RECENSIONE: "I DRUIDI" di Stuart Piggott

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Secondo la tradizione i Druidi erano una casta di sacri maghi o sacerdoti che amministravano la religione degli antichi Celti della Gallia e della Britannia preromane. Le più lontane notizie su di loro e su certe credenze e superstizioni a essi collegate provengono da autori greci e romani. La loro esistenza, ignorata a lungo nel Medioevo ma riscoperta nel Rinascimento, ha colpito l'immaginazione non solo di studiosi ma anche di poeti e artisti, fino a occupare un posto di rilievo nel folklore europeo. Questo libro ricostruisce la storia e le vicende dei Druidi alla luce delle più rilevanti scoperte archeologiche.

Questo libro è un libro non libro... cioè, mi spiego meglio.
Pensavo di leggere la storia dei Druidi (come sono nati e chi sono) in maniera romanzata, ma in realtà si è trattato di una sorta di saggio sulla figura avvolta nella leggenda di questi antichi e misteriosi sacerdoti.
Il tomo racconta la struttura gerarchica dell'antica Gallia: dopo il re e la famiglia reale, ci fa sapere l'autore, la società era tripartita. C'erano due classi di proprietari terrieri, cavalieri e baroni, sacerdoti o chierici (Druidi). 
Questa classe comprendeva anche i veggenti o divinatori e, infine, vi era la plebe. Essi venivano paragonati ai magi persiani, ai preti egiziani e ai bramini indiani (membro della casta sacerdotale del Varnasrama dharma). 
I Druidi erano visti come veggenti, profeti, guaritori, maghi e divinatori: un misto fra l'uomo della medicina e lo stregone del mondo antico.
Erano soliti creare incantamenti che venivano operati con vischio, selagio e samolus; si ricollegano a una conoscenza empirica delle erbe, incluse quelle medicinali.
L'autore analizza questa casta fornendoci dei particolari sullo stile di vita, la religione, i loro rituali.
Detto ciò, il saggio era interessante, forse un po' noioso a tratti ma sicuramente molto esplicativo.

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