RECENSIONE: "A TEMPO. RAP SINFONIETTA IN QUATTRO MOVIMENTI di Nuccio Viglietti
Salve Amici Lettori.
Vi è mai capitato di dover ricominciare a leggere un libro perchè forse non eravate entrati nella storia con lo spirito giusto?
Ebbene sì, è proprio quello che è accaduto a me con il romanzo di cui vi parlerò oggi: "A tempo. Rap sinfonietta in quattro movimenti" di Nuccio Viglietti.
Ma prima di passare alla mia opinione, vi lascio la trama.
Quello che dice il titolo è dannatamente vero, ma chi ha detto che il
rap è solo per giovani ribelli? Il fatto è che nasconde anche un
controsenso molto speciale. Una piccola sinfonia che si sposa con il
genere rap? Stiamo scherzando?! No, sembra proprio di no. Ora, però,
immaginate la commistione di due generi tanto diversi, provate ad
immaginare, ad esempio, elementi di dadaismo su un capolavoro di
Caravaggio; probabilmente vi renderete conto che, se qualcuno lo
facesse, al 99% sarebbe un idiota. C'è, tuttavia, quel piccolo 1% di
probabilità che l'autore sia preda di un autentico lampo di genio. È
quello che succede in queste pagine. Nuccio Viglietti ci riesce, fonde
il "rap narrativo" ai movimenti sinfonici, traducendo il viaggio in una
lunga riflessione che scardina i pilastri della sana letteratura per
esplorare orizzonti nuovi. Diciamo... in tutti i sensi!
"... Filosofi generazioni a cianciare scopo della vita... quale scopo... no scopo... missione investito idiota si inventa... no altro che nascere crescere riprodurre morire... farfalla un giorno... noi facciamo danni per decenni per completare questo ciclo... supplizio..."
Ho avuto qualche difficoltà a leggere questo romanzo, devo
ammetterlo, e personalmente non lo definirei romanzo ma, piuttosto, lo collocherei nel
genere “poesia”.
Sì, perché l’autore Nuccio Viglietti ha un modo tutto suo,
quasi utopico, di scrivere e trasmettere il suo pensiero - come ogni buon poeta
che si rispetti.
“A tempo. Rap sinfonietta in quattro movimenti” si presenta
come un testo quasi frammentato; l’autore riflette sul senso della vita durante
un viaggio nelle Filippine discorrendo di diversi temi politici e sociali.
Quando sono arrivata al secondo movimento, ho dovuto fare un
passo indietro e ricominciare la mia lettura; forse non avevo colto bene il
“mood” con cui era stato scritto il testo e, quindi, ho deciso di ricominciare
tutto daccapo. Pian piano, ho iniziato a comprendere meglio il testo e quello
che l’autore voleva dirmi – non tutto, ma quasi.
Un libro da interpretare, ma che fa riflettere
sull’esistenza e sulla vita.
VOTO: