INTERVISTA ALL'EDITORE: NEPTURANUS
Oggi ospitiamo "l'editrice" della Nepturanus che ci racconta di lei e della Ce in questa intervista che ci ha rilasciato. Buona lettura
Chi è Nepturanus? Raccontaci un po’ di te e come è nata la tua casa editrice.
Vi racconto un po’ di me. Non
troppo però, il minimo sindacale.
Mi chiamo Elisabeth, nickname
non-commerciale Brianna, lavori svariati e avariati, precaria in pianta stabile.
Qualifica abituale collaboratrice non domestica, anzi piuttosto selvatica. Sono
Italiana (l’iniziale maiuscola è puramente voluta) ma da qualche anno vivo
all’estero, anche se la mia carta d’identità non è d’accordo.
Parlando di mestieri, da brava
dilettante professionista ho pensato di provarne alcuni totalmente nuovi
entrando prima nella categoria delle scrittrici e poi in quella di (il)legale
rappresentante di questa casa editrice.
In entrambi i casi, abusiva a tutti
gli effetti.
Veniamo a Nepturanus.
È una femmina, anche se dal nome non sembra. Ha 27 mesi di vita, quindi è un
po’ presto per parlare di “casa editrice”. Diciamo che per ora è la Casa dei
Sogni di Barbie. Un giocattolo, in pratica. Molto adatto a rappresentare Toyland,
come da queste parti chiamano gentilmente l’Italia.
Come è nato il balocco in
questione? La col... ehm, la responsabilità non è mia, ma dell’Entità burlona
che mi governa. Ha unito i due simboli astrologici di Nettuno e Urano. Tradotto:
creatività, intuizione, genialità, dedizione, misticismo (Nettuno); rivoluzione,
innovazione, idealismo, cambiamenti improvvisi, non-conformismo (Urano).
Tutta roba fuori mercato, diciamo. Anche un filo autolesionista.
Come è nata la tua passione
per la lettura? Ricordi il primo libro che hai letto da bambina?
In questa vita il Mega
Almanacco di Topolino, credo.
A seguire, il sussidiario delle
elementari. Un po’ più banale per la verità.
In una regressione ipnotica alle vite precedenti ho visualizzato alcuni graffiti in una caverna. Penso si trattasse della Grotta Chauvet (Francia sud-orientale). Opera di Uomini di altri tempi, in tutti i sensi. Molto più evoluti dei contemporanei. A parte ci vuole poco.
Che percorso formativo si
segue per diventare un editore o un collaboratore di una CE?
Mettendomi nei pannolini di un’editrice bambina, l’esperienza è la migliore maestra. Non sempre gradevole, per la verità. Magari qualche corso preliminare può aiutare ad attutire l’impatto col terreno. Per i dettagli, passiamo alla domanda successiva.
Che figure professionali ci
sono nella vostra CE? Ti va di presentarceli?
Grazie del plurale majestatis.
La mia parte Leone ringrazia per i dovuti omaggi.
Dal punto di vista promozionale
le figure principali sono Giulia Previtali, la “Dea ex machina” di
tutto quello che state leggendo e leggerete in futuro, e (senza piaggeria, ovviamente)
Alessandra Micheli, titolare del blog Les Fleurs du Mal, la
recensitrice più acuta e profonda che abbia mai letto. Scrivere a loro per i
particolari di cui sopra.
Citerei poi Arianna Muti,
che meriterebbe il National Translation Award per essere riuscita a tradurre in
inglese i Fuorismi, e The Artchemist, la Grafica Misteriosa che li ha impaginati
e illustrati. Quanto ad assenzialismo, quest’ultima mi batte di molte
lunghezze.
Una menzione particolare merita
poi Tiziana V. Paciola, geniale scrittrice di psycho-paranormal romance nonché
promoter a titolo gratuito della sottoscritta e di altri nostri autori.
Infine, “last but not least”, Maria
Luce, nome in codice della vera, prossima Legale Rappresentante di questa
CE. Tra qualche mese apparirà la sua foto sul sito. I pochi maschietti che ci
leggono sono avvisati di assumere preventivamente appositi farmaci contro il
colpo apoplettico.
Ci racconti una giornata
tipo di un editore?
Essendo una rappresentante abusiva, non posso rispondere con cognizione di causa. Lo immagino però, come molti imprenditori, in eterna lotta col PC e sempre attaccato al telefonino a smadonnare a destra e a manca.
Cosa cerchi solitamente in
un libro? (emozione, divertimento, momento di riflessione, ecc…).
Tutti quelli che hai detto. Più quel “quid” che cercherei, se un libro fosse un uomo, in un “bel tomo” come Jack Nicholson.
Come scegliete voi editori
i titoli e gli autori da pubblicare?
In realtà la maggior parte delle volte sono gli autori che scelgono noi. Soprattutto quelli “para-anormali”. Gli altri, appena danno un’occhiata al nostro sito scappano a gambe levate.
Che rapporto ha un editore
con i social network? Sono utili per voi ai fini promozionali in un’era ormai
completamente digitalizzata?
Personalmente mi stanno simpatici come una tarantola nella scarpa. Però mettendomi nei panni di un qualsiasi imprenditore, non ne potrei fare a meno. Un po’ come la pasticca per la pressione che prende mia zia ottantenne per prevenire l’ictus.
Fiere, presentazioni dal
vivo ed eventi legati alla pubblicazione di un libro. La vostra CE partecipa e
organizza questi momenti?
Organizzare è una parola grossa. Per il momento, come diceva de Coubertin, ci accontentiamo di partecipare.
Cartaceo o ebook? Cosa
preferisci da lettrice?
Cartaceo. Col libro “vero” ho
un rapporto carnale. Toccare, annusare la carta è una sensazione erotica. Forse
perché noi donne siamo più sensibili al tatto. I kindle reader li ho visti
usare quasi solo ai maschi.
Casa editrice No Eap o Eap?
Voi da che parte state?
Rigorosamente Eap. Inteso come
Edgar Allan Poe, ovviamente.