RECENSIONE: "KIKU: L'ARTE GIAPPONESE DI SAPER ASCOLTARE" di Dr Haru Yamada


Arya ci racconta le sue impressioni sul saggio di Dr Haru Yamada dal titolo Kiku: l'arte giapponese di saper ascoltare edito Newton Compton editori.


Nel suo saggio Kiku. L’arte giapponese di ascoltare con il cuore, la sociolinguista Haru Yamada ci accompagna alla scoperta di un ascolto radicale e trasformativo, ispirato alla cultura millenaria del Giappone. 

Il cuore del libro ruota attorno al concetto di kiku, che non si limita al semplice “sentire” ma implica un ascolto profondo, empatico, pienamente consapevole.

Un aspetto affascinante è l'origine simbolica della parola kiku, che secondo l'autrice può essere rappresentata come un’unione tra i caratteri giapponesi per “orecchio”, “quattordici” e “cuore”. “Ascoltare con quattordici cuori” diventa così una metafora potente: significa mettere in campo tutta la nostra sensibilità – non solo uditiva, ma anche visiva, emotiva e corporea – per cogliere ciò che spesso non viene detto a parole. Un invito a vivere le relazioni con maggiore attenzione, rispetto e apertura.

L’autrice, che ha vissuto in prima persona le difficoltà dell’udito a seguito di un grave incidente, ci offre un punto di vista autentico e profondo. Il suo obiettivo è aiutare il lettore a coltivare l’ascolto come pratica quotidiana, in famiglia, sul lavoro, nei legami affettivi e nella vita sociale, per riconnettersi agli altri e al mondo.

Tuttavia, nonostante le premesse interessanti e il valore del messaggio, il libro presenta alcune criticità. Le sue 320 pagine risultano piuttosto dense, e lo stile adottato – a tratti troppo tecnico e accademico – potrebbe scoraggiare chi si avvicina a questo tema per curiosità o crescita personale. 
Il linguaggio, spesso elaborato, rende la lettura impegnativa e talvolta poco scorrevole, soprattutto per chi non ha una formazione specifica nel campo della sociolinguistica o della comunicazione interculturale.

Le aspettative iniziali erano alte, ma il testo fatica a mantenere un ritmo coinvolgente. Un approccio più diretto, con esempi pratici e un linguaggio più informale, avrebbe reso l’opera più accessibile e fruibile per un pubblico più ampio.

In sintesi: il libro è ricco di spunti, profondo e originale, ma richiede tempo, attenzione e pazienza. Lo consiglio a chi ha una particolare sensibilità per la cultura giapponese o per i temi della comunicazione. Per chi cerca una lettura leggera o introduttiva sull’ascolto, potrebbe risultare troppo impegnativo.