SETTE BLOG PER UN AUTORE: "POLLY RUSSELL"


Ospite di oggi l'autrice Polly Russell e la protagonista del suo romanzo Tessaglia Nardone.



1) Chi è Tessaglia Nardone. Raccontaci qualcosa di te
E a te che te ne frega? No, va bene, la mia autrice ha detto che ci si può fidare, quindi ti accontento. Sono un Lupo, sono più veloce, più forte e ho olfatto, vista e udito migliori di quelli di un cane. Detta così sembrerebbe una figata… beh fidati: non lo è.

2) Cosa ne pensi della tua storia? Nei limiti dello spoiler, sei contento di quello che ti capita nel romanzo?
Poteva andare meglio. In effetti potrebbe sempre andare meglio, certo che la mia autrice ha una passione tutta particolare per infilarmi in un mare di guai. Certo, anche io non sono una che si tira indietro, e quindi capirai che è un bel casino.

3) Hai degli hobby di cui il tuo autore parla nel libro?
Adoro leggere e collezionare fumetti, ne ho di assurdi! Ho un manga dei primi del Duemila, INTROVABILE!

4) Che personaggio sei? Un protagonista amato sin da subito o no?
Non lo so, questo dovrebbero dirlo i lettori a me. Diciamo che mi faccio rispettare, ma poi alla fine, sono una brava ragazza.

5) Pensi che qualche lato del tuo carattere possa appartenere al tuo autore?
Mmm… no. Non credo. E comunque è difficile, diamine, la mia autrice ha l’età del mio padrino, come faccio a fare un raffronto? Forse da ragazza era un po’ più aggressiva, esteriormente almeno. Con quel look punk e i capelli verdi. Quindi forse sì, qualcosa in comune ce l’abbiamo, tutte e due fingiamo di essere più cattive di quello che siamo.

6) Tre aggettivi che ti descrivono.
Arrabbiata, caparbia e intuitiva.

7) Parlaci della città dove è ambientata la tua storia.
Roma, la mia città è Roma. È bella, almeno dove vivo adesso. Sergio mi ha lasciato l’appartamento di sua madre e sono in centro. Aria pulita, fiori alle finestre, poco traffico, un sacco di locali fighi. Niente a che vedere con il posto da cui vengo. Ragazzi, l’agglomerato sulla Laurentina è terribile, non vi dico di venire a vederlo perché una volta entrati non è detto che ne usciate, e comunque non ne uscireste con i vostri averi addosso, forse nemmeno le scarpe. Ma la periferia è tutta così, più o meno. Senza contare l’umiliazione della sanificazione per passare da un varco all’altro. Certo, almeno non ti fanno una scansione della retina ogni sei secondi come in centro, ma questo è l’unico lato positivo.

8) Che rapporto hai con gli altri personaggi del romanzo? Ti va di presentarceli?
Maruska è la mia migliore amica. Anzi, è la mia unica amica, ma questo non vuol dire nulla; non è la migliore perché non ha concorrenti, sarebbe la migliore comunque. Nessuno mi conosce come lei, nemmeno Sergio.

Sergio è il mio datore di lavoro. Naaa, soprattutto è il mio padrino. Mi ha tolto da quel posto orribile anni fa e poi è stato tutto più bello. Ora non è che abbia voglia di stare qui ad elencare i pregi del mio padre adottivo, sarebbe strano. È uno a posto, fatevelo bastare.

Ci sono Mauro e Lucio, ma loro li conosco poco, anche se quel poco è bastato a farmeli apprezzare. C’è Matteo, poverino, ha una gran cotta per me, lo so. È davvero evidente e per la verità lo trovo proprio carino, ma non è arrivato al momento giusto. Il mio cuore è già prenotato.

Per Misha. Misha mi ha strappato cuore e anima, li ha tranciati e poi li ha ricuciti insieme, e ora sono più belli di prima. È bellissimo, anche se ha una tristezza nello sguardo che mi spezza il fiato.

Lo hanno creato in laboratorio, o meglio lo hanno modificato in laboratorio. Ne vogliono fare un killer perfetto. Ma lui non è così, non è il mostro che vogliono farlo diventare.

9) La tua storia avrà un seguito?
Pare proprio di sì, la mia autrice sta scrivendo come una pazza, e io vorrei proprio sapere cosa le frulla in quella testolina. Confesso di essere anche un pelo preoccupata.

10) Cosa pensano di te i lettori nelle loro recensioni?
In linea generale mi hanno inquadrata. E meno male, perché spesso non mi capisco nemmeno da sola. Fa piacere vedere che da fuori faccio un’impressione migliore.

11) C’è un messaggio all’interno del romanzo che secondo te il tuo autore vuole trasmettere ai lettori?
Credo che volesse parlare d’amore. (O forse sono troppo innamorata e vedo cuori e arcobaleni dappertutto.) E voleva parlare della casualità di nascere nella parte giusta del mondo. Di quanto le differenze sociali siano orribili e sbagliate e, parole sue, “di quanto per far sta bene qualcuno, occorrano molti che stanno male”.

12) Tre buoni motivi per leggere la tua storia.
C’è azione, sentimento e costa come un pacchetto di sigarette.