RECENSIONE: "TERMINALE" di Claudio Secci
Faby ci racconta le sue impressioni sul romanzo di Claudio Secci dal titolo Terminale edito Delos Digital. Vediamo cosa ne pensa.
"Attenti a farvi coinvolgere in affari sporchi, soprattutto quando sono più grandi di voi..." È con questo monito che si apre Terminale, il romanzo di Claudio Secci edito da Delos Digital. E non è solo una frase a effetto: è la chiave d'accesso a una spirale narrativa tesa, claustrofobica, perfettamente calibrata tra il noir, il thriller legale e lo spionaggio.
Una fuga che si trasforma in trappola
Il protagonista, Chad, è un giovane camerunense che lascia il proprio Paese con l’unico obiettivo di offrire una vita dignitosa alla sua famiglia. La sua odissea lo porta a Monaco di Baviera, dove riesce a trovare un lavoro come addetto alle pulizie all’aeroporto: un impiego umile ma onesto, che sembra finalmente aprire una breccia nella sua esistenza fatta di rinunce.
Ma la realtà ha un altro piano per lui.
Nel cuore di un non-luogo come i bagni di un aeroporto – crocevia di viaggi, identità mobili e traffici invisibili – Chad si trova incastrato in un gioco molto più grande di lui. Una guardia giurata corrotta, un mercenario senza scrupoli, e una rete di affari loschi che utilizza gli spazi più insospettabili per muovere denaro, potere e segreti. Lì, nel “terminale” dove ogni cosa sembra convergere o fermarsi, inizia per Chad una lotta per la sopravvivenza e per la verità.
Un thriller dove l’uomo è il bersaglio
Il romanzo si muove con maestria tra più generi, ma è soprattutto nella sua componente legal thriller e spionistica che affonda le radici. Claudio Secci costruisce una tensione narrativa crescente, serrata, con una scrittura asciutta ma incisiva, che fa da contrappunto alla disperazione silenziosa del protagonista.
Chad non è un eroe da action movie: è un uomo comune, un outsider invisibile alla società, la perfetta vittima sacrificale per un meccanismo che si nutre di anonimato. È proprio questa sua umanità a renderlo autentico, e il lettore si trova catapultato nel suo incubo con empatia crescente. La sua psicologia è trattata con realismo: paura, impotenza, desiderio di redenzione e di giustizia si mescolano in un crescendo di angoscia e determinazione.
Il lato oscuro dell’Europa
Secci dipinge un’Europa fredda e indifferente, in cui le strutture istituzionali – l’aeroporto, la sicurezza, la legalità – non proteggono, ma possono trasformarsi in strumenti di sopraffazione. Il romanzo ci interroga: cosa succede quando il confine tra legalità e crimine è talmente sottile da non essere più distinguibile? Quando l’invisibilità sociale di qualcuno diventa un alibi perfetto per coprire crimini internazionali?
Terminale riesce a mantenere il ritmo e la suspense fino all’ultima pagina, con un climax teso che richiama alla memoria le atmosfere più cupe del cinema di spionaggio, ma anche la concretezza brutale del legal thriller contemporaneo.
Conclusione
Claudio Secci confeziona un romanzo intenso, credibile, a tratti disturbante. Non solo un thriller d’azione, ma una riflessione amara sulla condizione dell’uomo migrante, sulla giustizia cieca e su quanto sia facile, per chi non ha voce, finire nel tritacarne di un sistema corrotto.
Terminale non è solo il titolo. È anche una condizione, una soglia, un punto di non ritorno.




