BLOGTOUR: "L'EREDITÀ DEI GATTOPARDI" di Marcello Simoni - NEWTON COMPTON EDITORI


Ben trovati, amici Narralupi ed eccoci arrivati all'ultima tappa del Blogtour organizzato dal nostro blog per l'uscita del thriller storico di Marcello Simoni dal titolo L'eredità dei gattopardi edito Newton Compton Editori.

Nella nostra tappa abbiamo avuto il piacere di intervistare l'autore (ci teniamo a ringraziare di cuore Beatrice e l'ufficio stampa per l'opportunità).

Buona Lettura!




La ringraziamo di cuore per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Per me, che sono una Sua grande ammiratrice, è un vero onore poterLa intervistare.
La Sua disponibilità e il Suo tempo sono per noi preziosissimi, e non vediamo l’ora di leggere le Sue risposte per scoprire di più sul Suo percorso e sul Suo lavoro.

1. Folco appare come un personaggio complesso, combattuto tra la forza del guerriero e la fragilità dell’uomo che sogna un futuro migliore. C’è qualcosa di personale, magari autobiografico, in questo Suo desiderio di proteggere e costruire?

Quello di Folco è un sentimento che accomuna tutti gli uomini di grande passione e di buona volontà che si trovano di fronte a un mondo fatto di ingiustizie. Fin da ragazzo, ho sempre sofferto di fronte a una realtà in cui sembrano avere la meglio i prepotenti, i bugiardi e gli ignoranti. Ecco perché ho voluto dare al mio protagonista maschile la forza e il coraggio necessari per tentare di opporsi alle angherie subite dalla sua famiglia. Se vorrà riuscire nell’impresa, però, Folco dovrà aggrapparsi a sentimenti d’amore con i quali sembra avere poca confidenza. Questa, per lui, sarà la sfida più ardua. Come lo è, in definitiva, per buona parte di noi.

2. Il 1130 normanno è un periodo poco esplorato nella narrativa italiana. Cosa l’ha affascinata di più di quell’epoca e perché ha scelto proprio quel momento storico come ambientazione?

In primo luogo, mi ha affascinato proprio la sfida di ambientare un romanzo in un periodo storico poco esplorato e poco conosciuto. Volevo mostrare le origini del regno di Sicilia e della cultura siculo-normanna che l’ha reso così grande. E poi volevo far rivivere ai lettori le atmosfere di immenso fascino che caratterizzano questo importante momento storico.

3. I Suoi romanzi mescolano spesso storia e invenzione: come trova l’equilibro tra realtà storica e fantasia narrativa?

Facendo uso di una bilancia immaginaria. Quando lavoro alle mie trame, pongo i dati della ricerca storica su un piatto e gli elementi scaturiti dalla mia fantasia sull’altro. Inizio a scrivere soltanto quando i due pesi sono perfettamente equilibrati.

4. Nei Suoi scritti si percepiscono spesso temi e valori ricorrenti. C’è qualcosa che sente di voler trasmettere in modo particolare al lettore?

Il mio scopo principale è quello di intrattenere. Detto ciò, prediligo i personaggi che agiscono secondo un determinato codice di valori e che seguono la via del coraggio e della dignità, ma anche dell’intelligenza. Un comportamento non certo facile da tenere, specialmente in un mondo in cui gli infami e i voltagabbana la fanno da padrone. Essere persone migliori, però, vale sempre la pena. O almeno, questo è ciò in cui credo.

5. Quale consiglio darebbe a un giovane autore che desidera dedicarsi alla narrativa storica?

Scrivere fa bene, a prescindere dal fatto che si venga pubblicati oppure no. Libera l’anima e apre il pensiero. Ci salva dall’essere uniformati dal rullo compressore dei social network. Ma se vogliamo imboccare la strada del diventare narratori di professione, sappiate che il percorso è pieno di ostacoli. Perciò non perdete mai l’amore per quello che state facendo. Continuate a scrivere (e a leggere molto!). E approcciatevi sempre alla scrittura come se fosse un gioco. Perché le idee migliori nascono quando ci si diverte.

6. I lettori sono sempre curiosi di sapere cosa verrà dopo: può raccontarci su cosa sta lavorando e magari anticiparci qualcosa del suo prossimo progetto?

Posso anticipare soltanto una cosa: sto lavorando a qualcosa di terribilmente divertente!