INTERVISTA ALL'AUTORE #27: "EIREANN LEAH REID"
Amici del Blog rieccoci con l'intervista che ci permette di conoscere meglio i nostri autori italiani.
Ospite di oggi è Eireann Leah Reid che si racconta attraverso le nostre domande.
Chi è Eireann Leah Reid? Raccontaci qualcosa su di te.
Ciao e grazie per questa intervista. Eireann Leah Reid è una
ribelle alla quale è stato concesso scrivere di creature fantastiche. Sono
cresciuta in un piccolo paese di provincia e ho avuto la fortuna di poter
accedere spesso e volentieri alla biblioteca comunale, dove è nata la passione
per i libri fantasy prima e per la scrittura poi.
Come è nata la tua passione per la lettura? E quella per la
scrittura?
Da bambina tendevo a isolarmi nel mio mondo. Fantasticavo
sui libri che leggevo, non li vedevo come storie create dalla fantasia degli
autori, quanto, piuttosto, come una sorta di mondi paralleli dove i personaggi
interagivano tra loro e, in parte, anche con me. Più libri leggevo, più mi
appassionavo ai vari personaggi, finché un giorno decisi di farli “incontrare”
tra loro e iniziai a scrivere una serie di racconti più o meno lunghi. Fu
divertente creare legami, parentele, intrecciare trame già scritte e
“correggere” eventi che non avevo particolarmente gradito. Poi, dopo qualche
anno, decisi di provare a scrivere qualcosa di mio. Da allora, nel bene e nel
male, non ho mai smesso.
Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno?
Cerco
di ritagliarmi quanto più tempo possibile, ma tra lavoro, casa e famiglia non è
sempre facile. Mi sono imposta di mettere a disposizione della scrittura almeno
un’ora tutti i giorni. Come in tutte le cose ci sono giorni “sì” dove scrivo
come un treno e giorni “no” dove mi ritrovo a fissare lo schermo come un’ebete.
Ma fa parte del gioco, dopotutto.
Quando scrivi solitamente preferisci il silenzio assoluto o
ascolti della musica?
Dipende dal momento e da quello che devo scrivere. In linea
di massima preferisco la musica quando ho bisogno di trovare l’ispirazione,
concentrarmi, riordinare le idee e di trovarne di nuove e il silenzio quando ho
la mente sgombra e devo solo mettere i miei pensieri su carta.
I tuoi romanzi hanno delle colonne sonore?
Sì, più d’una a romanzo per la verità. Variano in base al
mio stato d’animo e dalla scena che devo descrivere in quel momento. Musica
classica, rumori della natura, musica da meditazione e alcune canzoni più o
meno conosciute del panorama italiano e internazionale. Quando sono in vena
creativa la più gettonata è “Don’t stop me now” dei Queen, un pezzo che sa
darmi la carica come pochi.
Qual è il tuo autore e il tuo libro preferito?
Autori ce ne sono tanti, difficile sceglierne uno soltanto. Sono
cresciuta con i libri di Terry Brooks - adoro La Spada di Shannara, libro
attraverso il quale ho scoperto il magico mondo del fantasy - David Eddings,
Michael Ende, Conan Doyle, Stephen King. Negli ultimi due anni e mezzo circa
leggo quasi esclusivamente autori emergenti/esordienti italiani e devo dire che
ho trovato ottime penne e ottimi libri. Una piacevole rivelazione è stata
Antonello Venditti, che oltre ad essere un illustratore eccezionale è anche un
promettente scrittore: scrive come dipinge. Il suo libro, “Lo scrigno cremisi”,
mi ha letteralmente rapita. E poi Stefano Mancini con il suo Ostilium, ma anche
Daisy Franchetto, Giacomo Ferraiuolo, Miriam Palombi, Alastor Maverick e
L.A.Mely, Daniel di Benedetto, Jordan River, Marko d’Abruzzi, Tania Dejoannon e
Yali Ou Ametistha per citarne alcuni.
Se potessi cambiare qualcosa della storia ormai pubblicata,
lo faresti? Se sì, perché? (Raccontacelo nei limiti dello spoiler)
No, cambiare no,
forse ampliare alcuni punti, ma se lo facessi so già che finirei per
trasformarla in qualcos’altro, per cui no. A dirla tutta avevo scritto “I
Guardiani di Blair” per un progetto illustrato che non è mai andato in porto. È
rimasto poco più che una bozza per diversi mesi, poi ho avuto l’occasione di
parlarne con il mio editor e insieme a lui abbiamo lavorato sodo per renderlo
un racconto autonomo; un prodotto curato del quale vado orgogliosa.
Ti sei ispirato a qualcuno per la descrizione
fisica/caratteriale del tuo/dei tuoi personaggio/i?
Per Ann, la protagonista femminile no. Nessun presta volto,
tanto che Alessandra Danti, l’illustratrice che si è occupata dell’immagine di
copertina, è stata eccezionale a darle un volto seguendo solo le mie
indicazioni. Per i personaggi maschili mi sono ispirata a persone reali, sia
dal punto di vista caratteriale che fisico, specialmente con Devin.
Che consiglio daresti a chi vorrebbe pubblicare il suo primo
libro?
Di leggere tanto,
studiare, rispettare le regole grammaticali e di avere un editor valido con il
quale lavorare sul testo. Un libro è un prodotto e come tale va trattato:
curatelo in ogni aspetto, dalla cover al testo, non abbiate la presunzione di
voler fare tutto da soli, affidatevi a degli esperti, fatevi consigliare da chi
ha più esperienza di voi e non peccate di arroganza. Rispettate il lettore offrendogli
un libro al massimo delle proprie potenzialità e sappiate accettare le
critiche, anche e soprattutto quelle negative (purché costruttive).
È il momento dello “Spot Time”. Perché i lettori dovrebbero
acquistare questo romanzo?
Sono sempre stata pessima con lo “Spot Time” però una cosa ci
tengo a dirla: chiunque deciderà di dare fiducia a questa Ribelle voglio sappia
che, indipendentemente dai gusti personali, tanto “I Guardiani di Blair”
racconto che fa da apripista al mondo degli “Witch Hunters” che la saga vera e
propria, sono il frutto di tanto impegno, studi, notti in bianco, sfuriate,
lacrime, sangue e sudore per creare una storia dove niente è lasciato al caso.
E di un lavoro tosto post produzione gomito a gomito con professionisti del
settore (editor in primis ma anche illustratori e grafici) per poter offrire ai
lettori prodotti curati sotto ogni aspetto.