7 BLOG PER 1 AUTORE: "LORIS FABRIZI"

Ospite di oggi per la rubrica Sette Blog per un Autore "Loris Fabrizi" e il protagonista del suo romanzo "Lolo".





“Ti ripeti che un giorno verrà il tuo momento, la tua ora, ma nell’era degli uomini vuoti non verrà mai l’ora della scimmia!” Alle soglie dell’età adulta, Lolo commette un errore, un piccolo furto, le cui conseguenze sembrano condurre alla morte di un uomo. Decide così di andarsene, fugge dalle accuse che lo vogliono colpevole, dal giudizio degli adulti, da un posto e da una vita che non riconosce più come suoi. Abbandona la comunità di nomadi che lo ha accolto quando era un bambino senza passato e senza futuro e abbandona Rasnia, la ragazza per cui farebbe qualsiasi cosa. La fuga lenta e senza meta di Lolo lo porta alla scoperta dell’indifferenza, dell’ipocrisia, dell’illusione e degli altri vincoli mentali ed emotivi che l’umanità pone a sé stessa per paura. Attraverso incontri occasionali e situazioni in apparenza ordinarie impara a vedere oltre il Velo che ricopre la realtà e ne mistifica l’aspetto per volere di Nahel e dei suoi uomini vuoti, che fin dagli albori della civiltà si operano per diffondere la Grande Menzogna e celare agli uomini il loro vero potenziale, meraviglioso e distruttivo allo stesso tempo...


1)Chi è’ Lolo? Raccontaci qualcosa di te
Senza fare spoiler? Pare facile. Ok, ci provo. Sono un ragazzone alto e snello, adesso, ma la prima cosa che ricordo è di essere stato trovato da Bato, il capo della comunità di nomadi dove vivo, e da Rasnia, sua figlia. Loro mi hanno accolto nella loro famiglia, anche se… beh, insomma, ero abbastanza bruttarello. Brutto sì, dicono che la mia faccia somiglia a quella di una scimmia e i miei piedi sono tutti storti, sì, un po’ deformi, diciamo, e sembrano proprio delle zampacce. Questo fatto un po’ mi ha segnato, ma sinceramente mi ci sono abituato e la cosa non mi è mai stata fatto notare tanto nel campo, più a scuola, magari, da ragazzi non nomadi.

Comunque sia, si cresce lo stesso, ognuno con i suoi problemi, e a parte un po’ di stranezze penso di essere un ragazzo allegro, abbastanza socievole, me la cavo con i motori (al campo per lo più siamo giostrai) e con le attività fisiche, sono abbastanza forte e agile, in effetti.

Però, ultimamente, mi sento strano, è l’età, dicono, però non mi sento nel mio posto, vorrei capire meglio chi sono e quale può essere il mio futuro.

2)Cosa ne pensi della tua storia? Nei limiti dello spoiler, sei contento di quello che ti capita nel romanzo?
Beh, diciamo che pima o poi uno i conti con sé stesso e con il suo passato deve farli, certo che in questo romanzo i conti arrivano a suon di mazzate. Insomma, vivo dei momenti abbastanza intensi, che se penso alla mia vita com’era prima, magari senza troppe ambizioni, ma tranquilla, magari mi sarei risparmiato.

Però non ho avuto scelta, quindi ho dovuto scoprire in me una forza inaspettata, stringere i denti e andare avanti.

3)Hai degli hobby di cui il tuo autore parla nel libro?
Oh, sì, sono un appassionato di parkour. Un po’ per attitudine fisica (sono la scimmia del titolo, ricordi?) un po’ per riuscire a vedere il mondo sotto una lente diversa, saltare da un palazzo all’altro, superare ostacoli inamovibili, “volare” sopra la città, mi emoziona come poche altre cose.

4)Che personaggio sei? Un protagonista amato sin da subito o no?
Amato da chi? Te l’ho detto, penso di essere un ragazzo socievole, ma non le combino tutte giuste. Quando agisco, per lo più sbaglio, e anche quando mi limito a farmi trascinare dagli eventi, succede un casino e qualcuno si fa male. Non lo so.

5)Pensi che qualche lato del tuo carattere possa appartenere al tuo autore?
Direi proprio di sì. Molte mie riflessioni sono sue. La tendenza ad abbattere o saltare gli ostacoli uno alla volta nell’ordine in cui si presentano. Anche una certa ottusità nel non voler vedere le cose per quello che sono.

6)Tre aggettivi che ti descrivono.
Emotivo. Confuso. Tenace.

7)Parlaci della città dove è ambientata la tua storia.
La mia storia nasce nella Città, un posto grande, ma non così grande; saltando sui tetti non mi ci vuole poi così tanto ad attraversarla. Come molte città di recente sviluppo è un luogo di contraddizioni legate al benessere diffuso, le minoranze – i nomadi, come me, per esempio – stanno meglio appena subito fuori dei confini, per dire che ci sono e sono accettate, ma senza che siano troppo presenti. Il centro vive di una vitalità artefatta e già decadente. Le cose però si muovono, almeno rispetto ai piccoli paesi attorno. Certo, la Capitale è tutta un’altra storia, un’altra velocità, altre opportunità e anche altri pericoli, insomma, quella sì che è una giungla urbana. D’altronde, io sono una scimmia.

8)Che rapporto hai con gli altri personaggi del romanzo? Ti va di presentarceli?
Rasnia è la mia amica di sempre, la figlia del nomade che mi ha letteralmente raccolto dalla strada, per lei c’è un posto riservato nel mio cuore, forse è amore, non lo so, so solo che per lei andrei ovunque e farei qualunque cosa.

Nahel è un bastardo, no, è il più grande bastardo di sempre, è pericoloso e lo sa bene, la cosa peggiore è che si è costruito attorno una tale montagna di bugie, che adesso lui stesso è convinto di essere nel giusto.

Giano Mahir è… beh, lui è un politico, nel senso peggiore del termine. Vuol dire che ha il potere di costruire cose immense, ma non mi fido del fatto che – come dichiara – vuole utilizzare questo potere per il bene degli altri. Alla fine, mi chiedo se alla fine troverà dentro l’onestà tanto millantata per fare la cosa giusta.

Ah, già, c’è anche un personaggio chiamato… uh, Konik, se non sbaglio, lui è… boh, non me lo ricordo neanche com’è… di chi stavamo parlando?

9)La tua storia avrà un seguito?
Sicuramente potrebbe, i presupposti ci sono tutti, sia per un seguito diretto, sia per degli spin-off.

10)Cosa pensano di te i lettori nelle loro recensioni?
In linea di massima che riescono a immedesimarsi in me e nelle caz… ehm, negli errori che faccio, ma anche nei miei scatti di maturazione.

11)C’è un messaggio all’interno del romanzo che secondo te il tuo autore vuole trasmettere ai lettori?
Lo spero, altrimenti non si giustificano tutti i casini in cui mi caccia. Ah, qual è? Uhm, la verità vi renderà liberi? Non lo so, tiro a indovinare, ma mi sembra senz’altro un buon punto di partenza per cominciare a riflettere.

12)Tre buoni motivi per leggere la tua storia.
Se mi impegno, forse arrivo a due. Allora. Uno: succedono un sacco di cose. Due: queste cose che succedono fanno in modo che il libro che iniziate a leggere non sarà il libro che finirete di leggere. Ah, ecco l’ultimo. Tre: davvero mi volete lasciare da solo in mezzo a tutti quei casini?