VI SEGNALA NADIA #316: "PENNY PORTAFORTUNA" di Jill Barnett
Segnalazione del romanzo di Jill Barnett, tradotto da Isabella Nanni, "Penny Portafortuna" editore Babelcube.
New York, fine 1800. Quando il famoso architetto Edward Lowell diventa improvvisamente tutore della nipote di 4 anni, rimasta orfana, la vita che conosceva viene messa sottosopra. Sua nipote è disperata ma quando vede una bambola nella vetrina di un negozio, Ed scorge i primi segni di felicità negli occhi della piccola. Purtroppo la bambola viene venduta prima che Edward possa comprarla, per cui si mette alla ricerca della fabbricante di bambole sperando che lei possa aiutarlo a trovare un modo per curare la sua giovane nipote.
Dall’autrice
Jill Barnett, più volte in vetta alle classifiche del New York Times e già
pubblicata in precedenza da Mondadori, ecco un incantevole racconto natalizio
ancora inedito in Italia.
Definita “la maestra dei romanzi dell’amore e della
risata”, Jill Barnett è un’autrice di fama internazionale con oltre 8 milioni
di copie cartacee vendute ed è stata spesso al vertice delle classifiche dei
best seller del New York Times, USA Today, The Washington Post, e Publishers
Weekly. Con l’avvento dell’era digitale Jill Barnett è stata numero 1 con i
suoi 18 libri nella classifica dei titoli a pagamento più venduti su Amazon e
ha venduto oltre un milione di copie digitali. In Italia alcuni suoi libri sono
stati pubblicati da Mondadori.
Fine 1800, New York City
Edward
Abbott Lowell fu nominato Uomo dell’Anno
dai quattrocento stimati membri del più esclusivo club per gentiluomini di New
York. Mentre attraversava la grande sala da ballo dello Union Club, stringendo
mani dopo il suo discorso di ringraziamento, Edward fu colpito dalla
stranissima sensazione che ci fosse qualcosa che non andava. Non con il club o
i suoi membri, ma con qualcos’altro, come se l’aria intorno a lui vibrasse
anche se non c’era nessun treno nei paraggi.
Pochi
minuti dopo, chiuse la porta dietro di lui. Prima di voltarsi e andarsene, guardò
la stanza affollata attraverso l’elegante vetrata delle porte che davano sulla
terrazza; il salone era pieno di gente in costosi cappotti sartoriali e
panciotti su misura, dalle tasche penzolavano molti orologi d’oro e diamanti,
una vera marea di baffi, pizzetti e capelli tirati indietro con la brillantina
così che tutti i cappelli a cilindro allineati sulle mensole del guardaroba si
sarebbero appoggiati sulla testa del proprietario alla giusta elegante
inclinazione.
Uomo dell’Anno – l’onorificenza più alta dello Union
Club… da non credere. Scosse la testa e si avviò verso la balaustra in pietra
che contornava la terrazza del terzo piano e dava sulla Quinta Strada.
Come
la maggior parte degli affari più importanti, il suo ultimo e più importante
progetto – quello che gli aveva fatto vincere il titolo di Uomo dell’Anno – il Grant Building, era stato negoziato e
confermato con una forte stretta di mano proprio in questo club pochi anni
prima. E gli ci erano voluti appena dieci anni di duro lavoro, e la grande
fortuna di essere selezionato tra gli allievi del Boston Tech per andare a
Chicago come pupillo del grande architetto William LaBaron Jenney, prova che
anche una scimmia cieca poteva trovare una nocciolina ogni tanto.
E
adesso aveva un sacco di noccioline… più di quante suo padre ne avesse perdute
nel grande crollo del mercato, più di quante il suo ricco nonno ne avesse
guadagnate in tutta la sua vita e il suo bisnonno prima di lui, e Ed aveva
appena ventinove anni.
Ma stasera, prima di
alzarsi da tavola per andare sul podio, si era sentito di nuovo quel ragazzino,
con i nervi tesi,
con la sensazione di non essere a suo agio nei suoi stessi panni. Era tornato con la memoria a quel
primo giorno di college, appena due giorni dopo il suo sedicesimo compleanno,
quando – da novellino qual era – era entrato timidamente nell’edificio del Back
Bay – un edificio che rappresentava le possibilità di tutto ciò che aveva
sempre desiderato. Era questo che rappresentava per lui questa serata – il
culmine di tutte quelle fantastiche possibilità.