BLOGTOUR: "GLI IMPICCATI NON MUOIONO SUBITO" di Maena Delrio


Oggi partecipiamo al Blogtour organizzato dalla NPS Edizioni per l'uscita del romanzo di Maena Delrio Gli impiccati non muoiono subito.
TRAMA
Genova. Novembre 2018. Una festa privata, su uno yacht di lusso, finisce in tragedia. Arbatax, Sardegna. Pochi giorni dopo. Il cadavere di un ricco imprenditore viene ritrovato, dilaniato dai cinghiali, nel bosco che conduce all’antico faro. Sembra un incidente, ma l’ispettrice Marcialis non è convinta. Muove le corde giuste, fa pressione, sprona all’indagine, fino ad addentrarsi nei segreti oscuri del promontorio, luogo maledetto secoli prima, destinato a portare alla rovina chiunque vi abiti. Riuscirà una donna a spezzare la catena del fato?

AMBIENTAZIONI

Le vicende del romanzo si svolgono nella piana di Tortolì, un paese di 11000 abitanti che si affaccia sul mare, in provincia d’Ogliastra, in Sardegna.

Fa da sfondo alle indagini dell'investigatrice Marcialis il promontorio del faro, una scogliera che sale fino a ottanta metri sopra il livello del mare, e durante le guerre mondiali ospitava un presidio bellico detto Batteria. Oltre al faro Bellavista, così chiamato perché da quel punto si può ammirare tutto il golfo, il promontorio ospita una fauna e una flora rigogliosi, con una pineta che lascia spazio alla macchia mediterranea, e gruppi di mufloni in libertà che a volte scendono fino al porto e pascolano tranquilli nel centro abitato. Sul versante ovest del promontorio è realmente presente un villaggio turistico, l’Arbatax Park, premiato come miglior eco resort al mondo, che ospita al suo interno un parco naturale con diversi animali si autoctoni che esotici e conta migliaia di presenze di turisti all’anno.

Il borgo marinaro di Arbatax è conosciuto non solo per il porto, ma anche per i suoi monumenti naturali, come le Rocce rosse, la torre Saracena di San Miguel e la bellissima Cala Moresca, un fiordo naturale che s’incunea tra le scogliere del promontorio, offrendo alla vista uno spettacolare gioco di colori tra il rosso del porfido e le sfumature di grigio di basalti e graniti.

Alle indagini della Marcialis si affiancano parallele le vicende di frate Ithocor, che si svolgono in una Tortolì remota, nel 1500, tra il promontorio stesso e il monastero, situato più nell’entroterra, a cinque chilometri dalla costa, nel cuore del paese. L’edificio, che in realtà venne edificato solo nel 1700, si erge di fronte a una piazza che prende il nome dal suo fondatore, Fra Locci, che ora accoglie l’arrivo degli studenti delle scuole superiori da tutta l’Ogliastra, ma in tempi passati era detta s’impiccadorgiu, perché è lì che venivano applicata la pena capitale ai condannati.
Con l’arrivo dei frati venne realmente costruita una fontana, che in tempi successivi venne spostata in un giardino privato. Il monastero ora è stato restaurato e trasformato in teatro, il San Francesco.