RECENSIONE: L'INSANA IMPROVVISAZIONE DI ELIA VETTOREL di Anemone Ledger

Improvvisazioni negative accompagnano tutta la fiaba nera di Elia Vettorel, dai suoi primi anni in orfanotrofio fino alla morbosa attenzione nei confronti di sua madre, al delirio completo, alla perdita di se stesso.
La collezione di quadri inquietanti raffiguranti bambini uccisi in modi brutali, l’adrenalina nel compiere atti immondi, la derisione per il suo aspetto e la cicatrice sulla guancia, vero e proprio squarcio nell’abisso infernale e sconnesso della sua anima; come non poteva, Elia Vettorel, compiere un atto insano?



Oggi "Amici Lettori" sono qui a parlarvi del romanzo di una giovane scrittrice Anemone Ledger dal titolo "L'insana improvvisazione di Elia Vettorel".
Il libro si apre con l’incontro da uno psicologo all'interno di un carcere che cerca di entrare nella mente del suo paziente: Elia Vettorel. Il ragazzo ha commesso un omicidio e lo psicologo prova a scoprire qualcosa sul passato di Elia per capire il motivo che lo ha spinto a compiere un gesto così crudo. Così, il giovane protagonista, si ritrova a raccontare dei suoi anni in orfanotrofio. Un luogo angusto in cui non è mai riuscito a farsi un amico perché costantemente preso in giro dagli altri bambini per via del suo aspetto: capelli rossi/arancioni e lentiggini sul viso. Non ha mai ricevuto alcun tipo di affetto tanto da arrivare a crearsi un amico immaginario di nome Finn che lo consiglia, lo rimprovera e lo sprona per tutto il periodo trascorso in orfanotrofio. Un giorno la madre, Aurora Vettorel, lo va a riprendere per portarlo a casa; pensa di essere diventata abbastanza matura da poter prendersi cura del suo bambino. Elia può finalmente avere quello che non ha mai avuto: un’ambiente familiare, una madre amorevole, una vita che non ha mai vissuto finché non scoprirà la verità su suo padre e il segreto nascosto dietro ai quadri dei bambini nel soggiorno di casa Vettorel.
L’amore che prova nei confronti della madre si trasforma in odio quando scopre che Aurora non è la madre amorevole che pensava. L’incontro con Alice, una ragazza conosciuta nel supermercato dove lui lavora, darà vita all’ “improvvisazione” che tanto ha bramato durante gli anni trascorsi nella solitudine e nell'infelicità.

"Che cosa? Che mi sta dicendo?".
Lo psicologo si sporse in avanti, speranzoso, aguzzando l'udito. Rivolsi di nuovo completamente lo sguardo verso di lui, oltraggiato. Fissai i suoi occhi, per un attimo mi parvero azzurri, come gli occhi di mamma.
"Avrei... avrei tanto desiderato che quella donna morta per mano mia fosse stata mia madre" dissi tutto d'un fiato.
Strizzai gli occhi, non riuscii a resistere.
Scoppiai miseramente a piangere.

Anemone Ledger, giovane autrice di questo thriller/horror psicologico, ha sviluppato una trama intricata ma, man mano che la storia va’ avanti, riesce a sciogliere tutti i dubbi e perplessità. La scrittura è molto diretta e scava in profondità nella psicologia del personaggio principale che conosciamo attraverso il racconto della sua infanzia. Le ambientazioni sono descritte nei minimi particolari e il lettore si vedrà coinvolto in situazioni che rasentano quasi la follia.
Il romanzo si fa leggere velocemente e riesce a tenerti con il fiato sospeso per tutto il tempo perché hai voglia di capire Elia, di poterlo aiutare a redimersi nonostante la sua instabilità mentale.

Questo libro è un thriller ma ha delle scene che rasentano l’horror. Mi sento di consigliarlo soprattutto agli amanti del genere e agli amanti dei romanzi psicologici. Non essendo il mio genere, stavolta non darò un voto per non influenzare voi lettori. Faccio comunque i miei complimenti a questa giovane scrittrice che è riuscita a creare una trama così complessa senza perdersi nemmeno una volta nei labirinti di intrecci e ovvietà.