IL REGNO DEL FANTASY: "TORRE DEGLI AUTORI" - ROBERTA DE TOMI
In occasione della Giornata Internazionale del Fantasy 🧝♂️📚, rendiamo omaggio a un’autrice italiana che con la sua penna ha saputo attraversare i confini del reale, intrecciando immaginazione, emozioni e riflessioni: Roberta De Tomi ✨.
Sceneggiatrice, docente di scrittura creativa e curatrice del blog La Penna Sognante, Roberta continua a esplorare nuovi mondi narrativi con uno stile ricco di sensibilità e profondità.
Con ogni sua opera, ci ricorda che il fantasy è anche uno strumento per osservare il mondo da nuove prospettive, raccontare il dolore, ma anche la speranza. 🌌🖋️
1. Raccontaci qualcosa di te e di
quando hai capito che il fantasy sarebbe stato il tuo genere.
C’è stato un libro, un film o un momento che ti ha acceso la scintilla?
ROBERTA. Faccio una premessa: nel mio essere lettrice onnivora, sono sempre stata particolarmente attratta dalle storie di genere fantastico. Sono stata una bambina dalla fervida immaginazione, precoce nella scrittura, ma, ammetto, c’è stato un momento cruciale, quello che mi ha avvicinato veramente al fantasy: la lettura de “La sirenetta” di Hans Christian Andersen. Lo stile dell’autore, insieme a questa storia disarmante, mi ha convinta a scrivere fantasy.
2. Che tipo di fantasy scrivi e
perché hai scelto proprio quel sottogenere?
Dark, urban, epic, romantico, steampunk, mitologico… raccontaci cosa ti affascina del tuo mondo narrativo.
ROBERTA. Mi piace l’urbanfantasy perché mi permette di toccare temi attuali,
abbracciando la questione dell’identità dei personaggi, solitamente giovani, in
cerca del proprio posto nel mondo. Va da sé che sono fortemente influenzata da
manga e anime, in particolare quelli incentrati sulle majokko, le maghette
dotate di bacchetta magica che hanno lasciato un retaggio importante nel mio
immaginario.
Il mio “L’angelo caduto di Feerilandia” (Sága
Edizioni) è una summa di tutto questo, tanto che molti hanno ritrovato
“Sailor Moon”, anche se il riferimento al numero tre ci porta sulle tracce di
“Magic Knight Rayearth” e della serie TV “Streghe”. Il tre è un numero non
casuale, come nessun elemento è casuale in questo romanzo, dove Feerilandia
trova corrispondenza nel mondo descritto in testi legati alla cultura feerica.
Sì, esiste una cultura feerica, dedicata alle fate, e che ha un potente
retaggio ancestrale e sacrale. La figura femminile ci riporta al matriarcato,
ma nel caso del mio romanzo, tutto cerca un equilibrio, una condivisione.
Maschile e femminile sono sullo stesso piano, la magia è uno strumento di
superamento delle divergenze, ma anche ciò che permette di entrare in un’era di
bellezza, di armonia, pur riconoscendo i travagli, il lato oscuro che alberga
in tutti noi. Bene e male fanno parte del gioco, il più è riconoscerli e porli
sul piatto della bilancia, consapevoli del fatto che uno non esiste senza
l’altro. Con annesso conflitto interiore ed esteriore.
Anche in “Melody la Vestale di Inventia” (Delos Digital –
Fantasy Tales) si attiva questo meccanismo, anche se ci troviamo in un altro
mondo, meno complesso e articolato del precedente. Qui la missione è
ispiratissima aagli anime!
Aggiungo il retelling di fiabe già note, “Alice nel labirinto” (“Alice nel paese delle meraviglie” e “Attraverso lo specchio”) e “Alyssa, l’ultima sirenetta” (“La sirenetta”) una bellissima immersione nel mondo dell’autore, per me un gioco creativo potentissimo, dove posso reinventare situazioni. Reinventare, ma anche rispettare la storia originale: un lavoro narrativo complesso, nonché una sfida che rappresenta un modo di crescere come autrice. Al momento per i due retelling c’è uno stand by, in quanto c’è un cambio di passo editoriale. Seguiranno news in merito.
3. Quali autori stranieri o
italiani ti ispirano o ti hanno colpito di recente?
Facci scoprire voci fantasy straniere e italiane che vale la pena leggere!
ROBERTA. Ho citato Andersen, ma per la fiaba, oltre ai
fratelli Grimm e Perrault, invito a leggere le fiabe raccolte da Luigi Capuana.
Ricordo a voi anche il lavoro di curatore di Italo Calvino, nonché autore
italiano di genere fantastico che non può mancare nelle nostre librerie. A
proposito di grandi autori italiani del genere: Dino Buzzati e Aldo
Palazzeschi.
Ancora: Michael Ende è per me un “mito”, non solo per “La
storia infinita” che tra i testi classici contemporanei è il mio prediletto, ma
anche per “Momo” e “La notte dei desideri”. Lewis Carroll è il mago dei
nonsense, da leggere senza distrazioni e non solo per Alice. Cito anche un
grandissimo: Giuseppe Pederiali, maestro del fantasy padano con “Il tesoro del
Bigatto” (e non solo). Marion Zimmer Bradley rappresenta un altro punto di
riferimento, ma anche George Martin (lo stile mi travolge), Terry Brooks,
Ursula K. Le Guin e Jeaniene Frost. Per gli italiani, Luca Tarenzi e Sara
Aislinn Benatti sono penne da seguire per il loro retaggio mitologico ed
esoterico, ma anche per lo stile che non ha nulla da invidiare ad autori e
autrici stranieri. Dico lo stesso di Beppe Roncari e Flavia Imperi. Voglio
citare un libro che non è proprio fantasy in senso stretto, ma consiglio di
leggere: “Lulù Delacroix” di Isabella Santacroce. Non dico altro. Voglio poi
nominare colleghi indipendenti: Alessandro Del Gaudio, Monica Serra, Therry
Romano, Daniele Viaroli, Dario Di Gesù, Penelope Delle Colonne… vi invito a scoprire
le loro opere, ciascuna con le proprie peculiarità e sfumature, tra urban, epic
e dark. Bravissimo Luca Marchesi, un
autore della provincia di Modena che ha creato un maghetto alla “Harry Potter”
intrecciato al folclore padano, sulla scia di Pederiali, ma narrando il tutto
con una serie di belle reinvenzioni. In più, un’ottima scrittura.
Interessanti i romanzi iniziatici di Elisabetta Tagliati,
“Oltre l’Abisso” e “Lacrime d’eternità”, da cui deriva un’opera rock che auguro
possa andare in scena su vari palchi importanti. Cito infine un’autrice che di
recente mi ha colpito: Constance S. che con la serie “Sell your soul” dimostra
che le penne italiane di genere fantastico hanno idee e le sanno scrivere.
Eccome! E qui parliamo di un’altra penna indipendente.
Non ho citato Tolkien e la Rowling: per chi scrive fantasy
sono pietre miliari, da conoscere, anche se non sono i miei prediletti per un
mio gusto personale, legato allo stile.
Per il resto… Se dovessi aver dimenticato qualcuno, mi scuso e non me ne vogliate. Nel caso potete recuperare le mie recensioni di libri fantasy, in giro per il web!
4. Se potessi portare una sola
cosa del tuo universo fantasy nel mondo reale, quale sarebbe?
Un oggetto, un incantesimo, una creatura, una regola
magica…
ROBERTA. Le ali de “L’Angelo caduto di Feerilandia”. Non soffrirei più di
vertigini, intanto sono magiche!
5. Qual è la sfida più grande che
affronti come autore fantasy emergente in Italia?
Una riflessione sincera sul panorama editoriale, il
pubblico o la promozione.
ROBERTA. Credo che il vero problema per me come autrice,
ma credo riguardi il genere fantastico in senso lato, sia il pregiudizio che
nasce da un retaggio critico ancora radicato secondo il quale la narrazione di
pregio sia quella realistica e “impegnata”; meglio ancora, politica. Di fatto e
dal mio punto di vista, il genere fantastico porta con sé tutte le implicazioni
della realtà; è un modo alternativo e sublimato di raccontare la nostra
“umanità”, dando un’interpretazione del mondo che ci circonda. Inoltre, credo
sia il genere che, più di tutti, ci possa proiettare verso nuove visioni,
proponendo delle vere e proprie trasformazioni, con il coraggio di creare un
essere umano nuovo.
Quando ho scritto “L’angelo caduto di Feerilandia” ho immaginato
una principessa, Diande, lontana dai canoni noti (bionda, occhi azzurri etc).
Diande ha tratti afroamericani, ereditati dalla famiglia.
Feerilandia è un mondo inclusivo ed è nato quando questo
termine non era così diffuso. Ma è un mondo inclusivo che reca le tracce di una
serie di credenze radicate, in quando la
via Feerica appartiene al nostro mondo. Il folclore lo ha plasmato, ma ci
riporta a una sacralità antica, dotata di una complessità che riflette un preciso
assetto sociale. Nel romanzo, inoltre, propongo un’idea vicina al ritorno alla
natura, al suo rispetto, ponendo l’essere umano non al centro, ma insieme ad
altre creature.
“Melody la Vestale di Inventia” è un urbanfantasy che
riflette sul potere dei desideri. È ispirato in modo voluto a “La storia
infinita”, focalizzandosi sulla forza del cambiamento che dipende da noi. Va da
sé che negli sviluppi successivi molte cose cambieranno per la protagonista e
non solo.
La magia è una rappresentazione fantastica, ma riflette un modus operandi che dipende dalla volontà umana. Il mondo si può cambiare se l’uomo avesse il coraggio di cambiare il proprio approccio interiore alla materia e alla vita. L’evoluzione spirituale ancora latita, ma sta dando dei segnali in giro, tra nuove, nascenti esigenze e voglia di condivisione.
6. Lasciaci con una citazione (tua
o altrui) che per te rappresenta l’anima del fantasy.
«Ma se le
gocce sono magia,»
spiegò Mose «perché riesco a vederle? La magia
non dovrebbe essere invisibile?»
«Quello è l’essenziale. In realtà la magia assume forme diverse e si manifesta
attraverso i suoi effetti.»
Da “L’angelo caduto di Feerilandia” (Sága Edizioni)