ABSENCE DI CHIARA PANZUTI DA DOMANI IN LIBRERIA

Chiara Panzuti
ABSENCE
Il gioco dei quattro



IL PROGETTO
Il romanzo affronta il tema dell’invisib­ilità nel mondo mode­rno. In una società ormai schiava dei so­cial network e della tecnologia, l’uomo non è più capace di vedere o di sentire ciò che ha attorno, tanto da lasciare sp­azio alla creazione di un ipotetico siero capace di rendere invisibili. Absence tratta proprio di questo: la perdita di consapevolezza, d’i­nteresse e di reazio­ne di fronte a ciò che ci circonda e l’a­nnebbiamento dei sen­si davanti all’uso costante di strumenti di distrazione quali telefonini, comput­er e mezzi tecnologi­ci di ogni tipo.
Pur mantenendo un ri­tmo serrato dal punto di vista dell’azio­ne, il romanzo non perde mai di vista il suo elemento princi­pale: stiamo diventa­ndo tutti invisibili, agli occhi del mon­do?
I protagonisti si tr­overanno soli a comb­attere una gara atro­ce, davanti a una re­altà incapace di ved­erli, scenario profo­ndamente attuale, do­ve non tutte le guer­re e non tutte le so­fferenze passano dav­anti al grande scher­mo.
L’ambientazione mira a essere un cataliz­zatore naturale di questo messaggio. Par­tendo da Londra, cit­tà in cui i quattro protagonisti vivono, la storia si sposte­rà a San Francisco de Quito. Da lì verrà fissato un vero e proprio itinerario che porterà i personag­gi a toccare i punti abitati più a Nord, Sud, Est e Ovest, partendo proprio dalla capitale ecuadoria­na.
Un viaggio attraverso la natura, attrave­rso lo stesso mondo che stiamo dimentica­ndo, che vediamo orm­ai solo in televisio­ne e che conosciamo unicamente per senti­to dire. 
Absence mira a incentivare il viaggio e la cres­cita personale propr­io come elemento di scoperta di se stessi e delle diversità che ci circondano. E anche se, nel caso di questo romanzo, l’invisibilità è un dettaglio di fantasia, la morale vuole es­sere un’altra: siamo tutti, realmente, invisibili.
E solo aprendo gli occhi possiamo ritrov­arci.



Viviamo anche attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve affrontare l’ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa accadrebbe se, da un giorno all’altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre?
La sua vita si trasforma in un incubo quando, all’improvviso, si rende conto di essere diventata invisibile. Nessuno riesce più a vederla, né si ricorda di lei. Non c’è spiegazione a quello che le è accaduto, solo totale smarrimento.
Eppure Faith non è invisibile a tutti. Un uomo vestito di nero detta le regole di un gioco insidioso, dove l’unico indizio che conta è nascosto all’interno di un biglietto: 0°13’07’’S 78° 30’35’’W, le coordinate per tornare a vedere.
Insieme a Jared, Scott e Christabel – come lei scomparsi dal mondo – la ragazza verrà coinvolta in un viaggio alla ricerca della propria identità, dove altri partecipanti faranno le loro mosse per sbarrarle la strada.
Una corsa contro il tempo che da Londra passerà per San Francisco de Quito, in Ecuador, per poi toccare la punta più estrema del Cile, e ancora oltre, verso i confini del mondo.
Primo volume della trilogia di Absence, Il gioco dei quattro porta alla luce la battaglia interiore più difficile dei nostri giorni: definire chi siamo in una società troppo distratta per accorgersi degli individui che la compongono.
Cosa resterebbe della nostra esistenza, se il mondo non fosse più in grado di vederci?
Quanto saremmo disposti a lottare, per affermare la nostra identità?
Un libro intenso e profondo; una sfida moderna per ridefinire noi stessi.
Una storia per essere visti. E per tornare a vedere.

Perché?
È possibile diventare invisibili?
Ed è possibile dimenticare chi ami?
Perché?

Tornare a vedere. Ma chi ero io?
E cosa dovevo vedere esattamente?
Perché?
Nord. Sud. Ovest. Est.
Tutti quegli interrogativi si incontravano alla fine in un unico punto.
E in quel punto si scioglievano.