REVIEW PARTY: "I COLORI DELL'AURORA" di Mya McKenzie


Eccoci di nuovo qui Amici Lettori con un Review Party.
Partecipiamo con grande piacere al Review del nuovo romanzo di Mya McKenzie "I colori dell'Aurora".
Vi lasciamo la trama e subito dopo la nostra opinione sulla storia di Aurora e Ismael.

 
Tutto ciò che volevo era un'occasione di riscatto, ma il mio sogno si è infranto tra rocce e mare. Ora sono bloccato qui. Incastrato tra passato e futuro, in sospeso tra ragione e desiderio. Intrappolato tra il ricordo di coloro che ho amato e il sorriso di chi mi ha rubato il cuore. So che dovrei andare, qui non c'è futuro per me, eppure quando stiamo insieme i frammenti della mia vita sembrano ricomporsi. Ogni volta che la guardo vedo calore, luce, voglia di vivere. Ogni volta che la sfioro sembra che tutto possa azzerarsi. Ogni volta che la respiro ho la sensazione che sia proprio questo il posto a cui ero destinato. Ed è un vero peccato, perché io sono un gran casino e lei invece… beh, lei è semplicemente Aurora.
 

Non sono un clandestino, non sono un rifugiato, non sono un cittadino. Sono soltanto un uomo senza famiglia, senza patria, senza un lavoro. E se continua così sarò anche un uomo senza futuro


In questi giorni in cui con gli sbarchi (o i mancati sbarchi) degli immigrati, l'Italia sembra essere tornata indietro di quaranta-cinquanta anni quando mal si tollerava uno "straniero", "I Colori dell'Aurora" è una lettura che calza proprio a pennello.

La storia è quella di Aurora e Ismael, due persone apparentemente diverse che s'incontrano per caso su un autobus instaurando un rapporto d'amicizia... più o meno!
Cosa distingue questi due ragazzi? Il paese di provenienza? La lingua parlata? Il colore della pelle? 
No. Non sono queste cose che fanno di Aurora e Ismael due persone diverse, quanto il passato che hanno vissuto e la famiglia che si ritrovano alle spalle. Aurora non ha più il papà, ma ha una madre e un fratello che farebbero di tutto per lei.
Ismael non ha più nessuno; è fuggito da un paese in guerra insieme ad altri sfortunati come lui e ha dovuto lasciare la sua casa in Sudan non conoscendo il futuro che aveva dinnanzi a sè.

Non è quindi, a parer mio, il colore della pelle che diversifica le persone, quanto la loro storia e il loro vissuto. Si può essere bianchi, neri, gialli, rossi, ma alla fine siamo tutti uguali e, da persona credente quale io sono, figli di un unico Dio.

E' una storia vera quella che ci racconta l'autrice e lo fa in maniera delicata riuscendo però a trasmettere un messaggio forte e chiaro: l'amore che supera qualsiasi barriera, persino quelle culturali.

Due protagonisti forti, caratterizzati in maniera eccellente che riescono, con le loro vite, a coinvolgere il lettore nella loro storia.

Aurora, promessa sposa di Lorenzo, che ha una vita già segnata: moglie obbediente e madre dei futuri figli di un uomo di cui non è più innamorata perchè, quando incontra Ismael, un ragazzo fondamentalmente buono ma con un'esperienza del passato che lo ha segnato nel profondo, le certezze di una vita con Lorenzo vacillano per lasciar spazio a dei nuovi sentimenti che il fratello Marco non condivide.

Lorenzo e Marco sono contrari all'integrazione degli immigrati nel loro paese (fanno parte del partito separatista locale); non si fidano di loro e li accusano persino di portare scompiglio e malattie a Padova.

Un odio razziale forte che sfiora in una rissa e porta solo altro odio e rancore.

Questa della McKenzie è quindi una storia che fa riflettere molto sulle condizioni dei migranti che arrivano in Italia o in qualsiasi altro paese e deve far riflettere su come anche i nostri antenati, a loro volta, sono stati dei migranti in cerca di un futuro migliore per i propri figli e per la propria famiglia. Molto spesso tendiamo a dimenticarlo, ma molti dei nostri compaesani sono tuttora degli immigrati in paesi in cui hanno cercato fortuna... e se venissero trattati come Ismael e i suoi connazionali?

Ci sarebbe molto altro da dire, ma non voglio dilungarmi oltre per non rovinarvi la lettura di questo romanzo. Non mi resta quindi che consigliare a tutti voi Amici Lettori di leggere la storia di Aurora e Ismael e di provare a pensare: "Sono una persona che non ha pregiudizi; che non si allontana o cambia posto sull'autobus quando incontra una persona che ha un colore di pelle diverso dal mio?".


Anche tu un giorno troverai qualcuno che sarà per te la roccia su cui ancorare la tua vita. E spero per te che accada prima possibile.
Se il mio cuore non fosse così arido e cinico, le avrei detto che condivido la stessa speranza, ma conoscendomi so che questo non avverrà presto. Chi si brucia una volta difficilmente allungherà di nuovo la mano verso il fuoco. E anche se la pelle cicatrizza in fretta, è più difficile rammendare un’anima graffiata che un dito ustionato.


VOTO

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