RECENSIONE: "MORTE E ALTRI IMPREVISTI" di Claudia Simonelli
Faby ci racconta le sue impressioni sul romanzo di Claudia Simonelli Morte e altri imprevisti edito 256 Edizioni.
Morte e altri imprevisti non è una semplice raccolta di racconti, è un attraversamento. Claudia Simonelli ci propone un viaggio che inizia dal punto più temuto — la morte — per risalire la corrente della vita stessa, alla ricerca di ciò che davvero ci rende umani. È una discesa emotiva e consapevole nei territori dove dolore, paura e stupore si intrecciano fino a diventare, sorprendentemente, bellezza.
Il cuore pulsante dell’opera è una domanda scomoda, che ci accompagna da sempre eppure tendiamo a ignorare: quanto siamo disposti a guardare in faccia la fine? Ma Simonelli non si limita a esplorare la tanatofobia — la paura della morte — come un dato psicologico: la utilizza come chiave narrativa per spalancare le porte a qualcosa di molto più vasto. Undici racconti, ciascuno un frammento, un imprevisto, una piccola deflagrazione nella normalità, ci portano a riflettere su quanto la morte sia forse solo un’altra forma di vita — o almeno un’ottima lente attraverso cui osservarla.
Lo stile di scrittura è raffinato, ma mai ostentato. Simonelli sa dosare con maestria la lingua: tagliente nei dialoghi, morbida nelle descrizioni, quasi poetica quando sfiora il dolore con quella sensibilità che non scivola mai nel patetismo. Il tono è intimo, ma non privato; sembra parlare direttamente al lettore, come se ogni racconto fosse stato scritto per lui, o meglio, su di lui.
C'è una dolcezza disarmante anche nei momenti più duri, una consapevolezza narrativa che non ha bisogno di alzare la voce per farsi sentire. I personaggi — che siano protagonisti o comparse — vivono sospesi tra realismo e simbolismo, con una tridimensionalità emotiva che li rende credibili, persino quando l’assurdo fa capolino (un uomo che mangia tutto, un testamento truccato, una relazione velenosa, un esperimento fatale…).
Il valore emotivo della raccolta è fortissimo. Non c’è racconto che non lasci una traccia, che non provochi una domanda, che non riesca a toccare una zona sensibile. Eppure, nonostante i temi complessi, c’è una leggerezza di fondo, quasi una tenerezza, che trasforma ogni fine apparente in un inizio inatteso. Simonelli non vuole spaventare: vuole accendere una scintilla. Quella della consapevolezza, della possibilità di trovare senso anche nel caos, nel dolore, nella perdita.
Il vero incanto di Morte e altri imprevisti è forse questo: riuscire a parlare della morte senza mai perdere di vista la vita. Anzi, ricordandoci che spesso è proprio l’imprevisto — il dolore, lo strappo, il vuoto — a darci il primo vero assaggio della nostra esistenza.
Una raccolta da leggere lentamente, lasciandosi attraversare. Perché a volte, per riscoprire quanto siamo vivi, basta lasciarci raccontare dalla morte.




