INTERVISTA AL PERSONAGGIO #35: "CATHERINE URQUHART" di Giuseppe Raudino
Nuova intervista al personaggio sul blog.
Ospite di oggi è Catherine Urquhart, protagonista del romanzo di Giuseppe Raudino "Stelle di un cielo diviso".
Chi
è Catherine Urquhart?
Sono
una donna che ama viaggiare e sognare, attività che in fondo, poi, sono la
stessa cosa. Mi piace la musica, la ascolto sempre. Anche se sono nata a
Londra, ho trascorso buona parte della mia infanzia e tutta l’adolescenza a
Cipro, un’isola che amo tantissimo. Da ragazza andavo sempre in giro con uno
dei primissimi Walkman e un paio di cuffie. La musica mi fa ricordare tanto del
mio passato.
Cosa
ne pensi della tua storia? Nei limiti dello spoiler, sei contenta di quello che
ti capita nel romanzo?
Sì,
sono contentissima. Non si tratta necessariamente di un classico e banale lieto
fine, che fa tutti felici in modo un po’ semplicistico. Quello che mi succede
nel romanzo è la storia di una grande e profonda trasformazione. Come ogni
trasformazione autentica, prima del cambiamento c’era bisogno di scavare in
profondità, anche se faceva male, anche se bisognava indagare certi aspetti bui
dell’animo umano che fanno paura.
Hai
degli hobby di cui il tuo autore parla nel libro?
Leggere,
ascoltare musica, cucinare, passeggiare nella natura. Ogni tanto vado a
cavallo.
Che
personaggio sei? Un protagonista amata sin da subito o no?
Sono
un po’ troppo ambiziosa, per cui potrei attirarmi qualche antipatia nelle prime
battute. Ma chi mi conosce bene sa che posso essere molto leale e dolce, per
cui alla fine risulto simpatica. A volte sono fraintesa, specialmente dagli
uomini.
Pensi
che qualche lato del tuo carattere possa appartenere al tuo autore?
Il
mio autore è un maschio che ha provato a cogliere la complessità femminile
scegliendo una donna come protagonista e voce narrante per il suo libro. La
sfida era quella di rendere credibile dal punto di vista psicologico e
fisiologico la mente e il corpo di una donna attraverso speculazioni e
osservazioni. Già questo mi sembra molto ambizioso, come me. E forse devo anche
riconoscere al mio autore la stessa propensione a voler esplorare culture
diverse, provando a frenare il pregiudizio prima di fare esperienza degli usi e
delle mentalità appartenenti ad altri popoli.
Tre
aggettivi che ti descrivono.
Forte,
fragile, affascinante.
Parlaci
della città dove è ambientata la tua storia.
Nicosia,
la capitale di Cipro. Una capitale divisa da una sottile zona controllata dai
caschi blu dell’Onu e che separa il nord turco dal sud greco. Tra turchi e
greci non corre buon sangue. L’Onu, in missione di pace, tiene separati i due
gruppi e scongiura ogni possibile scontro armato. È una città piena di tensioni
politiche, culturali, sociali e religiose. Attraverso il filo spinato le due
parti di Nicosia si guardano e si interrogano, chiedendosi con rassegnazione
come mai oggi sia ancora possibile una divisione a trent’anni dalla caduta del
muro di Berlino. Io abito nella parte nord, la più arretrata e, in termini
legali, la parte in cui c’è l’occupazione militare abusiva della Turchia. Nel
periodo dell’università ho abitato anche in un campus per studenti nel distretto
di Güzelyurt, che è molto carino: una specie di cittadella con alloggi, cinema,
palestre, locali notturni, caffè… Per il resto, la mia storia tocca e descrive
altri luoghi importanti, come Parigi e le isole Frisone in Olanda.
Che
rapporto hai con gli altri personaggi del romanzo? Ti va di presentarceli?
Angel
e Yasim sono stati gli uomini più
importanti della mia vita. Inglese, razionale, efebico il primo; turco,
passionale, virile il secondo. Quando mi rendo conto di non essere più
innamorata di Angel, l’amore travolgente per Yasim prende il sopravvento. Agli
occhi di Yasim io sono una specie di dea da adorare; questo mi lusinga e mi
imbarazza un po’. Negli anni successivi, dopo un allontanamento, proveremo a
riallacciare i rapporti, anche se il corso degli eventi mi sorprenderà
decisamente.
Poi
ho due carissime amiche, Mary e Nienke. Mary la conosco da bambina,
perché frequentava con me a Cipro la scuola internazionale di espatriati
britannici e come me è stata sull’isola fino alla laurea. Nienke l’ho
incontrata all’interno dell’ambasciata olandese a Parigi, dove avevo
un’importante riunione con il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Il grande diplomatico mi ha
voluto nel suo team per un progetto riguardante Cipro, al quale ho lavorato per
quattro anni, fino al 2004, data del referendum che avrebbe dovuto sancire
l’unificazione dell’isola.
La
tua storia avrà un seguito?
Non
lo so, bisognerebbe chiederlo all’autore ma penso che, per i lettori di Stelle di un cielo diviso, la mia è già una
storia compiuta che non necessiti alcuna continuazione.
Se
potessi cambiare il lavoro che il tuo autore ti ha affibbiato nel romanzo, cosa
ti piacerebbe fare?
L’ambasciatrice.
A un certo punto ricevo un’offerta interessante, in questo senso.
Cosa pensano di te i lettori nelle loro
recensioni?
Tutti
mi riconoscono il grande merito di aver portato all’attenzione una storia
interessante – quella di Cipro, del suo popolo, delle sue contraddizioni –
della quale si parla poco sui giornali italiani. In molti hanno simpatizzato
per me e si sono immedesimati nella mia storia, riconoscendosi in vari aspetti
della loro vita: ambizione per la carriera, desiderio di maternità,
prevaricazioni da parte degli uomini, relazioni complicate con l’altro sesso,
desiderio di religiosità, paure e incertezza da superare facendo appello a una
grande forza di volontà.
Se
potessi entrare nel romanzo di un altro autore, in quale ti piacerebbe finire e
perché?
Mi
piacerebbe finire ne L’insostenibile
leggerezza dell’essere di Milan Kundera, perché è un romanzo che affronta l’amore
nel contesto politico e rivoluzionario di un determinato periodo storico,
proprio come accade in Stelle di un cielo
diviso. Sempre la storia di un amore personale si intreccia
irrimediabilmente con la Storia del mondo: amare una persona è la risposta a
una precisa pulsione determinata dal contesto storico. Si ama per ribellarsi
alle oppressioni – perché l’amore è libero anche sotto un regime dittatoriale –
oppure si ama perché si crede nel progresso, o perché si ha fede in qualcosa di
bello che il futuro ci riserba anche se non possiamo dimostrarlo. Si ama mentre
il mondo, coi suoi cambiamenti, scorre sullo sfondo e determina la scenografia
del nostro sentimento e delle nostre passioni.
C’è
un messaggio all’interno del romanzo che secondo te il tuo autore vuole
trasmettere ai lettori?
I
messaggi sono molteplici. Se non ci fosse alcun messaggio, perché raccontare
una storia, dopotutto? Non so se riesco a elencarli tutti, ma senz’altro me ne
vengono subito in mente alcuni: a) il dialogo può essere efficace per superare
le divisioni, ma devono crederci entrambe le parti; b) ci sono valori su cui
costruire la propria vita per avere un’esistenza piena di significato e altri
che è meglio scartare, perché danno solo un’illusione di felicità; c) il bene
si sceglie attivamente e consapevolmente, mentre il male lo si può scegliere
inavvertitamente, inconsapevolmente, ma non per questo non si è destinati a
pagarne le conseguenze.
Tre
buoni motivi per leggere la tua storia.
Uno, l’ambientazione
esotica:
il lettore è trasportato in luoghi lontani e affascinanti, alle porte del Medio
Oriente, in posti dove i colori, i profumi e i sapori diversi lo cattureranno. Due, la storia d’amore: quello che mi
accade è avvincente e coinvolgente, non si risparmiano né lacrime di gioia né
lacrime di dolore. Tre, la crescita
spirituale: vivendo determinate esperienze, faccio mie tante incertezze che
attraversano il cuore dei lettori e offro la mia personalissima soluzione che
mi permette di crescere come essere umano.
Rivolgiti
direttamente ai lettori e cerca di catturare la loro attenzione affinché
acquistino il romanzo del tuo autore.
Mi
sono messa a nudo raccontando a voi, lettori, la mia intimità, i miei pensieri
più nascosti, le mie esperienze più segrete. Il libro è una lunga confessione
che aspetta di essere colta da chiunque mostri interesse alla mia storia. E
poi, come tanti prodotti dell’editoria indipendente, Stelle di un cielo diviso è un romanzo che dà voce alle tematiche
di una contemporaneità raccontata in modo originale e al di fuori dei soliti
schemi. Il romanzo è un prodotto editoriale curato con la massima
professionalità, per cui i lettori, in special modo quelli che preferiscono la
versione cartacea al digitale, ameranno la qualità della carta, così doppia e
leggermente ruvida al tatto, il suo gradevole profumo di essenze terresti miste
a inchiostro, il tono avoriato delle pagine, la pregiata rilegatura degna delle
migliori tradizioni di stampatori e una
copertina che è un capolavoro.
Grazie
a Catherine Urquhart per aver partecipato alla nostra intervista e grazie a Giuseppe
Raudino che si è prestato al nostro gioco ;)