RECENSIONE: "L'IMMAGINE DEFORME" di Alessio Miglietta


Faby ha letto per noi il libro di poesie di Alessio Miglietta dal titolo L'immagine deforme edito Ensemble.


A CURA DI
Con “L’immagine deforme”, Alessio Miglietta ci regala una raccolta poetica che esplora, con una forza emotiva rara, la complessità dell'esistenza umana, tra luci e ombre, tra il caos del vivere e il tentativo di trovare un ordine interiore. Pubblicata nel 2024 da Ensemble Editore, questa raccolta è un viaggio profondo nella psicologia dell'autore, che non teme di scavare nei recessi più oscuri dell'anima per esprimere le sue sofferenze, le sue angosce, e le sue sfumature più intime. Ogni poesia, pur mantenendo un’intensità personale, diventa una riflessione universale, in grado di risuonare con chiunque abbia vissuto il dolore e la ricerca di un senso in un mondo che spesso appare deformato e incomprensibile.

### Il tormento dell’esistenza: dalla deformazione alla ricerca di sé

Fin dalle prime poesie della raccolta, *L’immagine deforme* si fa veicolo di un tormento che si manifesta sia nei contenuti che nella forma. Miglietta ci presenta un paesaggio emotivo segnato dalla disillusione, dal senso di smarrimento e da un'incapacità di riconoscersi. Le sue parole, cariche di una solitudine spettrale, trasmettono l’immagine di un sé che non si trova più nel tempo e nello spazio, come se il poeta fosse sospeso in un limbo, in cui ogni movimento e ogni respiro sono privi di scopo. Questo smarrimento esistenziale si traduce in immagini forti, dove la deformazione non è solo stilistica, ma un riflesso visivo delle sensazioni interiori. La sofferenza, in questo contesto, appare tangibile, come una lacerazione che attraversa la pelle e penetra nel profondo dell’essere, lasciando cicatrici invisibili ma dolorose. Il dolore è l’elemento centrale, ma non è mai fine a sé stesso; è il motore che spinge alla ricerca di una forma di bellezza che solo l’arte può realizzare. L’immagine del dolore è, infatti, onnipresente, ma non è mai statica. Miglietta riesce a trasmettere un senso di movimento attraverso il suo linguaggio, come se il tormento fosse un fluire che scuote e trasforma. La bellezza, in questa deformità, non è solo una speranza distante, ma una necessità che si insinua nei luoghi più oscuri dell’anima, nelle fratture e nelle crepe lasciate dalla sofferenza. È una bellezza che nasce dalla negazione, che si fa strada tra il caos e il disordine del vivere, cercando, senza tregua, di trovare una nuova forma.

### Un percorso universale tra le spaccature dell’anima
Nonostante l’indiscutibile intimità delle liriche, “L’immagine deforme” trascende la dimensione personale dell’autore, diventando un percorso universale. Ogni verso è come uno specchio che riflette le nostre vulnerabilità, le nostre angosce e la nostra eterna ricerca di senso. Miglietta, infatti, non si limita a raccontare la propria sofferenza, ma la rende simbolica dell'esperienza umana in generale, un’esperienza segnata da contraddizioni, incertezze, ma anche da momenti di ricerca di redenzione. L’autore affronta il dolore come un processo inevitabile, ma non definitivo, come qualcosa da cui è possibile emergere, pur con fatica.
Crisi, dove il dolore raggiunge il suo culmine e il corpo stesso diventa il riflesso di una sofferenza che sembra non avere fine. Ma nonostante la pesantezza di queste liriche, è proprio nel contrasto con il dolore che si fa strada, timidamente, la speranza. La sezione finale, *Resilienza*, segna il punto di svolta, dove l’autore sembra voler affermare che, nonostante tutto, c’è una possibilità di rinascita. La resilienza non è solo la capacità di sopravvivere, ma la forza di trasformare la sofferenza in qualcosa che possa essere compreso e, in qualche modo, redento.

Nel cuore di “L’immagine deforme” , la bellezza emerge dalle fratture dell'anima, come una luce tremolante che, pur nella sua incertezza, riesce a risplendere. Le poesie di Miglietta non sono solo una riflessione sul dolore, ma anche un tentativo di estrarre qualcosa di nobile dalla sofferenza, una ricerca di bellezza che nasce proprio da ciò che è deformato e imperfetto. Come una cicatrice che, pur nella sua visibilità, racconta una storia di guarigione, così ogni parola di questa raccolta è intrisa della consapevolezza che la bellezza non si trova nei momenti di perfezione, ma nelle crepe e nelle ferite dell'esistenza.

“L’immagine deforme” è una raccolta di poesie che tocca corde profonde dell’animo umano, affrontando il dolore con una sincerità che non teme di guardarlo in faccia. Alessio Miglietta, con la sua scrittura intensa e carica di emozione, ci invita a percorrere un cammino che non è mai facile, ma che ci porta a scoprire, tra le ombre e le contraddizioni, la possibilità di redenzione e di bellezza. La sua è una poesia che si fa viaggio, esplorando le sfumature più oscure e dolorose dell'esistenza, ma senza mai dimenticare che, proprio nelle spaccature dell'anima, si nasconde la vera essenza della bellezza.