RECENSIONE: "RAMONDO LO SCUDIERO" di Antonio Chirico

Dante Wolf ci racconta le sue impressioni sul romanzo di Antonio Chirico Ramondo lo scudiero.



Siamo nel Regno di Napoli, a cavallo tra il 1300 e il 1400. Ramondello è il figlio cadetto del conte Orsini. Suo padre gli ha programmato una carriera ecclesiastica, ma lui è innamorato perso di una fanciulla destinata a diventare contessa e non si arrende a un destino che non vuole. Trova una sponda amica in Ramondo del Balzo, fratello di sua nonna. Il pro-zio, che non ha avuto figli, gli risolve tutti i problemi designandolo suo successore. Unica condizione per ereditare le sue fortune è che Ramondello aggiunga al proprio cognome anche quello del suo benefattore. Ma le cose non vanno secondo i piani e il ragazzo si trova costretto a partire come scudiero per le crociate del Nord, senza nemmeno un ultimo saluto alla sua amata. Liberamente ispirata alla vita di Raimondello Orsini del Balzo, è una storia di amori, amicizie, tradimenti, conflitti familiari e battaglie avventurose. C'è spazio anche per delle incursioni nel mondo della cavalleria teutonica e nei misteri del Santo Graal. Il tutto, sullo sfondo storico della disputa tra due re pretendenti al trono di Napoli e dello scisma d'Occidente, con una Chiesa cattolica retta contemporaneamente da due papi in conflitto tra loro. Una storia antica ma con molte curiose analogie con la contemporaneità

ringraziamo l'autore per la copia digitale omaggio

Ramondo lo scudiero: l’avventurosa storia di Ramondello Orsini del Balzo, è un romanzo storico edito da Youcanprint nel giugno 2021. L’autore è Antonio Chirico, avvocato di professione ma con la passione per la lettura, in particolare dei romanzi storici.

È la storia di Ramondo Orsini del Balzo, condottiero e nobile italiano vissuto a cavallo tra il 1300 e il 1400. Figlio di Nicola Orsini, Conte di Nola, essendo il figlio secondogenito è destinato alla vita ecclesiastica, sebbene sin da bambino dimostra innate doti con la spada. Tuttavia il fratello della nonna, il Conte Ramondo del Balzo, decide di nominarlo suo erede, anche per permettergli di sposare Isabella, una giovane contessina, prima di esalare l’ultimo respiro. Il padre Nicola però decide, anche sotto la pressione della sua matrigna, di annullare il testamento. Ramondello così scappa e si unisce ad un gruppo di cavalieri di ventura, comandati dal nobile De Chavigny, che lo assolda come suo scudiero. Ramondo si ritroverà cosi a combattere le famose “Crociate del Nord” dei Cavalieri Teutonici contro i Lituani. Acquisita fama e ricchezze torna nel Regno di Napoli per rivendicare la contea di Soleto lasciatagli in eredità dal prozio e in breve tempo diventa uno dei più potenti nobili del regno. Ma dure prove lo attenderanno ancora, tra lo scisma religioso d’Occidente e la guerra per il trono napoletano tra gli Angioini e il ramo di Durazzo, Ramondo non avrà vita facile nel difendere tutti i suoi beni.

La storia è del tutto romanzata, ma il protagonista è un personaggio storico realmente esistito che l’autore ha voluto far conoscere, poiché da tutti i suoi titoli e per i suoi possedimenti sembra essere stato un personaggio molto importante e influente. Non tutti forse sono a conoscenza delle “Crociate del Nord” dei cavalieri teutonici contro i pagani slavi nell’est. Al tutto si aggiungono elementi fantastici della tradizione medievale, come il Santo Graal, o personaggi che hanno avuto un ruolo fondamentale in quel determinato tempo storico, come Santa Caterina da Siena. Sembra che l’autore abbia deciso di dare risalto ai rapporti di Ramondo con figure rilevanti, tra cui il papa di Roma e il suo rapporto con la fede (basti pensare che il romanzo è ambientato nell’epoca in cui venne eletto un secondo papa con sede ad Avignone) e con il re di Francia Carlo II d’Angiò. Il libro è molto semplice e scorrevole. La trama romanzata è costruita in modo avvincente, che potrebbe appassionare anche un pubblico giovanile desideroso di avvicinarsi al genere del romanzo storico.

A CURA DI
VOTO