SULLE NOTE DEL TUO LIBRO: "CLAUDIO PEPE"

Eccoci Amici Lettori a conoscere un altro autore che parteciperà all'evento "Sulle note del tuo libro": Claudio Pepe e il suo romanzo "Com'è amaro il paradiso".



Il romanzo racconta le vicende di una donna benestante  che viveva ad Aleppo in Siria.
Eravamo nel periodo dal 2011 al 2016 quando Ibraim al-Badrì,  con il nome di battaglia Abu Bakr al-Baghdadi, ricostituì il Califfato. Il racconto è compreso in un arco di tempo che va dal 2013 al 2016. Tre anni.
La protagonista  di 46 anni,  nata in Siria, moglie di un jihadista, fu lasciata dal marito che preferì combattere con un gruppo di guerriglieri anziché rimanere con lei.
Dopo un periodo in cui era rimasta sola nella sua grande villa riccamente arredata,  in uno dei numerosi bombardamenti della città, un missile distrusse l'edificio lasciandola senza un posto dove abitare ad Aleppo.
Scomparsi i  parenti di lui, e senza i suoi familiari, decise di andare a vivere in una piccola casa di villeggiatura di proprietà ad A'zaz vicino al lago di Maydanki.
Intrapreso il viaggio, incontrò nella stazione dei treni di Aleppo, una giovane ragazza intenta a suicidarsi gettandosi sotto le ruote del treno proveniente da Damasco.
Con coraggio Jamleh, la protagonista, salvò la giovane dal tremendo impatto.
Quest'ultima, immersa nella solitudine e scossa dalla perdita della sua villa, invitò la ragazza a seguirla nella piccola dimora di A'zaz.
Dopo un breve periodo di convivenza le due donne s'innamorarono una dell'altra per poi trovarsi in una storia ricca di passione e sesso.
In un contesto di guerra tra combattenti di varie fazioni, le due donne riuscirono a superare il clima di orrore sostituendolo con la forza della loro inconfessabile omosessualità che lentamente finì per sfociare in un amore fatto di sentimenti e  piaceri.
Una sera un gruppo di  tre o quattro sicari si introdussero in casa, dove con violenza inaudita uccisero Thaira, la giovane ragazza , dopo averla violentata. Uno di loro non risparmiò dalla violenza nemmeno Jamleh, pur lasciandola in vita.
Scossa dalla morte dell'amica, la protagonista decise di lasciare la Siria e recarsi in Europa.
Giunta, dopo il viaggio a Lampedusa in una bagnarola colma di migranti, fu costretta a rimanere per diverse settimane nel centro di accoglienza prima di potersi allontanare con il permesso di soggiorno in qualità di rifugiata.
Nel luogo affollatissimo di Lampedusa, Jamleh dovette subire altra violenza da parte dell'uomo che ad A'zaz voleva fare sesso con lei, ma che fece solo con se stesso, tanto era preso dalla bellezza della donna che aveva di fronte.
Aiutata da Giorgio, un volontario, uscì dal luogo dove dovette subire ogni sorta di umiliazione, per poi ritrovare la forza di vivere che aveva prima della distruzione della sua casa di Aleppo e la morte di Thaira.
Consigliata da quest'ultimo, un vero gentiluomo, partì per Roma dove andò a convivere con Samanta, una giovane dalle fattezze di una modella.
Anche in questa unione, tra le due donne, ci fu del tenero che le portò a fare l'amore fino a varcare i confini della fantasia sessuale.
Avvisata da Giorgio, con una email che, Far al-Zaharani il violentatore, era stato arrestato e si trovava a Rebibbia, volle fargli visita per scoprire cosa era veramente accaduto la sera dell'uccisione di Thaira.
Ciò che scoprì nel colloquio con l'uomo, le stravolse completamente il modo di vedere la vita.
Riappacificata con se stessa, si aprì lo studio medico a Roma, dove esercitava la professione di psicologa laureata a Damasco.
Una mattina...l'esplosione fu di una violenza inaudita...


Il romanzo affronta il tema del piacere di confrontarsi con le proprie passioni così come la natura ha plasmato le protagoniste.
Esso narra il diritto di Jamleh di pensarla diversamente dal contesto integralista delle persone con cui è costretta a vivere immersa in un ambiente dominato dai dogmi.
E' la sua voglia di essere una donna libera che la porta alla morte nel modo più vigliacco che poteva capitarle per l'assurda idiologia di una vecchia amica che fece del suo credo religioso il dovere di uccidere e uccidersi nella convinzione di andare in paradiso con Allah, portandosi con se anche Jamleh che in questo modo sarebbe stata redenta dai suoi peccati.
Il mistero svelato dell'uccisione di Thaira è l'epilogo della crudeltà che porta il marito di Jamleh, nella sua lotta a favore del credo islamico, a commettere l'atroce delitto, coinvolto com'è nel pensiero distorto del valore della vita umana degli integralisti islamici. La stessa sorte è riservata alla moglie per un ordine dato nel caso lui fosse morto.
La passione e l'amore tra le protagoniste fa da contrasto alla imbecillità degli uomini che si combattono credendo di essere diversi gli uni dagli altri.
La bontà e il coraggio di resistere alle avversità di questa donna, sono i contenuti di una vita capace di superare i pregiudizi, non solo del mondo arabo, ma anche verso tutto ciò che può apparire diverso.
Il romanzo, prendendo a pretesto alcuni pensieri filosofici sul valore della religione e l'essenza della vita, si confronta con la cultura dei paesi tecnologicamente avanzati e quelli del mondo arabo inchiodato in vecchie tradizioni.

Nel racconto della vita di Jamleh, imperano, la solitudine, la paura e la passione contrastate  dalla voglia di non mollare mai, non mancando una buona dose di arroganza, quando  necessaria, alla sua sopravvivenza.
Nel trascorrere gli ultimi  tre anni della vita della protagonista, sono leggibili i tratti di due mondi opposti tra loro, dove soltanto una lenta azione culturale avrebbe potuto condurre l'avvicinamento di uomini e donne che la pensavano diversamente.
Jamleh, Thaira, Mutasin, Mustafa El Yazidi, Amir Alì Kamila, il clochard, Semy, Vincenzo Coppola il giovane tenente e altri, sono tutti protagonisti di un'unica vicenda, legati a un destino che non può che riservare loro ciò che hanno vissuto.
Il racconto contiene dei momenti  di tensione e  commozione per  l'incerto destino di alcuni  dei suoi  protagonisti.

Il modo di comportarsi di Jamleh è il risultato della tenacia di una donna, che pure nata e vissuta nel mondo arabo, pretende con forza di affermare la sua indipendenza e il bisogno di emanciparsi oggi di molte donne mussulmane.
La storia della vita di Jamleh termina su uno sfondo di azioni imprevedibili che rendevano la sua esistenza meritevole di essere raccontata.










Nato a Venezia nel 1952 dal 1984 libero professionista con il titolo di architetto. Dopo aver progettato diverse opere e coltivata la passione per la scrittura, all'alba di un gennaio nevoso decisi di mettere nero su bianco una storia che mi balenava da diversi mesi facendo spola nel mio cervello di inventore di storie intricate.
Messa da parte per più di un anno la mia professione mi dedicai alla stesura di questo racconto di sentimenti e passioni.