RECENSIONE: "AMICO, NEMICO" di Simone Censi
Eccoci di nuovo qui Amici Lettori con una nuova recensione. Ho letto il romanzo di Simone Censi "Amico, nemico" e sono qui per condividere con voi le mie impressioni.
Provenienti da storie familiari simili, due ragazzi si
conoscono e stringono una solida amicizia all'interno di un istituto
industriale irlandese, struttura d'ispirazione cattolica con lo scopo di
accogliere ragazzi abbandonati o provenienti da famiglie disagiate. Amici, con
caratteri diversi ma uniti dalle difficoltà, vivranno fra malnutrizione e
soprusi, vittime delle particolari attenzioni di chi dovrebbe garantire la loro
salute e formazione. Gli eventi scardineranno la loro amicizia fino a farli
allontanare e perdere di vista. Si ritroveranno più avanti, in qualità di
insegnanti, ognuno su barricate differenti, ma qualcosa di profondo e terribile
li avrà cambiati per sempre.
Siamo nei primi del’900 in Irlanda. Il protagonista proviene
da una famiglia povera, secondo di tre figli e, dopo la morte dei genitori, verrà diviso dai suoi fratelli e portato in un istituto religioso
industriale.
La scuola raccoglie tutti i bambini più bisognosi, poveri, deboli, malnutriti ma non li accoglie come dovrebbe donando loro amore e sostegno; non tutti i professori sono uomini dediti al loro ruolo, alcuni sono indegni di insegnare per i loro modi poco ortodossi, per le punizioni corporali che affliggono agli studenti, per i soprusi e le violenze che queste povere anime sono costrette a subire.
La scuola raccoglie tutti i bambini più bisognosi, poveri, deboli, malnutriti ma non li accoglie come dovrebbe donando loro amore e sostegno; non tutti i professori sono uomini dediti al loro ruolo, alcuni sono indegni di insegnare per i loro modi poco ortodossi, per le punizioni corporali che affliggono agli studenti, per i soprusi e le violenze che queste povere anime sono costrette a subire.
Un romanzo che affronta temi delicati questo di Simone
Censi, che fa riflettere sulla figura dell’uomo al potere che si sente
onnipotente, sull’uomo dalla mente perversa e malata (perché solo così possiamo
definirla) che si arroga il diritto di abuso per placare i suoi orrendi
bisogni.
L’autore descrive molto bene le sensazioni del protagonista
che, da adulto, vuole fare chiarezza sul motivo dell’allontanamento di Johnny,
suo amico durante quegli anni di prigionia e che lo ritrova come preside nella
scuola dove insegna.
È cambiato Johnny; è diventato l’ombra di quel professore
che si era avvicinato a lui da ragazzino, con scopi diversi dall’insegnamento,
e sembra cadere in un abisso profondo da cui non riesce a uscirne.
Una lettura veloce, un ritmo scorrevole e una storia che,
purtroppo, potrebbe davvero essere reale.
VOTO
A cura di
Ringraziamo l'autore che ci ha fornito la copia digitale del suo romanzo per la recensione.