RECENSIONE: "IO AL POSTO TUO" di Valentina Torchia



Oggi Moongirl ci racconta le sue impressioni sul romanzo di Valentina Torchia dal titolo Io al posto tuo edito DeA.
Vediamo insieme cosa ne pensa.


Tre cuori, tre vite, tre desideri. Un solo modo per incontrarsi. Bianca e Takeru sono uniti da una profonda amicizia, ma non hanno niente in comune. Lei ha 19 anni e i suoi passatempi preferiti sono imbucarsi ai funerali e collezionare libri che non leggerà mai, per non affrontare ciò che contengono. Lui di anni ne ha 16, crede alla leggenda dei mille origami che possono realizzare i desideri e misura tutto il suo mondo in battiti cardiaci. Quante volte batte il cuore umano in una vita intera? Quanti battiti lo separano dal momento in cui saprà rivelare a Bianca i suoi veri sentimenti? Bianca e Takeru non hanno niente in comune, tranne il fatto che entrambi aspettano un trapianto di cuore. Un giorno l'attesa finisce. Il cuore arriva. Ma è solo per uno dei due. La loro amicizia è appesa a un filo sottile, che potrebbe spezzarsi sotto il peso della colpa e della paura. E poi arriva Blu, con un cuore che batte furioso. Blu, che corre sull'orlo di un baratro fatto di adrenalina e vita che brucia. I loro desideri possono realizzarsi o sono destinati a infrangersi per sempre?


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Bianca e Takeru sono uniti da una profonda amicizia, ma non hanno niente in comune. Non potrebbero essere più diversi.
Lei vive a Milano, ha 19 anni e il suo passatempo preferito è imbucarsi ai funerali di perfetti sconosciuti e "sognare", progettare il suo funerale. Ha le idee chiare, sa cosa le piacerebbe e cosa no. Ama i cimiteri americani, quelli sconfinati e verdi, si informa sulle usanze negli altri paesi riguardo la morte, pensa spesso a come sarebbe il suo di funerale. E colleziona libri che non leggerà mai. Ha quella che lei chiama un'anti-biblioteca e tantissime magliette con citazioni tratte dai libri da cui sfugge.
Lui vive a Caldè, un minuscolo paesino sul Lago Maggiore, ha 16 anni, crede alla leggenda dei mille origami che possono realizzare i desideri e misura tutto il suo mondo in battiti cardiaci. Visto dall'esterno sembra soffrire di qualche mania di controllo, vuole (vorrebbe) avere il controllo su ogni istante, su ogni battito perché la sua vita è tutto fuorché controllata ed equilibrata.
Apparentemente non hanno nulla in comune, a parte il fatto che entrambi si trovano in ospedale e sono in attesa di un cuore nuovo.
I loro cuori non funzionano più bene, devono fare affidamento su un cuore d'acciaio, come lo chiama Takeru.
Entrambi aspettano quella chiamata.
Bianca così cinica, quasi fredda. Scherza molto sulla morte, sulla propria morte, forse è solo un modo per esorcizzarla? In fondo l'ospedale è stata la sua seconda casa negli ultimi anni e in qualche modo deve salvarsi da tutto quel dolore, da tutta quella sofferenza…da quella cupa compagna che è al suo fianco.
Takeru, invece, quella oscura presenza non la menziona mai. Credo che anche questo sia un modo per esorcizzarla. Anche se c'è il rischio che diventi più ingombrante di un elefante in una cristalleria.
Lui si chiede quanti battiti durerà la sua vita. E nel frattempo può solo cercare di tenere tutto sotto controllo. Basta un attimo e tutto può scivolare.
E l'attesa è lunga. Aspettare quella chiamata che per loro vorrebbe dire vita, una possibilità di vita, ma al tempo stesso morte… per il donatore. E crescere tra le mura di un ospedale per quelli che erano dei bambini spensierati come dovrebbero esserlo tutti i bambini non è stato per niente facile.

Quando ero piccola leggevo un sacco. Prima che arrivasse il Giorno dell'Allenamento di Judo. Dopo, non sono più riuscita ad aprire un libro. 
Cioè, tecnicamente ci riuscivo benissimo: prendevo un volume, scorrevole dita sulla copertina, leggevo il titolo, e poi lo aprivo. Ma, quando gli occhi scivolavano sulle parole stampate, alla mia testa non arrivava niente. Come se mi trovassi di fronte a uno schermo nero punto non è che non capisci cosa c'era scritto, ma le storie proprio non mi arrivavano. Erano lontane, sfocate. Non mi importava davvero di quei personaggi, dei loro problemi.
Non mi interessava vivere le loro vite.
E allora ho cominciato a capire che non mi interessava nemmeno vivere la mia, di vita. Che senso ha vivere, se sai che lì a pochi anni finirà tutto?
Così ho smesso di leggere. Ma i libri continuavano a piacermi punto e allora ho preso collezionarli. Mi sono riempita la camera, gli scaffali, lo spazio sotto al letto: la mia anti-biblioteca: fatta di libri che sapevo non avrei mai letto.
Infinite possibilità di vita che non avrei mai vissuto.

Bianca ora inizia a essere stanca.
Non soltanto per via del suo malandato cuore, con il quale ogni passo la porta a essere in mancanza di ossigeno. Inizia a essere stanca di quella vita, di quella attesa, delle medicine, dei tentativi per vedere come va, quando va tutto sempre e solo peggio. 

Poi, finalmente, quella fatidica chiamata arriva. C'è un cuore nuovo ma soltanto per uno dei due. E da quel momento tutto, inesorabilmente, cambia.
Bianca cambia. Inizia a infrangere tutte le regole. Non che prima fosse rigida e inflessibile come invece lo è sempre stato Takeru, ma adesso sfida la vita stessa. Si mette in situazioni alquanto discutibili, si comporta come una normale adolescente, lei che normale non si è mai sentita. E va anche oltre la normalità. Dopo che conosce Blu, che appartiene a un altro mondo, un mondo fatto di corse all'impazzata, di adrenalina a più non posso, di rischio e audacia e anche quel filo di pazzia che lo rende affascinante e irresistibile agli occhi di Bianca, la cui pazzia più grande forse è stata nascondere un pacchetto di patatine sotto il letto, un rischio comunque per una persona nelle sue condizioni. Bianca diventa un'altra persona o forse, semplicemente, lascia uscire quella parte di sé che ha sempre trattenuto, offuscato, limitato, soppresso. E Takeru non la riconosce più. Takeru, che prima era casa, ora diventa quasi un estraneo. I sensi di colpa, le parole non dette, le verità omesse, i muri alzati portano i due ragazzi lentamente ad allontanarsi. 
Perché anche Takeru è cambiato nel momento in cui è arrivato il cuore nuovo. Perché ci sono cose che non ha mai detto a Bianca e la verità, se non detta, può essere un macigno opprimente, un peso in grado di schiacciare un cuore che è già acciaccato e malandato.
Perché alla fine è il cuore il centro di tutta questa storia. Il cuore di Bianca, il cuore di Takeru, quel cuore che li ha divisi e anche l'altro cuore, quello che li potrebbe riunire.
Se solo la verità, anche se dura, cruda e a tratti spiacevole, venisse ammessa.
Ma questo richiede un grande coraggio e i due ragazzi all'inizio non sono ancora pronti.
Lo ammetto: la storia all'inizio mi è sembrata molto coinvolgente e carina, poi ha preso una piega che mi ha innervosita e che non ho gradito per niente, ma poi ho scavato in profondità, dentro i cuori di Bianca e Takeru, accompagnata per mano dall'autrice, che ha saputo regalarci una storia molto scorrevole e allora, in quel momento di consapevolezza, penso di essere giunta al vero cuore di ogni parola, ogni gesto, ogni avventura narrata. 
Non ho approvato il comportamento di Bianca ma ho iniziato a capirla. Ho capito perché si è spinta fino al limite, perché ha sfidato la vita stessa, ho capito il suo dolore, la sua sofferenza, il suo senso di colpa. E ho capito perché Takeru ha vissuto cercando sempre di mantenere il controllo, ho sfiorato la sua rabbia, la sua anima pura e nobile. E ho sorriso. Dopo aver lasciato scivolare un paio di lacrime di commozione, ho sorriso. E ho ringraziato mentalmente Valentina Torchia per averci regalato questa storia dolce e amara al tempo stesso. Una storia di dolore ma anche di amicizia e di amore, una storia di speranza, di rinascita, una storia che arriva dritta al cuore.
Ho apprezzato molto il fatto che sia narrata da entrambi i punti di vista, perché trovo che siano le storie più complete. A un certo punto, lo confesso, avrei voluto lanciare il libro dalla finestra per il nervoso, ma mi sono trattenuta. In fondo credo che in questo si nasconda la bravura dell'autrice: saperci regalare due personaggi veri, reali, con i loro pregi, i loro difetti, con i loro errori e con la loro voglia di redimersi, con zone di luce e ombra. Bianca è cinica, quasi fredda, a volte irritante, forse persino meschina e cattiva, ma è anche una ragazza che ha sofferto molto, che ha dovuto affrontare innumerevoli dure prove nella sua breve vita, che è dovuta crescere in fretta tra le mura di un ospedale e, a un certo punto, mi ha fatto un'infinita tenerezza e l'ho apprezzata maggiormente. Takeru è dolce, sempre disponibile, quasi zen, o forse è semplicemente un'anima ferita e sofferente che per troppo tempo ha trattenuto i pensieri, i sentimenti, sia positivi che negativi ed è nel momento in cui finalmente è sincero, soprattutto con se stesso, che l'ho amato ancora di più.
Una storia che mi ha rapito dalla prima di copertina, ma che poi ha rischiato di perdersi, che mi ha fatto sorridere, arrabbiare, irritare (molto, troppo) ma che, sul finale, ha saputo nuovamente conquistarmi e mi ha regalato una piccola, grande emozione. Una di quelle storie che sono contenta di aver letto 🙂 

A CURA DI
VOTO