RECENSIONE: "LOVESICK: GLI ESTREMI DELL'AMORE" di Penelope White
La nostra Annaluna ha letto prima delle vacanze estive il romanzo di Penelope White "Lovesick" e ci fa conoscere le sue impressioni.
Lucille ha 19 anni e frequenta il primo anno del College di Belle Arti ad Austin, in Texas.
Figlia di un uomo più interessato a vincere le elezioni come Vice governatore dello Stato, piuttosto che preoccuparsi della vita di Lucille, vive solo con la madre, nella piccola e modesta casa in cui è nata.
Durante una delle sue uscite serali, con Claire, l’amica di sempre, Lucille attira l’attenzione di qualcuno collegato ai cartelli messicani, di cui lo stato del Texas è pregno, a causa della porosità di confine.
Jason Moore ha 35 anni, la maggior parte trascorsi nella malavita, tra carcere e gang locali. L’ultimo suo obiettivo è quello di organizzare il rapimento di Lucille.
Quello che però nessuno dei due può nemmeno minimamente immaginare è che, vivendo a stretto contatto per trenta lunghissimi giorni, potesse nascere dell’altro, oltre il semplice odio e rancore che Lucille conserva nel cuore, e l’impassibile gelo che alberga in quello di Jason.
Quindici anni dopo l’intera vicenda, Lucille rivivrà, passo dopo passo, il periodo più difficile della sua vita, a fronte di quello che accadrà il giorno immediatamente successivo all’incontro con il terapeuta che l’ha seguita ed aiutata subito dopo il rapimento, quindici anni prima.
Riuscirà, Lucille, a lasciarsi finalmente alle spalle l’uomo che è riuscito ad entrarle dentro, seminando radici sino al suo cuore?
“Esistono due tipi di dolore: quello che fa solo male e quello che, invece, ti cambia”
Sono contenta di
aver dato fiducia alla scrittura che già conoscevo di Penelope White perché la
sua delicatezza e cultura hanno reso questo libro più accessibile e meno forte.
Come da caratteristica del genere sono presenti scene di sangue, violenza,
crudeltà, quindi se siete di animo debole non ve ne consiglio la lettura in
particolare.
In generale invece voglio dire a coloro che non hanno mai letto un
dark ma che come me sono incuriosite da questo genere di storie o dalla trama
di dare assolutamente una possibilità a questo libro, ne rimarrete colpite a
360°.
La storia è scritta davvero bene, si notano le ricerche e gli studi fatti
a riguardo. L’autrice usa un lessico elevato e ricercato e molta punteggiatura,
cosa che recentemente vedo far poco, soprattutto in modo corretto, e lo fa
secondo me, per creare maggior suspense nel lettore.
Il libro comincia con una
seduta di terapia che in una sola giornata ripercorre i 30 giorni di rapimento
della ragazza. Con il Dott. Cameron la scrittrice fa sfoggio di tutti i suoi
appofondimenti su traumi, dolore,
Sindrome di Stoccolma e psicologia del rapitore.
Devo dire che questa
parte, nonostante molto tecnica, a me ha interessato parecchio perché ne sono uscita
per certi versi acculturata su temi che non avevo mai preso in considerazione.
L’autrice si limita a riportare dei fatti che, per quanto romanzati, potrebbero
essere accaduti davvero da qualche parte,
in un qualsiasi momento storico, per la razionalità con cui sono stati
descritti. Chi di noi può giudicare a freddo cosa è giuto o sbagliato senza
averlo mai provato sulla propria pelle?
Al di là della morale, questo libro è
perfetto dall’inizio alla fine e vale la pena di essere letto perché vi lascerà
tanto batticuore, fiato sospeso, magone e soprattutto emozioni.