VI SEGNALA NADIA #40 - "DIE PARTY" di Silvia Castellano

Buon pomeriggio Wolves Readers!!!
Come annunciato stamattina, oggi per la rubrica "Vi segnala Nadia" segnalo una delle prime autrici pubblicate da questo nuovo marchio editoriale: la collana Starlight.
"Die Party" di Silvia Castellano è uno dei primi racconti che sono stati selezionati e poi editati.
Andiamo a vedere di cosa si tratta.



“Sei pronto per la festa più pericolosa dell’anno?”
Tutti conoscono il “Die Party”, la festa più apprezzata dell’anno. Molti si stanno organizzando per andarci, ma a Lyla non interessa trascorrere la vigilia di Natale in un posto in cui ci sarà tutta la scuola. Con un nome così non le sembra nulla di originale e ha già i suoi problemi con Alex, alias Mister Arroganza, colui che sarebbe in grado di spezzarle il cuore in pochi attimi. Ma Jan, il suo migliore amico, sa essere molto persuasivo e Lyla si ritrova suo malgrado a varcare la soglia del locale.
Quella che si preannunciava come una normale festa tra ragazzi, diventerà a poco a poco il party più pericoloso dell’anno.
Un segreto si annida tra quelle pareti, ma le carte non sono ancora state svelate...
E tu, aprirai quella porta?

«Ehi, ti va di ballare?» mi chiese un ragazzo con un sorriso lascivo.
Guardandolo meglio, mi accorsi che era il tizio che fuori dal locale mi aveva osservata in modo insistente.
Nella mia testa cominciò a suonare un campanello d’allarme.
«No, grazie» lo liquidai, sperando che una mia risposta negativa fosse abbastanza per mandarlo via.
«Sei tutta sola, non vuoi compagnia?» chiese ancora, stavolta allungando una mano verso il mio fianco.
Mi scostai e gli lanciai un’occhiata di fuoco. «No, grazie!» ripetei scandendo le parole.
«Avanti, non fare la difficile, sarà divertente.» Mi afferrò per il braccio con forza e mi attirò a sé. «Poi magari dopo potremmo passare il tempo in un altro modo...»
«Sei sordo? Ho detto di no» urlai strattonando il braccio per liberarmi.
Il ragazzo scoppiò a ridere. «Sei una gattina selvaggia, eh?»
Gattina a me?
A quel punto sentii la rabbia montarmi dentro. Se non mi voleva lasciare in pace, l’avrei rimesso al suo posto a modo mio.