggini che non portano il racconto da nessuna parte, appuntamenti segnati da orari scanditi in continuazione. Non c’è movimento, non aspettativa, non colpi di scena, difficile arrivare alla fine.

Nessuno dei personaggi è particolarmente simpatico od accattivante, tutti piatti, lei poi, Jennifer, talmente insulsa da non riuscire mai simpatica.

Forse il racconto potrebbe piacere ad un pubblico molto, molto giovane che è interessato a chiacchiere senza costrutto.

Unico pregio, non ci sono grossi errori grammaticali.