ANALISI CRITICA: "LA CERTOSA DI PARMA" di Stendhal



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Dopo I Viaggi di Gulliver di cui ci ha parlato Dante Wolf, Arya ci racconta qualcosa sulla sua lettura che riguarda "La Certosa di Parma" di Stendhal.




Considerata, insieme a "Il rosso e il nero", l'opera migliore di Stendhal, scritta in poco più di un mese e mezzo, dopo lunghi anni di studi, raccolta ed elaborazione di una gran quantità di materiale storico, documentario e cronachistico del Cinquecento e del Seicento, "La certosa di Parma" venne entusiasticamente accolta da Balzac all'epoca della sua pubblicazione nel 1839. Ma la vicenda squisitamente romantica di Fabrizio Del Dongo rompe i confini del romanzo storico e tracima in un inno appassionato alla felicità del singolo, anche a dispetto delle sconfitte della storia. Romanzo d'amore e insieme di cappa e spada, con tanto di duelli e avvelenamenti, "La certosa di Parma" è un libro dominato dall'incanto magico della passione, è la geniale improvvisazione nella quale uno scrittore giunto ormai alla fine della vita celebra e reinventa la propria giovinezza.


Eccomi qui, dopo un paio di giorni dalla fine della lettura, a raccontarvi la mia impressione sul romanzo di Stendhal "La Certosa di Parma".

Stendhal, nome vero Marie-Henri Beyle, è uno scrittore francese nato nel 1783 a Grenoble e morto a Parigi nel 1842.
Ha scritto due romanzi di formazione: Il Rosso e il Nero e La Certosa di Parma. Protagonisti dei suoi romanzi sono dei giovani romantici che aspirano a realizzarsi grazie alla gloria e ai loro desideri appassionati.

Bene, da dove cominciare a parlarvi di questo romanzo? Ho aspettato qualche giorno prima di scrivere questa recensione sperando che la trama letta venisse assimilata bene nella mia mente, eppure sono qua dopo giorni a pensare "ma cosa ho letto???".

Quando ho acquistato il romanzo mi aspettavo qualcosa di diverso. Si parlava di avvelenamenti, duelli, azione, ma a parte qualche breve accenno quello di cui si parla di più in questa storia è di denaro. Tutto è incentrato sulla situazione economica del protagonista.

Stendhal è un autore molto noto, ci sono molti lettori che osannano le sue opere come è giusto che sia, ma purtroppo devo dire che non  sarà il mio caso. La storia poteva anche essere carina ma il modo in cui l'autore scrive, ossia descrizioni minuziose di qualsiasi cosa senza lasciar nulla all'immaginazione del lettore e il testo poco fluido, hanno fatto sì che ci mettessi un mese a finire la lettura.  E un mese per una lettrice accanita come me lo considero un vero fallimento.
Colpa di Stendhal o della traduzione non all'altezza dell'autore?

Il libro è stato scritto in un mese e mezzo (e si vede è la prima cosa che ho esclamato) e racconta la storia di Fabrizio Del Dongo, giovane di nobile famiglia lombarda, che appena diciassettenne decide di scappare da casa per partecipare alla battaglia di Waterloo insieme a Napoleone, viene però ferito ed è costretto a rientrare in Italia. Verrà denunciato e costretto all'esilio presso la città di Parma dove entrerà nel mondo ecclesiastico sotto la guida della zia, la Duchessa di Sanseverina. Da qui hanno inizio le sue avventure/disavventure, alcune amorose, alcune meno, che ci faranno conoscere le gioie e i dolori (più dolori) di questo giovane.

Non vi racconto di più non solo perché potrei spoilerare la storia ma anche perché non vi è nulla più da raccontare.

La storia è proprio quella che vi ho raccontato. Le vicissitudini di un giovane che intraprende una carriera militare per via dei suoi ideali ma che viene interrotta prima del previsto.

Ora mi direte... non puoi stroncare un'opera letteraria importante come questa. Vi darei anche ragione se non fosse che ho acquistato il romanzo cartaceo senza capirci quasi un'acca e un po' mi urta questa cosa. Sicuramente il mio sarà un caso isolato, forse non era il momento adatto di leggerlo, ma credetemi quando vi dico che erano quasi sei mesi che il romanzo mi guardava per dirmi "Embè', vuoi leggermi o no che qua sto a prende' polvere?".

Se tra voi ci sono lettori che hanno affrontato questo romanzo e hanno capito il messaggio intrinseco, vi prego di illuminarmi.

A CURA DI