RECENSIONE: "LE TORRI DI KELT" di Walter Coccarelli

Le Torri di Kelt di [Walter Coccarelli] 
 “Sei sono le Stelle conosciute che brillano nel cielo. Sei più delle altre al di sopra delle terre che hanno fine, sei vogliono che il loro colore brilli in eterno sotto la volta di Caerlwenna. Una più delle altre adorate dagli uomini. Così sei sono le Pietre conosciute che alle Stelle si contrappongono, anch’esse infinite e immortali come l’universo da cui sono nate. Quando l’ultimo degli esseri viventi sarà obliato, esse continueranno ad esistere diffondendo il loro potere e il loro magico colore; manifeste o nascoste nell'ombra, in attesa d'essere svegliate dal bene o dal male o da ciò che agli uomini è celato. Infine sei sono i Fuochi dai vari colori che i Maghi proteggono nelle sei Torri più alte della Terra di Kelt: essi ne venerano il calore e il potere che da essi deriva; ne adorano la potenza infinita e la luce, la vita e la morte che al fuoco appartengono”.


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Le Sei Stelle si sono svegliate e i Maghi hanno riacceso i sacri Fuochi nelle loro Torri. Waldoriani e Algoriani hanno schierato i loro poderosi eserciti. Nel Nord gli Elfi aspettano notizie mentre a Sud già i nani affilano le asce in attesa dell’inevitabile confronto finale. Akenor non lo sa, ma il destino di quel mondo è dentro di lui, perché solo lui ha il potere di sconfiggere il male e dissipare, infine, le ombre che accompagnano suo padre. Quelle stesse ombre che nel contempo sono dentro di lui e lo dilaniano.

Finalmente dopo mesi e mesi riesco a recensire questo romanzo inviatomi dall’autore Walter Coccarelli tempo addietro e che ringrazio per la sua pazienza.

Le Torri di Kelt” è un fantasy, uno di quelli puri che ultimamente leggo molto poco, e che ricorda per la descrizione dei paesaggi autori come Brooks e Tolkien.

Protagonista del romanzo è Akenor Roll, un ragazzo che vive tranquillo nel suo paesino insieme al padre, un uomo appartenente all’ex Guardia Reale e dal passato misterioso. Durante una battuta di caccia, Akenor e i suoi amici si ritrovano coinvolti in qualcosa di molto pericoloso venendo a contatto con un demone già noto al padre del giovane; per questo dovranno abbandonare tutto e partire alla volta di Kelt.

«Forse, non dovremmo temere l'oscurità che ci avvolge, Jasweel, ma quella che a volte noi stessi, senza saperlo, evochiamo ad avvolgere la nostra anima. E' allora che sembra non ci sia luce capace di penetrarla e dissiparla, come se si fosse aperto un pozzo senza fondo capace di ingoiare tutto ciò che conoscevi e che per te è luce e vita...»


Incontreranno lungo il loro cammino un elfo di nome Ghedylion che li guiderà in un viaggio costellato di pericoli.

L’autore porta il lettore nelle terre di Kelt con uno stile narrativo piacevole; a volte si potrebbe far fatica a tenere il ritmo a causa del linguaggio ricercato che però è un marchio di fabbrica per chi si occupa del fantasy classico.

Punto di forza di questo libro è la magia che si respira capitolo dopo capitolo che ti accompagna per tutta la durata delle vicende del giovane Akenor.

Allora il cielo di fece ancora più scuro. Il sole piano piano scomparve nascosto da un'ombra nera e una notte profonda e buia calò sulle Terre del Sud, su quegli uomini sbigottiti. Il terrore li colse, come bimbi lasciati soli in una stanza senza luce, che temono le ombre e in esse vedono gli esseri più mostruosi che la loro fantasia può creare.
Solo che forse questa volta quegli esseri c'erano davvero.


L’inizio l’ho trovato un po’ lento a carburare ma non mi sono data per vinta e ho continuato imperterrita la lettura e, infatti, grazie alle continue scene d’azione, le molteplici pagine del romanzo non risultano più pesanti come potrebbero apparire.

Non mi resta che consigliare ai lettori di Fantasy di leggere questo libro e restare coinvolti nelle avventure di Akenor e i suoi amici.

VOTO
 Buone Letture!!!